Dopo 60 anni Venezia ospita una grande mostra su Carpaccio
La grande retrospettiva, in arrivo a marzo, nasce da una collaborazione tra i Musei Civici Veneziani e la National Gallery di Washington che ha appena ospitato il maestro rinascimentale nella sua prima mostra in America
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Dopo 60 anni esatti dalla storica mostra a Palazzo Ducale, Venezia torna a celebrare uno dei suoi artisti rinascimentali più famosi: Vittore Carpaccio (Venezia, 1460/66 ca – Capodistria 1525/26 ca). La grande retrospettiva – in programma presso l’Appartamento del Doge dal 18 marzo al 18 giugno – nasce da una collaborazione tra i Musei Civici Veneziani e la National Gallery di Washington che ha recentemente ospitato le sue opere, prestate da importanti collezioni museali e private d’Europa e degli Stati Uniti, nonché da chiese veneziane e degli antichi territori della Serenissima, dalla Lombardia all’Istria e alla Dalmazia.
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Vittore Carpaccio Caccia in valle, (recto), ca. 1492-1494. Los Angeles, J. Paul Getty Museum
LA MOSTRA DI VITTORE CARPACCIO: DA WASHINGTON A VENEZIA
Diversamente dall’esposizione a Washington – la prima dedicata all’artista veneziano in America – questa di Venezia, dal titolo Vittore Carpaccio. Dipinti e disegni, rimanda agli itinerari cittadini ricchi di capolavori legati ai suoi famosi cicli, serie coordinate di tele (teleri) che raccontano storie sacre, create per le sale di riunione di confraternite religiose e laiche, a Venezia dette scuole. Come uno dei pochi cicli rimasti nella sede originaria, quello nella Scuola di Giorgio degli Schiavoni: San Giorgio e il Drago (da segnalare una sua versione in chiave contemporanea, realizzata da Ai Weiwei, ora visibile presso l’Abbazia di San Giorgio Maggiore). Una scelta curatoriale, questa, dettata soprattutto dalla necessità: “tali opere basilari di Carpaccio, alcune rimaste a Venezia, ma altre esulate all’inizio nel secolo XIX in musei italiani e internazionali”, spiega Mariacristina Gribaudi, Presidente di Fondazione MuVe, “sono troppo grandi e fragili per essere condotte in mostra (solo si è potuto riunire integralmente il ciclo smembrato della Scuola degli Albanesi)”.
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Vittore Carpaccio, La fuga in Egitto, ca. 1516-1518. Washington, National Gallery of Art, Andrew W. Mellon Collection
LA MOSTRA DI VITTORE CARPACCIO: NUOVE SCOPERTE E ATTRIBUZIONI
Carpaccio era anche un ottimo disegnatore: del notevole corpus dei suoi disegni – il più grande di un pittore veneziano del suo tempo – sono esposti numerosi studi su carta, che spaziano da rapidi schizzi compositivi d’insieme ad accurati studi preparatori di teste e pose. Così, la retrospettiva a Palazzo Ducale proponendo ben 70 opere dell’artista, di cui 42 dipinti e 28 disegni, 6 dei quali sono recto/verso, per un totale di 76 lavori – molti dei quali pervenuti grazie a recenti scoperte e nuove attribuzioni – ha il pregio di aggiornare la lettura storico-critica del pittore e la sua evoluzione. “Questa mostra”, conclude Andrea Bellieni, co-curatore dell’esposizione insieme a Peter Humfrey e a Gretchen Hirschauer – “nasce dall’esigenza di guardare con occhi nuovi a questo grande pittore, soprattutto alla luce di recenti restauri rivelatori e della scoperta di significativi inediti: una preziosa opportunità per la storia dell’arte, ma anche per il pubblico, di fronte alla pittura di irresistibile fascino di un tale ‘antico maestro’”.
Claudia Giraud
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