MOT, la prima mostra d’arte a Kiev dall’inizio della guerra
L’acronimo sta per Modulo della temporalità, per indicare lo spazio culturale effimero che riporta l’arte nella capitale dell’Ucraina. In 27 container. Il ricavato degli eventi per il restauro di monumenti e musei danneggiati
Mentre la guerra imperversa, a Kiev è stato recentemente lanciato il primo progetto artistico internazionale dall’inizio dell’invasione: uno spazio culturale temporaneo, il Modulo della temporalità (MOT Module of Temporality). Inaugurato lo scorso 17 febbraio in Piazza Kontraktova a Podil, quartiere storico della capitale, il MOT è stato ideato da Don’t Take Fake (DTF Magazine), l’agenzia che da quasi 12 anni lavora allo sviluppo dell’arte contemporanea in Ucraina.
MOT. LO SPAZIO CULTURALE TEMPORANEO DI KIEV
Composto da 27 container, questo spazio effimero è nato per ospitare in tempo di guerra diverse attività culturali come proiezioni di film e conferenze, ma soprattutto una mostra internazionale curata dal critico d’arte Fabrice Bousteau con le opere di 28 artisti provenienti da Ucraina, Francia, Stati Uniti, Svizzera, Corea del Sud, Portogallo e India. Con il Modulo della temporalità, DTF si propone anche di “contribuire al rinnovamento dei beni culturali danneggiati dalla guerra”. Per questo si sta creando un fondo in cui confluiranno i proventi della vendita dei biglietti, degli oggetti venduti nel negozio e di un’asta delle opere degli artisti. I fondi raccolti saranno devoluti al restauro di istituzioni e monumenti culturali, compresi i musei, che alla fine del progetto saranno selezionati dal team. La struttura, progettata da Balbek Bureau, è stata realizzata con l’acciaio proveniente dalle acciaierie di Azovstal e dal complesso metallurgico di Mariupol, con l’obiettivo di attirare l’attenzione del mondo sull’Ucraina e sui progetti culturali che sono in corso nel Paese nonostante la guerra. Ecco perché, dopo la tappa a Kiev, i container di MOT viaggeranno in tutto il mondo: “La sua struttura” garantiscono i progettisti “può essere smontata, trasportata e rimontata in meno di dieci giorni”.
LA MOSTRA DI ARTE CONTEMPORANEA AL MOT
Tra gli artisti invitati da Bousteau, oltre al portoghese Vhils, figurano tra gli altri i francesi JR e Zevs, i nordamericani Cleon Peterson e Mark Jenkins, la sudcoreana Kimsooja, l’indiano Subodh Gupta, il franco-algerino Adel Abdessemed, la francese Prune Nourry, l’ucraina Maria Kulikovska, lo spagnolo Pablo Valbuena e i Soundwalk Collective & Patti Smith (collettivo di arti sonore contemporanee fondato da Stephan Crasneanscki e Simone Merli). Per la mostra di Kiev, Vhils ha realizzato dei ritratti incisi su manifesti sovrapposti, in cui sono raffigurate “figure eccezionalmente significative della storia recente dell’Ucraina, che esprimono i valori fondamentali di pace, libertà, uguaglianza e diritti umani”. JR partecipa con un progetto dedicato ai bambini rifugiati: un enorme telo raffigurante la bambina ucraina di cinque anni di nome Valeriia, costretta a fuggire in Polonia insieme a sua madre, già esposto nelle principali piazze delle città europee e scelto per una copertina della rivista TIME. Lo street artist francese Zevs presenta una grande bandiera ucraina dove campeggia il simbolo della pace liquefatto. Tra gli artisti ucraini, la più interessante in mostra è Maria Kulikovska. Segnata dagli eventi della sua vita legati alla migrazione forzata, all’esilio, alla guerra e all’essere donna in una società patriarcale, Maria lavora sui temi della femminilità e della corporeità, sperimenta con progetti queer, performativi e scultorei, utilizzando materiali organici e “insoliti”. Fabrice Bousteau riesce così nell’intento di presentare MOT non semplicemente come una mostra contro la guerra ma, piuttosto, come un’occasione per parlare della “fragilità del tempo”: “Quando la guerra entra nella tua vita, la prima cosa a cui pensi è la tua vulnerabilità e quella dei tuoi cari”.
Carola Arrivas Bajardi
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