A New York apre lo spazio espositivo dedicato a Piazza Tienanmen
Mentre perfino a Hong Kong si continua a censurare il ricordo del massacro in Cina del 1989, New York gli dedica una mostra permanente per non dimenticare
Ha aperto in occasione del 34° anniversario di una delle lotte contro l’ingiustizia e la censura più emblematiche del secolo scorso, il nuovo spazio espositivo newyorkese dedicato alla commemorazione del massacro di Piazza Tienanmen del 1989 a Pechino. A oggi, dunque, il Memorial Museum del 4 giugno ospita l’unica mostra permanente al mondo che ricorda il drammatico avvenimento. Già ad Hong Kong, unico luogo in Cina in cui è stato possibile organizzare in passato grandi tributi pubblici per ricordare le vittime, gli attivisti avevano provato ad aprire uno spazio simile, costretto però a chiudere dalle autorità nel 2021. Da allora, a fronte di una repressione costante, le commemorazioni sono diventate in gran parte private. Il gruppo di attivisti di New York che ha deciso di aprire il memoriale, intanto, ribadisce come a decenni dalla tragedia, gli obiettivi originali dei manifestanti – tra cui la rivendicazione della libertà di stampa e di parola – siano ancora più lontani che mai dall’essere raggiunti: l’abolizione della censura, in Cina, sembra un miraggio, come raccontano molti artisti dissidenti cinesi.
IL MEMORIAL MUSEUM DI TIENANMEN A NEW YORK
La mostra permanente è ospitata in un spazio di circa 180 mq, un tempo adibito a uffici, al quarto piano di un edificio in Herald Square, sulla Sixth Avenue a Manatthan. Il Memorial Museum ha inaugurato proprio il 4 giugno scorso e custodisce oggetti ritrovati a Piazza Tienanmen, cimeli tra cui striscioni, lettere scritte ai manifestanti imprigionati e una maglietta macchiata di sangue, oltre a foto, volantini e ritagli di articoli di giornale del tempo. Lo spazio espositivo è stato pensato e organizzato da un gruppo di attivisti, tra cui persone direttamente coinvolte nelle proteste del 1989, come Wang Dan.
GLI ATTIVISTI DEL MEMORIAL MUSEUM DEL 4 GIUGNO
“Non c’è più nulla che Hong Kong possa fare per la democrazia e la libertà della Cina. Ha le mani legate. Spero che il Memorial Museum del 4 giugno ci porti nel prossimo futuro a lavorare con le scuole di New York, in modo che gli studenti possano comprendere la vera storia della Cina”, spiega Wang. Zhou Fengsuo, sessantenne ex leader studentesco di Tienanmen in esilio, è un altro dei membri che hanno contribuito a progettare lo spazio espositivo: “A oggiquesto è l’unico luogo dove vive la speranza per una Cina libera”, racconta. L’ambasciata cinese a Washington non ha ancora rilasciato commenti a riguardo. David Yu, direttore esecutivo del gruppo che ha organizzato la mostra, racconta che molti degli oggetti presenti in mostra sono appartenuti un tempo a suoi amici: “Siamo molto più di un museo, siamo un simbolo di sfida”, aggiunge. Gli organizzatori sperano di trasformare l’esposizione permanente in un museo a tutti gli effetti; per questo motivo hanno aperto una raccolta fondi, che per ora ha ottenuto circa 500mila dollari, su un obiettivo finale di 2 milioni di dollari.
Gloria Vergani
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