Prokhor Gusev, l’artista che ha lasciato la Russia per protestare contro la guerra in Ucraina
L’artista russo, per protestare contro la guerra in Ucraina e lottare per i diritti LGBT, ha lasciato il suo Paese per la Norvegia, dove racconta l’esperienza del conflitto e la censura russa. Ecco la sua storia
In volontario esilio in Norvegia dallo scorso autunno, l’artista, regista teatrale co-fondatore della compagnia moscovita indipendente INKURS (ora inattiva a causa della situazione politica) e attivista LGBT russo Prokhor Gusev porta avanti con la moglie Gulnara Iskakova una serie di progetti di denuncia e riflessione sulla tragedia della guerra che sta devastando l’Ucraina. “Sento che il febbraio del 2022 durerà fino alla fine della guerra. Non ci può essere un vero futuro fatto di anni diversi, finché la guerra è in corso”. L’invasione decisa da Putin ha scosso anche molte coscienze russe, una delle quali è appunto quella di Gusev, che punta il dito sulle conseguenze che la guerra sta avendo sui civili innocenti. Ma far sentire la sua voce in patria non era facile, anche a causa della stretta che Putin ha decisa contro i diritti della comunità LGBT. Per questo, dopo un breve soggiorno in Kazakistan, il viaggio di Gusev e della moglie verso la libertà è terminato a Tromsø, in Norvegia, dove risiede presso il Davvi Center for Performing Arts.
LA GUERRA IN UCRAINA E LA CENSURA RUSSA
Dal 24 febbraio 2022, oltre 19.500 persone sono state arrestate per aver protestato contro la guerra in Russia, secondo l’organizzazione per i diritti umani OVD-info. Oltre a pesanti ammende pecuniarie, agli attivisti sono state inflitte condanne fino a 15 anni di carcere. Questa l’esperienza di Gusev, che per sua fortuna non è stato arrestato: “abbiamo messo in scena uno spettacolo contro la guerra ad aprile 2022, e pianificato altri spettacoli per tutta la primavera, ma le autorità hanno posto fine alla nostra attività”, spiega l’artista. “La polizia ha anche cancellato altre produzioni perché i produttori portavano nastri verdi al braccio, che simboleggiano la resistenza alla guerra. La censura è diventata sempre più severa e muovere critiche si faceva sempre pericoloso. Pertanto, dovevamo creare una comunicazione più “cifrata” e clandestina che le autorità non potessero facilmente capire. Ma avevamo costantemente paura che la polizia bussasse alle nostre porte e ci arrestasse”.
L’IMPEGNO DELL’ARTISTA RUSSO PROKHOR GUSEV CONTRO LA GUERRA IN UCRAINA
Durante il festival Barents Spektakel che si è tenuto al Pikene på Broen di Kirkenes (cittadina norvegese al confine con la Russia), Gusev è stato uno dei 30 artisti russi indipendenti che ha contribuito al programma partecipando alla tavola rotonda Transborder Café: in borders we trust. Inoltre, sta portando avanti il progetto 1 life – 1 person – 1 minute, che punta i riflettori sulle vittime civili dell’aggressione russa in Ucraina e, come spiega l’artista, si basa sul concetto del minuto di silenzio per ricordare le vittime. Ogni giorno, sulla sua pagina Instagram, pubblica un post con registrazioni sonore della vita quotidiana, per ricordare che sempre più persone non possono più sentire tali suoni perché appunto sono state uccise. Inoltre, viene pubblicato il numero di civili morti e feriti durante la guerra, secondo i dati dell’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani. Come spiega Gusev, “voglio continuare questo progetto fino alla fine della guerra in Ucraina. Con un minuto di silenzio per ogni morto al giorno, ora deve durare per oltre 22 anni. Quando capisci quanti sono stati uccisi durante la guerra e quanti minuti dobbiamo tacere per memorizzare ogni vita, senti davvero la dimensione di questa tragedia”.
IL PROGETTO DI PROKHOR GUSEV SULL’EMIGRAZIONE
Sulla questione dell’emigrazione, dallo scorso autunno, Gusev ha iniziato a creare una serie di podcast sull’argomento. Il progetto s’intitola Privjet emigrantam’ (Ciao emigranti), e vi sono raccontate le storie degli emigranti russi del secolo scorso – che hanno lasciato la Russia durante la rivoluzione e la Seconda guerra mondiale – dedotte dai diari dell’epoca, e messe a confronto con le esperienze e le sensazioni degli emigranti di oggi. Il progetto è una protesta contro il regime russo, l’aggressione, la discriminazione dovuta a etnia, origine nazionale, colore della pelle, filosofia di vita, orientamento sessuale e altro ancora.
Niccolò Lucarelli
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