La galleria svizzera Patricia Low Contemporary apre una sede a Venezia
Dalle montagne di Gstaad al Canal Grande, la galleria esce per la prima volta dalla svizzera, inaugurando una nuova sede negli spazi cinquecenteschi di Palazzo Contarini Michiel. Si comincia il primo aprile, con la mostra di Amy Bessone
Nel 2005 la galleria Patricia Low Contemporary apriva a Gstaad – località alpina molto amata tra le montagne del Cantone Berna, in Svizzera – con l’intenzione di farsi avamposto per l’arte contemporanea. In quasi vent’anni di attività, il progetto è maturato (nel 2021 c’è stato anche un trasloco, per riaprire in un nuovo spazio in città) ergendosi effettivamente a punto di riferimento per il mercato dell’arte sulla scena svizzera e internazionale, inaugurando spazi temporanei a Ginevra (2009-2012) e St.Moritz (2011-2014) e organizzando di frequente mostre dedicate ad artisti all’apice della loro carriera, da Maurizio Cattelan a Jonathan Meese (attualmente in corso la mostra The 3 Musketeers, con Szabolcs Bozo e Brian Rochefort). Tra gli ultimi allestimenti, anche la personale di Gilbert&George (prossimi a inaugurare il loro primo museo a Londra) The Corpsing Pictures, terminata lo scorso febbraio.
LA SEDE DI PATRICIA LOW CONTEMPORARY A VENEZIA
Ad aprile, nel primo giorno del mese, la galleria svizzera inaugurerà la sua prima sede italiana, a Venezia, negli spazi del cinquecentesco Palazzo Contarini Michiel, affacciato sul Canal Grande tra il museo di Ca’ Rezzonico e Palazzetto Stern, dirimpetto a Palazzo Grassi, nel sestiere di Dorsoduro. In Laguna, i progetti di Patricia Low Contemporary si svilupperanno in parallelo alle attività della casa madre di Gstaad, a partire dalla prima mostra dedicata al lavoro dell’artista americana Amy Bessone, qui con la personale Our Secret Garden. Dunque anche nello spazio veneziano si procederà coniugando l’impegno a promuovere l’arte emergente (si ricorda, a questo proposito il programma di residenza Maison Jaune, organizzato tra il 2007 e il 2009 invitando gli artisti a realizzare lavori site specific) e insieme la valorizzazione di artisti affermati, puntando anzi a stimolare l’interazione tra le diverse generazioni. La galleria, del resto, ha all’attivo collaborazioni con Wim Delvoye, Sylvie Fleury, Damien Hirst, Axel Hütte, Bjarne Melgaard, Jonathan Meese, Marc Quinn, Anselm Reyle, Chiharu Shiota, Gavin Turk, Joana Vasconcelos, eThomas Zipp, ma anche con emergenti come Richard Kennedy, Anouk Lamm Anouk e Brian Rochefort. A Amy Bessone, protagonista dal primo aprile con un progetto che è anche omaggio a Venezia, seguirà l’artista britannico Philip Colbert, in mostra con le sue sculture pop in concomitanza con l’apertura della Biennale di Architettura.
LA SCENA DELL’ARTE CONTEMPORANEA A VENEZIA
Patricia Low annuncia l’arrivo a Venezia ricorrendo a una citazione letteraria, che chiama in causa Marcel Proust e il suo primo impatto con la città lagunare: “Quando sono andato a Venezia, ho scoperto che il mio sogno era diventato – incredibilmente, ma molto semplicemente – il mio indirizzo”. Analogo è il sentimento che accompagnerà l’inaugurazione: “Entrare a far parte del tessuto di questa città è un grande privilegio, mentre le mie passioni per l’arte e la Serenissima si fondono, sono entusiasta di condividere con i miei artisti un’altra location da sogno in cui mostrare il loro lavoro”. La galleria svizzera eredita gli spazi che furono della Galleria Ca’ Rezzonico, e porta in città un altro avamposto dedicato all’arte contemporanea dopo la recente inaugurazione della Galleria IN’EI (San Polo), focalizzata su arte e design di Cina, Giappone e Corea, e il trasloco della galleria 10 & zero uno in un’ex macelleria nei pressi dei Giardini della Biennale. Un anno fa, in concomitanza con la preview della Biennale d’Arte, apriva anche la Barbati Gallery, negli spazi del cinquecentesco Palazzo Lezze in Campo Santo Stefano.
Livia Montagnoli
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