Il Berggruen Institute si presenta alla Casa dei Tre Oci a Venezia

L’edificio neogotico alla Giudecca è stato acquistato nel 2021 dal filantropo Nicolas Berggruen, per farne la sede europea del Berggruen Institute, che dal 3 all'8 giugno si presenta alla città. Si comincia con Agamben e Obrist, prima della riapertura ufficiale nel 2024

Nicolas Berggruen (Parigi, 1961), filantropo francese e fondatore, a Berlino, del museo che porta il suo nome, ha acquistato la Casa dei Tre Oci nel 2021; in precedenza l’edificio in stile neogotico, costruito nei primi anni del Novecento, aveva fatto capo per vent’anni alla Fondazione di Venezia, diventando uno dei principali centri italiani dedicati alla fotografia. E l’acquisto da parte del Berggruen Institute – think tank indipendente e non profit, attivo sui temi delle politiche internazionali e delle sfide globali del XXI secolo, fondato nel 2010 dal filantropo – non ha mai messo in discussione la sua destinazione d’uso, preservando l’indirizzo culturale del luogo, scelto per ospitare la sede europea dell’Istituto (il quartier generale internazionale è a Los Angeles), votata ad accogliere simposi, vertici, workshop e convegni, ma anche mostre dedicate alla fotografia, all’arte e all’architettura, in cooperazione con grandi musei ed enti internazionali. A confermare la volontà di scommettere sul futuro di Venezia, per rilanciarne il ruolo di fucina creativa, nel 2022 Berggruen ha acquistato anche Palazzo Diedo, edificio settecentesco nel sestiere di Cannaregio, destinato ad accogliere il Berggruen Arts & Culture, dopo un ambizioso intervento di restauro coordinato dall’architetto Silvio Fassi, che si concluderà nel 2024.

Lorenzo Marsili

Lorenzo Marsili

LE INTERVISTE DI HANS ULRICH OBRIST ALLA CASA DEI TRE OCI

Intanto l’attenzione si concentra sulla Casa dei Tre Oci, che dal 3 all’8 giugno si presenta alla città anticipando le sue attività come sede europea del Berggruen Institute e presentando il suo direttore italiano, il filosofo-scrittore Lorenzo Marsili, fondatore della Ong politica transnazionale European Alternatives, ma anche editore e fondatore della rivista indipendente Naked Punch Review. L’apertura, il 3 giugno, è affidata a una speciale mini-maratona di interviste condotte dallo storico dell’arte, curatore e critico svizzero Hans Ulrich Obrist (Zurigo, 1968; autore di un vasto progetto di interviste in corso, The Interview Project: oltre 4mila le ore registrate finora, l’archivio è al Luma di Arles), per dare il senso della programmazione futura dell’istituto, volta a onorare l’attitudine del luogo, storico centro di pensatori e intellettuali. La Casa dei Tre Oci ospiterà, infatti, conversazioni aperte al pubblico e incontri con figure di rilievo internazionale, per confermarsi un polo creativo dove le idee possono realizzarsi. Nella serata inaugurale, Obrist – che ha recentemente presentato a Venezia il suo ultimo libro, A che cosa serve l’arte, scritto con Gianluigi Ricuperati – dialoga con Giorgio Agamben, Francesca Bria, Rana Dasgupta, Marina Garcés, Carlo Rovelli e Lea Ypi, dopo i saluti di benvenuto di Berggruen e Marsili e il discorso di apertura di Agamben. A seguire, il 4 e 5 giugno, si terrà il workshop a porte chiuse Europe as a planetary laboratory, con filosofi, esperti di tecnologia, economisti e scrittori; dal 5 al 7 è prevista la seconda convocazione annuale del Tre Oci Council, incontro privato di leader e pensatori internazionali. Per sabato 8 giugno, invece, è in programma una visita guidata (con aperitivo) aperta al pubblico, con l’architetto Silvio Fassi. Solo un’anticipazione di quel che sarà, ma solo a partire dal 2024: dopo la settimana di lancio, infatti, la Casa dei Tre Oci chiuderà per restauri, in vista della riapertura ufficiale del prossimo anno.

Livia Montagnoli

https://www.berggruen.org/

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