Triennale di Guangzhou 2023. La Cina riflette sul tema del cambiamento
Fino al 10 aprile 2023 il Guangdong Museum of Art ospita la settima edizione della Triennale di Guangzhou, intitolata Symphony of all the Changes, e incentrata sul tema del cambiamento con le sue opportunità e problematiche. Quattro grandi mostre ed eventi collaterali in città, con 59 artisti da tutto il mondo
Curata da un team diretto da Wao Shaoqiang e che include Wu Hongliang, Philip Dodd, Thomas Eller e Jiang Jun, la Triennale 2023 si ispira ad antichi testi della letteratura cinese, fra cui La strada per il paradiso di Zhuangzi e Il tesoro delle Lettere: un Intaglio di Draghi di Liu Xie. Il titolo, Symphony of all the Changes, intende focalizzare l’attenzione del pubblico sulle sfide che gli impellenti cambiamenti a tutti i livelli stanno ponendo alla società contemporanea. Nutrito il carnet degli artisti partecipanti, provenienti dalla Cina come da altri Paesi, fra cui il neozelandese Francis Upritchard, la portoghese Joana Vasconcelo, la polacca Małgorzata Mirga-Tas, lo statunitense Marc Laf, i cinesi Cao Fei, Yin Xiuzhen, e Liu Jianhua, in modo da rappresentare una varietà di punti di vista che sia la più ampia possibile. Completano il cartellone, oltre alle quattro mostre principali ospitate al Guangdong Museum of Art, altre quattro mostre collaterali in svolgimento presso l’OCAT Boxes Art Museum, lo Yuheng Art Museum, il VLAB+ Justart Space e il 21 Space Art Museum.
IL CONCEPT DELLA TRIENNALE GUANGZHOU
Alla base del concept della Triennale 2023, stanno i temi della connessione e della trasformazione, e a fianco delle tre mostre principali ne troviamo anche una, Immanence, a carattere archivistico che, basandosi sulla collezione permanente del Guangdong Museum of Art, racconta la genesi dell’arte cinese negli ultimi 100 anni, riassumibile in tre filoni principali in dialogo fra loro, pur rimanendo distinguibili l’uno dall’altro: l’estetica tradizionale dei letterati, la tradizione socialista e l’arte contemporanea che guarda al mondo esterno. Fra le mostre principali, Touch Screen/Me, che interpreta il progresso tecnologico come un potenziamento del corpo umano, il quale a sua volta ha dovuto adeguarsi alle nuove tecnologie. Un rapporto non sempre facile, che la mostra riassume nelle sezioni “Touch”,”Mother” ,”Water”, e “Body”. Invece, Bumps on the Edges indaga tutte quelle memorie culturali che sono state trascurate e lasciate ai margini del dibattito socio-politico, ma che invece avevano un forte potenziale per innescare cambiamenti, in quanto sono spesso all’avanguardia degli scambi internazionali, nonché luoghi di nascita della creatività e dell’arte, come la stessa città di Guangzhou. Infine, Slow scende dal macro al micro, dal collettivo al particolare, e indaga gli effetti che ogni singola azione umana ha sulla realtà circostante.
Come afferma Wang Shaoqiang, direttore del Museo e capo curatore della Triennale, “Symphony of all the Changes riflette la fine di un’era e l’inizio della successiva, a causa dell’impatto dell’inattesa pandemia che ha infranto le nostre aspettative sullo sviluppo inarrestabile della globalizzazione “.
IL BAI E TAN GREATER BAY ART CENTRE
Sarà la sede del Guangdong Museum of Art dedicata all’arte moderna cinese e l’arte contemporanea, e dovrebbe aprire al pubblico entro la fine del 2023. Sviluppato su 11 piani, copre un’area di circa 90.000 metri quadrati interamente dedicati alla fruizione delle opere d’arte con il supporto della tecnologia digitale, già ampiamente sperimentata durante la pandemia. Il Bai E Tan Greater Bay Art Center introdurrà l’intelligenza artificiale e la gestione digitale e promuoverà l’arte attraverso varie modalità di lavoro virtuale, come videoconferenze, seminari online e lezioni a distanza. Invece, la vecchia sede del Museo nell’isola di Ersha si concentrerà principalmente sull’arte moderna internazionale, le mostre temporanee e i laboratori di restauro.
La doppia sede museale permetterà uno sdoppiamento dell’attività per meglio intercettare e indirizzare le differenti fasce di pubblico, ma soprattutto permette di aprirsi alle nuove tecnologie senza snaturare gli ambienti originali, ai quali appunto si affiancano le sale della nuova, avveniristica sede.
Niccolò Lucarelli
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati