A Roma si restaura l’Altare della Patria. Cantiere appena avviato
Realizzato nell’ambito del progetto per il Vittoriano, l’Altare fu decorato da Angelo Zanelli nei primi decenni del Novecento, con un grande fregio oggi in pessime condizioni di conservazione. Il restauro, appena avviato, si concluderà a ottobre 2023, con l’allestimento di una mostra di approfondimento e riscoperta
Alla fine di aprile inizieranno le prime visite, su prenotazione. Per ora chiunque può monitorare online i progressi del cantiere di restauro volto alla valorizzazione dell’Altare della Patria, cuore del Vittoriano di Roma.
LA STORIA DEL VITTORIANO E DELL’ALTARE DELLA PATRIA
Ideato all’indomani della morte di Vittorio Emanuele II, il 9 gennaio 1878, con l’intenzione di celebrare il primo re d’Italia e dunque l’intero processo risorgimentale che portò all’unità e all’indipendenza italiana nel 1861, il progetto del colossale monumento si deve all’architetto marchigiano Giuseppe Sacconi. I lavori iniziarono nel 1885, ma l’opera fu inaugurata, ancora incompleta, solo nel 1911, e conclusa negli Anni Trenta del Novecento. Ascendendo la scalinata che dall’odierna piazza Venezia conduce al centro del Vittoriano, nell’ansa che si chiude come in un abbraccio, sta l’Altare della Patria: Sacconi, chiamato a rivedere il progetto iniziale, pensò di trasformare questa parte del monumento in un grande altare laico dedicato alla Nazione e ai suoi valori. La sua decorazione – lunga 70 metri e alta 5 – si deve allo scultore lombardo Angelo Zanelli (1879-1942), che, risultato vincitore di concorso bandito nel 1908, concluse il lavoro nel 1925.
IL FREGIO DI ANGELO ZANELLI SULL’ALTARE DELLA PATRIA
Zanelli, originario della provincia di Brescia, si era formato nell’alveo del classicismo, per poi restare affascinato dal linguaggio simbolista e dagli stilemi del Liberty. Per questo, nel realizzare il fregio scultoreo dell’Altare scelse di coniugare riferimenti all’antico e suggestioni internazionali mutuate dalle tendenze più avanzate del tempo. La statua della Dea Roma, centrale nella sua edicola con fondo a mosaico dorato, in particolare, mostra una spiccata sensibilità verso l’opera di Gustav Klimt e la Secessione viennese. Ai lati dell’edicola si snodano due bassorilievi, concepiti come cortei: sul lato occidentale, L’Amor patrio che pugna e vince; sul lato orientale, Il Lavoro che edifica e feconda.
IL RESTAURO DELL’ALTARE DELLA PATRIA
L’obiettivo del restauro, avviato il 28 marzo con l’allestimento dei ponteggi, è il ripristino del valore artistico dell’opera: l’Altare e la sua decorazione, infatti, si presentano oggi in uno stato di conservazione precario e in alcune zone critico, per via di umidità e temperature elevate dovute alla prolungata esposizione al sole, che hanno favorito il formarsi sulla superficie lapidea di una patina scura, dovuta all’accumulo di micro-alghe, funghi e licheni. Questi organismi, che rendono difficile percepire il pregio della decorazione e leggerne i soggetti, sono anche causa del degrado meccanico e chimico delle superfici. Alla necessità di intervenire per preservarle risponde la campagna di restauro che sarà completata alla fine di ottobre 2023 (in tempo per le celebrazioni del 4 novembre), affidata alla direzione di Edith Gabrielli (direttrice del VIVE), ed eseguita da Susanna Sarmati. Oltre ad arrestare i fenomeni di degrado, l’intervento si prefigge di restituire la piena leggibilità al fregio di Zanelli (e il conseguente recupero critico dell’artista), ma anche di acquisire nuove conoscenze sulle fasi costruttive dell’opera. Si procederà quindi in tre fasi: fino all’inizio di luglio, i lavori interesseranno le porzioni laterali dell’Altare, poi si passerà alla porzione centrale di destra, compresa La Dea Roma, e infine alla porzione centrale di sinistra, per garantire il servizio della Guardia d’Onore alla Tomba del Milite Ignoto, e lo svolgimento delle cerimonie istituzionali. Per il pubblico, la campagna di restauro sarà opportunità per apprezzare da vicino l’Altare della Patria in una nuova prospettiva; secondo un’impostazione sempre più diffusa, infatti, il cantiere sarà aperto, con visite guidate sui ponteggi in programma il 23 aprile, l’11 giugno, il 27 agosto e il 27 settembre. Nel frattempo l’istituto VIVE ha avviato una campagna di studio, di catalogazione e restauro dei gessi oggi in deposito all’ex Mattatoio di Roma, bozzetti e modelli dell’Altare della Patria realizzati sia Angelo Zanelli, sia da altri partecipanti al concorso. Una volta recuperato, l’insieme rientrerà a pieno titolo nel patrimonio del VIVE e il prossimo 25 ottobre, in concomitanza con la chiusura del cantiere di restauro dell’Altare, i gessi saranno protagonisti della mostra allestita nella Sala Zanardelli del Vittoriano, dedicata alla figura di Angelo Zanelli e alla decorazione dell’Altare della Patria.
Livia Montagnoli
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