Tra Pop Art e Dadaismo. Le etichette di Andrea Buglisi per i vini di Baglio di Pianetto

Lo street artist palermitano ha lavorato sul carattere di sette vini monovarietali della cantina siciliana per elaborare le ironiche personificazioni rappresentate in etichetta

Si può leggere nelle reiterate tangenze tra arte ed enologia un comune approccio al mondo naturale, alla ricerca di una sintonia con il senso più profondo delle cose, attraverso la creatività e il saper fare. Di certo i due mondi si corteggiano, in una dinamica che sempre più spesso vede le aziende vinicole nel ruolo di committenti e mecenati. Capitolo prolifico di questo dialogo sono le etichette d’artista, non semplice accorgimento estetico, ma veicolo di una storia che deve catturare l’attenzione di chi stringe tra le mani la bottiglia, ed essere onesta e coerente rispetto all’assaggio.

Syrah, le etichette di Andrea Buglisi

Syrah, le etichette di Andrea Buglisi

LE ETICHETTE DI ANDREA BUGLISI PER BAGLIO DI PIANETTO

Partendo da queste premesse, per la cantina siciliana Baglio di Pianetto, lo street artist Andrea Buglisi ha realizzato le etichette dei vini Monovarietali Bio prodotti tra la Tenuta di Pianetto a Santa Cristina Gela (Palermo) e la Tenuta Baroni a Noto (Siracusa). Un progetto di restyling dell’immagine grafica che affida all’urban art il compito di vestire il lavoro che Baglio di Pianetto sta conducendo tanto sui vitigni autoctoni siciliani che sulle varietà internazionali che meglio hanno dimostrato di saper esprimere le loro peculiarità nei vigneti delle due tenute. L’idea, promossa dall’amministratore delegato dell’azienda Francesco Tiralongo, si è concretizzata nei lavori di Buglisi: sette etichette che interpretano l’essenza della città di Palermo e della sua cultura, esaltando l’identità territoriale, proprio come si prefiggono di fare i vini di Baglio di Pianetto. Buglisi, noto al grande pubblico per il murale La porta dei Giganti con le figure di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, realizzato nel 2021 nei pressi dell’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo, ha firmato numerosi progetti di rigenerazione urbana nel capoluogo siciliano, dov’è anche docente di Discipline Pittoriche e Scenografiche al Liceo Artistico Catalano.

Grillo, le etichette di Andrea Buglisi

Grillo, le etichette di Andrea Buglisi

LE ALLEGORIE DI ANDREA BUGLISI PER BAGLIO DI PIANETTO. I VINI DIVENTANO UMANI

Il lavoro di Buglisi si caratterizza per la capacità di immaginare e concepire allegorie del reale che, inaspettate, fanno propri elementi dell’immaginario collettivo per trasmettere un messaggio altro, che arriva forte e chiaro. Così oggetti comuni e suggestioni evocative assurgono al ruolo di icona attraverso la pittura, il design, l’urban art. E i monovarietali Insolia, Catarratto, Viognier, Grillo, Syrah, Nero d’Avola e Frappato, attraverso l’immaginazione dell’artista, assumono sulle rispettive etichette le sembianze di donne e uomini colti in pose e attività quotidiane, dando vita a un gioco narrativo che definisce il carattere della serie, tra pop culture e citazioni dal Dadaismo e dal Surrealismo. A chi guarda il compito di intuire la corrispondenza tra il carattere del vino e la sua personificazione in etichetta: “una ragazza stesa su una foglia di vite impegnata nello studio è allegoria dell’Insolia, vino i cui sentori floreali e fruttati rimandano alla freschezza e alla voglia di fare tipica della giovinezza; un uomo che balla con un apribottiglie dal design nostalgicamente vintage è allegoria del Catarratto, le cui note agrumate possono evocare le atmosfere vivaci delle feste scandite dal ritmo del Boogie Woogie”, scrive Desirée Maida nel testo critico che accompagna il progetto. Le etichette pensate per il Viognier e il Grillo sono invece un omaggio a Palermo, “con la veduta di Monte Pellegrino che fa da sfondo a una ginnasta intenta a saltare con il cerchio in direzione del Sole” per il primo, e la mappa della città in cui è riconoscibile il lungomare della Cala – mentre una ragazza si tuffa tra cielo e mare – per il secondo. Si prosegue con il Syrah, persistente e di buon corpo, rappresentato dall’immagine dell’uomo forzuto pescata dall’immaginario circense; mentre il Nero d’Avola è un uomo che gioca a bowling, sport che implica forza, concentrazione e allo stesso tempo sensibilità. Il Frappato, fresco e vivace, è una fanciulla che gioca con acini d’uva-palloncini. Gli elementi dati sono tutti noti, ma ognuno è libero di lasciarsi trasportare dalle suggestioni visive (e non solo) mettendo in gioco i propri ricordi. Proprio come quando si sorseggia un vino. Lo esplicita l’artista: “Il messaggio è diretto e trasversale, come nell’Urban Art di cui mi occupo, ma evocativo. Permette al fruitore di dare sfogo alla sua immaginazione e interpretare il racconto interagendo con il prodotto. Figure di uomini e donne retrò di diverse età si trovano a interagire con elementi naturali legati al vino: ogni etichetta è resa unica nelle forme e nei colori grazie alle sensazioni che ho percepito assaggiando ogni vino”.

Livia Montagnoli

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati