Gli Uffizi Diffusi continuano il tour e arrivano fino al Vittoriale degli Italiani sul Garda
La Casa Museo più famosa d'Italia ospiterà alcune delle opere conservate nei depositi del museo fiorentino, secondo un programma avviato dal direttore degli Uffizi Eike Schmidt due anni fa
Le opere conservate nei depositi delle Gallerie degli Uffizi raggiungono le rive del Lago di Garda, entrando nel celebre Vittoriale degli Italiani per una nuova tappa degli Uffizi Diffusi. L’ultima casa di Gabriele d’Annunzio – il Vate di cui nel 2023 sono celebrati i 160 anni dalla nascita con mostre, iniziative e un tour virtuale in 3D – diventa così una nuova sede del grande programma, avviato dal direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt per portare in alcuni prestigiosi luoghi del territorio italiano le opere del museo fiorentino a cui il pubblico solitamente non ha accesso. L’alleanza, lanciata dal presidente del Vittoriale Giordano Bruno Guerri durante un evento all’Archivio di Stato di Pisa, dovrebbe avvenire a breve su spinta dello stesso Schmidt.
LE OPERE DEGLI UFFIZI AL VITTORIALE DEGLI ITALIANI
“Considerando il ruolo fondamentale di Gabriele d’Annunzio per la conoscenza e la tutela dei beni culturali in Toscana, e anche degli Uffizi, saremo molto lieti di rendere evidenti a tutti queste connessioni in un’esposizione al Vittoriale; l’auspicio è di riuscire a realizzarla quanto prima”, ha commentato Schmidt. “Sono felice che il direttore Eike Schmidt, con il quale mi sono trovato subito in piena sintonia, abbia accolto con entusiasmo l’idea di portare preziose opere degli Uffizi al Vittoriale degli Italiani, in ricordo dell’amore di Gabriele d’Annunzio e del suo amore per Firenze, per gli Uffizi e per i beni culturali”, ha sottolineato a sua volta lo storico presidente del Vittoriale. “Questo accordo rende evidente quanto sia utile la collaborazione tra istituzioni museali”, ha aggiunto.
IL PROGETTO DEGLI GLI UFFIZI DIFFUSI
Il progetto degli Uffizi Diffusi è stato avviato nel 2021 dall’attuale direttore – ormai prossimo al termine del suo secondo mandato – come capofila di una serie di iniziative di coinvolgimento del territorio toscano e italiano (come le Terre degli Uffizi). Questo ha portato il museo a stringere, nel corso degli anni, delle costruttive alleanze con circa un centinaio di sedi museali nostrane. Di volta in volta, grazie a questa iniziativa, sono state ospitate quelle opere che, secondo una mentalità “eticamente scorretta” (come detto al tempo dallo stesso Schmidt), erano chiuse da tempo dentro i sovraffollati depositi del museo fiorentino. Ne è emerso un modello di successo, che ha fatto della cooperazione la sua cifra distintiva: a questa si è inevitabilmente contrapposta la proposta avanzata alcuni mesi fa dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano per l’istituzione degli “Uffizi 2” dove esporre quei “cinque milioni di reperti [ospitati agli Uffizi] di cui solo 480mila esposti al pubblico”. Un piano che risolverebbe il problema, in presenza di fondi e programmi, ma in assenza dei quali si è fatto solo passare del tempo, lo stesso che nel frattempo viene impiegato da Schmidt, Guerra e altri direttori per realizzare programmi espositivi ad hoc e ricavandone delle proficue alleanze.
Giulia Giaume
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