Report dal Salon du Dessin e dalla Drawing Now Art Fair 2023 di Parigi
Il disegno protagonista a Parigi: tra scioperi e sommosse cittadine, come sono andati il Salon du Dessin e la Drawing Now Art Fair
Come lo scorso anno, Parigi è stata scossa – oltre che dalle battaglie sociali in strada e dagli scioperi che infiammano lo spirito ribelle francese – dal fervore per il disegno. In un complice sodalizio, hanno inaugurato il Salon du Dessin ospitato al Palais Brongniart, a pochi passi dal Louvre, e la Drawing Now Art Fair presso il Carreau du Temple nel quartiere amatissimo dagli italiani, il Marais.
IL SALON DU DESSIN DI PARIGI
Tra gli stand del Salon du Dessin, come in una caccia al tesoro, la scena è stata catalizzata da grandi nomi di artisti italiani, francesi, ma non solo… Da Dina Vierny un Otto Dix – il nudo femminile di una vecchia signora in atteggiamento provocante – ma anche un grande nudo di Aristide Maillol dal valore di 450mila euro e un Picabia. Alla Galerie de la Presidence un Nicolas De Staël in bianco e nero in buona compagnia, tra vedute coloratissime di Saint Tropez firmate Paul Signac e le potenti lame grafiche di Hans Hartung. Da Bailly l’unico disegno (1959) di Alberto Giacometti che ritrae il volto della sua cara Annetta; un volto femminile appena abbozzato e dagli ammalianti occhi storti di Tamara Lempicka; due cavalli tratteggiati nel 1919 da Degas (subito venduti) e un altro Signac, del 1910, stavolta con uno scorcio parigino, La passerelle des Arts.
Artur Ramon Art ha invece presentato il lavoro contemporaneo di due catalani, i Santilari, che usano diverse grafiti, tra grasse e secche, fissate con pietra d’Agata per dare un effetto di brillantezza. Ma anche un Antonio Tempesta da 15mila euro e un Velazquez in carta brunita con lo scorcio romano della Torre delle Milizie con il Convento di Santa Caterina.
Enrico Frascione non ha deluso con i ritratti femminili: una lettrice adagiata sul divano di Federico Zandomeneghi e una dama mascherata con annesso ventaglio cipria di Tiepolo; e una notevole testa di fanciullo del Battistello (il napoletano Giovanni Battista Caracciolo).
Nello spazio di Peronnet a colpire è stata innanzitutto una gouache su velina (incollata su rame) che ritrae un episodio con Alessandro, Apelle e Campaspe dove il corpo nudo della favorita di Alessandro Magno si tinge di tonalità bluastre (160mila euro); ma anche Elisabeth Vigée-Le Brun con il ritratto di una dama (Rumbeke), con cuffietta in testa (32mila euro), due figure drappeggiate e genuflesse di Taddeo Zuccaro, un bue dentro una stalla di Fragonard in sanguigna, una dama con un cappello piumato in testa di Ingres e un elegante “uomo che tiene un remo” di J. C. Dahl.
La galleria romana-londinese Laocoon si è invece presentata con una selezione di opere di Bartolomeo Pinelli, celebre per le sue scene di popolani romani. Mentre ZEIT contemporary art ha sfoggiato il disegno più costoso del Salon, non a caso di un artista contemporaneo: un’opera dell’afroamericano blue chip Amoako Boafo, valutata mezzo milione di euro.
LA DRAWING NOW ART FAIR DI PARIGI
La Drawing Art Fair, alla sua sedicesima edizione, ha proposto, su 73 gallerie partecipanti, 35 new entry, mentre 300 sono stati gli artisti coinvolti. Al piano inferiore le due sezioni espositive, “insight” e “process”, per valorizzare il disegno attraverso media come video, fotografia e installazione. Le prisme du féminin è invece il titolo dell’esposizione curata da Joana P. R. Neves, che riflette sull’associazione di alcune tecniche e pratiche, come il ricamo e le tecnologie computazionali. A colpire, nella sezione “processi”, il lavoro di Nora Schattaner, rappresentata dalla Drawing Room di Amburgo, con i suoi pattern dalla texture quasi liquida, realizzati usando soluzioni saline su carta cromata. Altro lavoro notevole, quello del giapponese Reiko Tsunashima per la galleria Kitai: impiegando la tecnica tradizionale associata all’inchiostro Sumi su carta calligrafica, l’artista crea composizioni astratte in cui le nuance di grigio sfidano il bianco della carta. Ci imbattiamo poi in uno dei disegni più costosi della fiera (i cui prezzi si aggirano dai mille ai 7mila euro): nello stand della galleria Bessieres (Chatou), Moriapolis di Octave Marsal, coadiuvato da Theo de Gueltzl, è stato valutato 120mila euro. Come in L’impossible Patrimoine Antique, la composizione ritrae una città futurista dal gusto tuttavia romantico e anticheggiante, una sorta di pastiche o di capriccio piranesiano. Suzanne Husky, proposta dalla Galerie Alain Gutharc e vincitrice del Drawing Now Award 2023, ha presentato sia ironici raduni di politici – che, pala in mano, piantano alberelli per combattere il cambiamento climatico -, sia assemblaggi di animali totemici in un mescolarsi delicato di acquerelli. Sandra Vasquez de La Horra, una delle protagoniste della Biennale di Venezia II latte dei sogni, da Bendana | Pinel, ha portato lavori double-face (grafite sul fronte e acquerello sul retro) che, grazie alla cera d’api di cui sono cosparsi, divengono trasparenti virando i colori di superficie. Selezionato per il percorso Parallaxe, ideato per mettere in risalto alcuni artisti considerando o la peculiarità della loro tecnica o il fatto che siano stati riscoperti solo di recente, Oskar Holweck del Gruppo Zero taglia, arriccia, sbrina, imperla, fa venire la pelle d’oca alla carta bianca. L’unica galleria italiana presente in fiera, la G7 di Bologna, ha presentato, sempre per Parallaxe, David Tremlett che segmenta il foglio con architetture impossibili, poi l’opera di Anne et Patrick Poirier Giardino nero (1975), una sorta di erbario antracite con inserti di foglie, perline in vetro rosso e polvere d’oro (25mila euro). Alberta Pane, invece, ha proposto un approccio visivo mediato da microscopio e stereoscopio: da una parte, il portoghese João Vilhena, laureato a Villa Arson, con il suo voyeurismo e la sua sensualità incalzante; dall’altra, Michelangelo Penso con una scultura estremamente grafica, un esoscheletro ingrandito in caucciù giallo – suo materiale prediletto insieme agli ignifughi usati solitamente nei container delle navi.
Giorgia Basili
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati