“Ti voglio un bene pubblico”, a Palermo il progetto artistico che riconnette la città al suo mare

Realizzato dall’artista e coreografa Elisabetta Consonni e promosso dall’Ecomuseo Mare Memoria Viva, il progetto si sviluppa come un gioco urbano che invita i partecipanti a raggiungere il mare della Costa Sud della città, bene pubblico non sempre accessibile e in attesa di rigenerazione

Cosa può dividere una città dal mare verso cui si affaccia? Quali sono gli ostacoli – di natura fisica e culturale – che costringono i cittadini a non fruire di questo bene naturale e pubblico? Ruota attorno a questa contraddizione urbanistica e antropologica Ti voglio un bene pubblico, progetto di residenza artistica promosso dall’Ecomuseo Mare Memoria Viva di Palermo – nato nel 2014 per mantenere viva la memoria, e per molti aspetti proprio per risvegliarla, del difficile rapporto tra la città e il suo mare – che il 25 e il 26 marzo vedrà l’artista e coreografa Elisabetta Consonni impegnata in un “gioco urbano” da lei ideato e condotto, in cui partecipanti andranno alla scoperta del litorale della Costa Sud, invitati a raggiungere il mare oltrepassando le barriere che dividono i palermitani dal loro mare: cancelli, muri e spazi abbandonati.

Ti voglio un bene pubblico, Palermo

Ti voglio un bene pubblico, Palermo

A PALERMO IL PROGETTO “TI VOGLIO UN BENE PUBBLICO”

Ideato nell’ambito del progetto “Traiettorie Urbane”, iniziativa sostenuta dalla Fondazione EOS – Edison Orizzonte Sociale e dall’impresa sociale Con i Bambini per promuovere la crescita sociale e il benessere educativo dei giovani tra gli 11 e i 17 anni che abitano i quartieri Zisa-Noce-Danisinni e Kalsa-Sant’Erasmo-Romagnolo del capoluogo siciliano, Ti voglio un bene pubblico aiuta comprendere il significato dei muri e delle recinzioni che separa quella porzione di città dal mare, “e apre un approccio critico verso l’organizzazione normativa dello spazio: cosa succede quando un muro smette di proteggere e comincia a dividere, chiudere ed escludere? E cosa, di ciò che protegge o nasconde, non possiamo conoscere? Interrogare il senso di queste barriere, risvegliare l’attenzione sulla loro presenza nello spazio pubblico, sui confini che da essi si generano e il modo in cui determinano il movimento dei nostri corpi all’interno dei quartieri e delle città che abitiamo, è una pratica necessaria di consapevolezza civile”, sottolineano gli organizzatori. Laureata in Comunicazione con una tesi finale sulla costruzione sociale del corpo nella danza, diplomata al The Place-London per poi approfondire la sua ricerca nella performing art in Olanda, Elisabetta Consonni dà vita a lavori che, attraverso la pratica della coreografia, attivano riflessioni di natura antropologica e sociologica. Riflessioni che, in Ti voglio un bene pubblico, nasceranno da un approccio ludico-performativo: i partecipanti, divisi in squadre, dovranno così trovare percorsi, soluzioni e idee per superare gli ostacoli che rendono lo spazio pubblico chiuso, e per scoprire così il litorale sud della città, un bene ancora non totalmente accessibile e in attesa di rigenerazione.

Desirée Maida

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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