Arte tessile e contemporanea in mostra a Brescia
Tappeti, ricami, sculture in tessuto e installazioni immersive: la mostra al Castello di Brescia unisce manufatti del Turkestan e arte contemporanea. Un dialogo tessile fra Oriente e Occidente
Prosegue il programma espositivo delle Capitali Italiane della Cultura 2023: la mostra allestita nel Grande Miglio del Castello di Brescia è dedicata alle elaborazioni tessili dell’arte contemporanea e dell’artigianato tradizionale. I nodi dei giardini del Paradiso, organizzata da Fondazione Tassara in collaborazione con Fondazione Brescia Musei, riunisce trentacinque preziosi tappeti provenienti dal Turkestan (una vastissima regione che attraversa nove Paesi dell’Asia centrale) e li pone in dialogo con le opere di artisti di rilievo internazionale.
LA MOSTRA AL CASTELLO DI BRESCIA
A colpire è certamente l’allestimento della mostra. I tappeti e le opere sono inseriti in un’installazione dalle dimensioni ambientali in cui il filo rosso del tessuto è più che metaforico: lo spazio espositivo, infatti, è continuamente attraversato da cordami cremisi che guidano gli astanti all’interno del percorso e che, talvolta, fungono persino da supporto. A firmare l’operazione è LETIA – Letizia Cariello, artista e co-curatrice della mostra insieme a Giovanni Valagussa. In questo labirinto di stoffa, emergono i lavori di artisti che hanno fatto del tessuto uno strumento per esprimere istanze sia intime che socio-politiche. L’opera di maggior rilievo è senza dubbio quella di Alighiero Boetti, un esemplare della celebre serie delle Mappe. Subito al di là si incontra un collage tessile del ghanese Ibrahim Mahama tanto variopinto quanto l’intervento scultoreo di Raúl de Nieves.
L’ARTE DEI TAPPETI IN MOSTRA A BRESCIA
Come le vele di un vascello, i secolari tappeti scandiscono lo spazio espositivo, sospesi a mezz’aria fra cime e gomene scarlatte. Tali esemplari, provenienti da città lontane come Tashkent, Khotar o Kashqar e prodotti tra Settecento e Ottocento, si alternano ai ricami di Herta Ottolenghi Wedekind, artista che negli Anni Venti tradusse su tessuto una personale astrazione simmetrica dalle suggestioni alla Rorschach. Si instaura così un viaggio immaginario sulla Via della Seta, in cui i confini tra Oriente e Occidente si fanno tanto labili quanto quelli fra arti visive e arti applicate. La cultura e la tradizione racchiuse nell’arte del tappeto, con le sue variazioni in termini di decorazione, tessuto e colori, sono esaltate nella mostra bresciana proprio grazie a un approccio contemporaneo all’artigianato, presentato nella misura non solo delle sue peculiarità tecniche, ma anche delle sue facoltà narrative.
Alberto Villa
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