Storia dello straordinario e mai realizzato monumento alla Terza Internazionale Comunista
Nell'anniversario della fondazione del Comintern, il 2 marzo del 1919, ripercorriamo la vicenda dietro la visionaria torre fatta di “acciaio, vetro e rivoluzione” di Vladimir Tatlin, che ancora oggi ispira gli artisti
Mosca, 1919. Una città che sembra lontana anni luce dalla Mosca del 2023, chiusa nei passati sogni di grandezza e ostile a tutte alleanze internazionali che non supportino le sue mire sui territori circostanti. La capitale dell’allora Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa, la più estesa e popolosa delle quindici repubbliche che dal 1922 avrebbero costituito l’URSS, era in un certo senso il centro di un mondo, quello comunista. Il 2 marzo 1919, infatti, si tenne qui il primo Congresso dell’Internazionale Comunista, il celebre Comintern, istituito su iniziativa dei bolscevichi dopo la dissoluzione della Seconda Internazionale (visto il coinvolgimento di alcuni partiti socialdemocratici nella prima guerra mondiale). La parola d’ordine del Congresso, una sola: rivoluzione, e in tutto il mondo.
IL GRANDE MONUMENTO PROGETTATO DA VLADIMIR TATLIN
Progettato per essere eretto a Pietrogrado (odierna San Pietroburgo) dopo la Rivoluzione d’ottobre del 1917, anche in contrapposizione con la neonata Tour Eiffel, il Monumento alla Terza internazionale avrebbe dovuto rappresentare il prestigio e il potere del Comintern. Il Monumento avrebbe avuto dimensioni gargantuesche per ospitare, al proprio interno, la sede della nuova Internazionale Comunista. Commissionato all’architetto, pittore e scultore Vladimir Evgrafovič Tatlin (Charkiv, 1885 – Mosca, 1953), il progetto in stile costruttivista prevedeva il solo utilizzo di materiali industriali quali il vetro, il ferro e l’acciaio, simbolo della modernità della nuova Repubblica. Anche la forma della struttura avrebbe dovuto rimarcare la stessa idea di avanguardia, con un corpo principale composto da più volumi geometrici sospesi e ruotanti a diverse velocità. Alla base della struttura vi sarebbe stato un cubo, che avrebbe compiuto la sua rotazione nel corso di un intero anno, dove si sarebbero tenute conferenze, dibattiti e riunioni. Sopra il cubo ci sarebbe stata una piramide più piccola, con rotazione completa in un mese, che avrebbe ospitato le attività esecutive, e più in alto ancora un cilindro, che avrebbe dovuto ospitare un centro informazioni e da cui sarebbero stati emessi bollettini e manifesti via telegrafo, radio e altoparlante, e che avrebbe effettuato una rotazione una volta al giorno. Il tutt, circondato da due grandi eliche a spirale alte 400 metri, attorno alle quali sarebbero stati trasportati i visitatori con una serie di dispositivi meccanici. Sulla struttura sarebbero state poi poste anche delle apparecchiature radio, un gigantesco schermo a cielo aperto e un proiettore per trasmettere messaggi sulle nuvole nei giorni coperti. Il critico sovietico Viktor Šklovskij lo definì un monumento “fatto di acciaio, vetro e rivoluzione“.
I MODELLI E LE OPERE D’ARTE ISPIRATE AL MONUMENTO DI TATLIN
Il Monumento alla Terza Internazionale, presentato al pubblico a più riprese e durante l’VIII Congresso dei Soviet, rimase però allo stadio di modello, e con il tempo finì distrutto anche quello. Oggi sono diverse le repliche di quel primo, embrionale Monumento alla Terza internazionale in Europa: ce ne sono al Moderna Museet di Stoccolma, alla Galleria Tret’jakov di Mosca e al Musée National d’Art Moderne del Centre Pompidou a Parigi. Ve ne sono anche di recenti: un modello 1:42 è stato costruito alla Royal Academy of Arts di Londra nel 2011, poi eretto nel 2017 come parte della Russian Season al Sainsbury Centre for Visual Arts di Norwich e incluso infine come installazione nel “parco delle sculture” dell’Università dell’Anglia Orientale fino alla fine del 2021. Il grande Monumento ha poi ispirato degli artisti contemporanei, primo tra tutti il dissidente cinese Ai Weiwei, che nel 2007 ha realizzato su sua diretta ispirazione la popolare scultura Fountain of Light.
Giulia Giaume
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