Gli Uffizi avranno un ristorante (e una pasticceria). Presto il bando di concorso
Nascerà negli spazi appena restaurati delle Reali Poste il primo ristorante museale nella storia degli Uffizi, che sono pronti a dotarsi anche di una pasticceria di livello. Focus sul gusto italiano e sull’identità gastronomica toscana
Un ristorante e una pasticceria per gli Uffizi. Nel panorama di una ristorazione museale che anche in Italia inizia finalmente ad assumere una fisionomia compiuta (ne parliamo diffusamente sul primo numero del 2023 del magazine di Artribune, di prossima uscita), il più visitato polo culturale fiorentino si muove per implementare i propri servizi al pubblico.
IL RISTORANTE DEGLI UFFIZI. SPAZIO E OFFERTA
Ed è una prima volta nella storia secolare del museo, che mai, fino ad ora, aveva pensato di dotarsi di un ristorante in house, anche se già nell’estate 2019 il direttore Eike Schmidt dimostrava una certa apertura in tal senso, aprendo la terrazza degli Uffizi a una sorta di gelateria pop up con tanto di carretto retrò, appendice dell’unica caffetteria – decisamente convenzionale – di cui le Gallerie beneficiano a oggi, al secondo piano del museo. Il progetto annunciato congiuntamente da Schimdt e Sangiuliano in conferenza stampa, però, promette di avere tutt’altro respiro, potendo innestarsi negli spazi ottocenteschi appena restaurati che un tempo ospitavano le Reali Poste, e ancor prima la Zecca Medicea, subito dietro la Loggia dei Lanzi. Ristorante e pasticceria dovranno interpretare il gusto italiano, con particolare attenzione alla valorizzazione della tradizione toscana, e menu collaterali dedicati ad altre culture gastronomiche regionali; ma ulteriori dettagli saranno chiarati dal bando di concorso che sarà pubblicato nelle prossime settimane per garantire una gara accessibile a tutti, che porti a selezionare la soluzione più consona all’ambizione del progetto. Questa nuova ala degli Uffizi, infatti, dovrà articolarsi in continuità con il percorso di visita, come fosse “uno spazio pausa nel museo”, spiega Schmidt, e dunque manterrà anche una funzione espositiva, ospitando a rotazione una delle opere selezionate dai depositi. E alla pasticceria – forse consci del successo riscontrato in città dalla proposta di Vito Cortese al Cafè 900 del Museo Novecento in piazza di Santa Maria Novella – sarà riservata pari attenzione, offrendole una sala dedicata allestita per rendere piacevole la sosta.
LA RISTORAZIONE MUSEALE A FIRENZE
È dunque destinata ad ampliarsi – con l’auspicio che si punti non solo alla promozione dell’identità gastronomica toscana, ma anche alla personalità degli interpreti e alla qualità dei fornitori – l’offerta della ristorazione museale fiorentina, che, oltre al già citato Cafè 900 può contare sulla Leggenda dei Frati a Villa Bardini e, proprio in piazza della Signoria, sulla Gucci Osteria nata in sinergia con il Museo Gucci. In Toscana, del resto, si rintraccia uno dei primi esempi di riuscita collaborazione tra museo e ristorazione, al Centro Pecci di Prato, dov’è storia di lungo corso il sodalizio con chef Angiolo Barni, patron di Myo. Tornando agli Uffizi, c’è da sperare che possa avere presto risposte certe anche la querelle sulla Loggia Isozaki, progetto in embrione dal 1998 che dovrebbe ripensare l’uscita delle Gallerie, e che recentemente ha incassato l’appoggio degli architetti fiorentini riuniti.
Livia Montagnoli
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