La raccolta dei gesti di Bruno Munari compie 60 anni. Mostra a Milano per celebrare
Munari, attento osservatore del gesto come del segno, ha raccolto ben 50 immagini dei più famosi gesti nostrani. Un linguaggio non verbale - ma identitario – che diventa protagonista di un percorso in occasione del Salone del Mobile
Se la lingua è espressione di un popolo, non sono da meno i gesti; codici linguistici muti che si fanno portavoce dell’identità culturale di un Paese. Sebbene in Italia ne esistano diversi a seconda della zona, alcuni possono essere considerati universali. Come non ricordare le “corna” di Vittorio Gassman nell’iconico film Il Sorpasso, diretto da Dino Risi, per non parlare del “gesto dell’ombrello” di Alberto Sordi ne I vitelloni di Federico Fellini. Altri sono più comuni: come la mano a carciofo che si muove avanti e indietro come a dire “che vuoi?”, l’indice alzato davanti alla bocca per zittire qualcuno e la mano che tocca il mento spostandosi in avanti per dire “non me ne importa niente”. Pose e sguardi che hanno lasciarono il segno su Bruno Munari (Milano 1907-1998) il quale decise di raccoglierne cinquanta “per avere una documentazione il più possibile esatta, ad uso degli stranieri che visitano l’Italia”. Oggi questa bizzarra raccolta è protagonista della mostra Supplemento al dizionario italiano: 60 anni di gesti, ospitata nella Libreria Corraini 121+ di Milano, rendendo omaggio anche a Good Design, tra i più importanti libri del grande artista e designer.
LA RACCOLTA DEI GESTI ITALIANI DI BRUNO MUNARI
Tutto nasce da una prima selezione di gesti fatta dal canonico Andrea de Jorio e pubblicata nella prima metà dell’Ottocento a Napoli. Il volume contava ben 380 pagine e 19 illustrazioni. Munari decide di partire da questi, per poi aggiungerne altri, includendo anche quelli stranieri come il comunissimo “Ok” adottato dall’America. Così nasce la prima edizione (fuori commercio) stampata a Torino nel 1958, a cui si aggiunge la seconda del Supplemento – con 20 gesti in più – stampata da Muggiani nel 1963 e poi riproposta da Corraini. Nel 2023 ricorrono quindi i sessant’anni della raccolta, e per festeggiare la Libreria ha deciso di omaggiare l’artista e designer con una esposizione arricchita da edizioni introvabili e tante fotografie. Eccone alcune…
Valentina Muzi
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