Una settimana di arte contro. Tra Banksy, le Pussy Riot e Charlie Hebdo
A gennaio 2023 gli artisti controversi sono al centro dell'attenzione dei media in tutto il mondo, tra aste benefiche, performance di protesta e vignette minacciate
Le ceneri di Putin, i mullah presi in giro, l’immagine di un ratto stampata a ripetizione: una settimana di arte “contro”, questa, che ha accomunato l’Inghilterra di Banksy alla Francia di Charlie Hebdo fino al viaggio negli Stati Uniti delle Pussy Riot. Tra attacchi informatici, performance di protesta (al chiuso) e vignette minacciate di morte, vediamo gli artisti controversi che hanno fatto notizia.
Giulia Giaume
L’ASTA BENEFICA DI BANKSY HACKERATA (DAI RUSSI)
L’asta online di stampe a tiratura limitata del celebre street artist Banksy, i cui fondi erano destinati al supporto dell’Ucraina, è stata presa di mira da migliaia di attacchi informatici da parte di hacker russi. Stando alla Legacy of War Foundation, attraverso cui sarebbero stati raccolti i fondi da destinare all’acquisto di ambulanze e veicoli di soccorso per i civili ucraini, ci sono state qualcosa come 3.500 registrazioni fasulle (su oltre un milione di richieste totali) per aggiudicarsi le serigrafie da cinquemila sterline l’una, che raffiguravano un topo che scivola lungo una scatola con la scritta “FRAGILE” stampata sopra. Ogni stampa (limite di acquisto per singolo cliente) è firmata e numerata, ma secondo la fondazione sono tutti pezzi unici dato i graffi del topo sono stati realizzati singolarmente da Banksy con una rotella tagliapizza.
LE PUSSY RIOT E LE “CENERI DI PUTIN”
Per la prima volta il collettivo artistico femminista russo Pussy Riot presenterà una delle sue iconiche performance radicali all’interno di una galleria. Da Jeffrey Deitch, a Los Angeles, tra il 27 gennaio e il 3 febbraio i visitatori saranno invitati a indossare un passamontagna per assistere a una proiezione speciale, Putin’s Ashes (Le ceneri di Putin), un film scritto, montato e musicato dalla fondatrice del gruppo, Nadya Tolokonnikova. La pellicola, che ancora una volta condanna il presidente russo Vladimir Putin anche e soprattutto per l’aggressione dell’Ucraina, riprende l’omonima performance realizzata per la prima volta nell’agosto 2022, in cui 12 donne in lingerie e passamontagna avevano bruciato un ritratto di 3 x 3 metri dello “zar”. Tolokonnikova ha anche riutilizzato le ceneri della performance estiva in una serie di oggetti che saranno presentati insieme alla proiezione.
CHARLIE HEBDO TORNA A FAR ARRABBIARE
La rivista satirica francese Charlie Hebdo – già al centro di un attacco terroristico di matrice araba nel gennaio del 2015 in cui persero la vita 12 persone – ha pubblicato una serie di nuove caricature contro il regime iraniano, sull’onda delle fortissime proteste che al grido di “Donna, vita, libertà” stanno scuotendo ormai da mesi il Paese. Dopo le vignette pubblicate la settimana scorsa, che in occasione dell’anniversario dell’attacco prendevano in giro il leader della Repubblica islamica Ali Khamenei e i capi religiosi iraniani, i nuovi disegni tornano a ridicolizzare i mullah. Questi numeri hanno scatenato una violenta reazione nel comandante delle Guardie rivoluzionarie Hossein Salami, che ha dichiarato: “I musulmani prima o poi si vendicheranno dei responsabili di Charlie Hebdo per aver pubblicato vignette che prendono in giro il leader Ali Khamenei”. Aggiungendo: “Puoi arrestare i vendicatori ma non puoi resuscitare i morti”.
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