In Abruzzo torna il simposio di scultura che porta sulle case i murales di pietra
Per la terza edizione di “10 Giornate in Pietra” saranno 13 i nuovi “Pietrales” che andranno a ravvivare il volto del paese di Lettomanoppello. Ce ne parla il curatore e presidente Giacinto di Pietrantonio
A Lettomanoppello, in Abruzzo, c’è un particolare simposio internazionale di scultura chiamato 10 Giornate in Pietra, nel cui ambito sono nati i cosiddetti “Pietrales”, murales in pietra di circa 120 x 200 cm realizzati da scalpellini, artigiani e studenti delle accademie di mezza Italia da installare sulle case degli abitanti del posto. L’iniziativa giunta alla terza edizione, curata da Giacinto Di Pietrantonio con la direzione artistica di Stefano Faccini e la gestione dell’assessora al Turismo Arianna Barbetta, occuperà il centro storico per dieci giorni, dal 28 luglio al 6 agosto. Ad animare la festa, oltre a spettacoli e laboratori, i 13 nuovi Pietrales che raggiungeranno i 30 già applicati.
La terza edizione del simposio ’10 Giornate in Pietra’
“Dopo quello della Pietra Bianca e Pietra Nera della Majella nel 2021 e dell’Ambiente nel 2022, quest’anno sarà la volta del tema dell’Acqua specchio dell’umanità” spiega il direttore artistico Stefano Faccini. “Le ’10 Giornate in Pietra’ possiedono l’obiettivo principale della manualità che viene declinato quest’anno secondo il tema dell’acqua: nella basilare e critica relazione con l’essere umano. La manifestazione in questa edizione diviene più che mai un’azione di arte pubblica contemporanea in una forma collettiva quale quella del simposio”.
Gli artisti italiani e stranieri invitati a partecipare a questa edizione sono Sandro Aceto, Leonardo Antonucci, Ervim Kilic, Petra Lange, Luka Radojevic, Pietro De Scisciolo, Valeria Vitulli, nonché lo scalpellino Massimo Blasioli. Ospite d’onore è Vito Maiullari, scultore e docente di Tecniche del marmo e delle pietre dure delle Accademie di Belle Arti di Bari, Foggia e Reggio Calabria. Parteciperanno come sempre anche gli studenti di varie Accademie di Belle Arti, da Andrea Catolino e Yang Yun Xuan dell’Albertina di Torino a Michela Cicciomessere dell’Accademia di Foggia e Névoa-na-rua dell’Accademia dell’Aquila. Da quest’anno – grazie alla collaborazione con l’Associazione Franco Ciancabilla dell’Alto Reno Terme – vi saranno anche lo scalpellino Giancarlo Degli Esposti e l’artista Patrizia Gambari.
Il progetto dei Pietrales a Lettomanoppello
“Il progetto dei Pietrales guarda al futuro, partendo dalle radici salde del nostro paese legate agli scalpellini e alla lavorazione della pietra bianca della Majella. Un’azione partecipata, portata avanti con gli operatori della pietra, i cittadini, le associazioni e che vede realizzarsi un progetto collettivo con cui riusciremo a promuoverci come Paese dei Pietrales”, ha commentato l’assessora al Turismo Arianna Barbetta. Nelle dieci serate gli artisti, gli studenti e gli scalpellini presenteranno alla cittadinanza il proprio lavoro affiancati da musicisti, registi e attori come il cantautore abruzzese Setak, la compositrice jazz Melanie De Blasio, la musicista folklorica Irida Gjergji, la sound designer e violoncellista Flavia Massimo, il pioniere dell’hip hop Dj Disastro e Hey scenario. La manifestazione – finanziata dalla Regione, dal Parco Nazionale della Majella e da imprese come la cava Addario Camillo Group (che ha fornito la pietra bianca) e il laboratorio di Sante Aceto che l’ha preparata – prevederà anche uno spazio laboratoriale a cura di Marija Markovic per bambini e adulti.
Intervista a Giacinto Pietrantonio, presidente e curatore delle ’10 Giornate in Pietra’
Qual è la storia e tradizione dei Pietrales?
Lettomanoppello, che è il paese in cui sono nato e cresciuto e dove vive tutta la mia famiglia, è denominata Città della Pietra in quanto ha una tradizione di scalpellini, che hanno lavorato un po’ ovunque facendo lavori per le architetture o nel campo del restauro di materiali lapidei, alcuni anche alla cupola di Michelangelo in Vaticano. Data questa tradizione secolare, fin dagli anni Novanta del secolo scorso si è tenuto, a singhiozzo, un simposio in cui scultori venivano in paese per un breve periodo estivo e facevano delle sculture ispirate ai grandi scultori del Novecento tipo Henry Moore, disseminate in alcuni luoghi del paese.
E il simposio come è nato?
Tre anni fa il sindaco Simone Romano D’Alfonso e l’assessora Arianna Barbetta mi hanno chiamato, chiedendomi se gli davo una mano. Sono tornato dopo qualche giorno proponendo di trasformare il simposio da una libera partecipazione alla scultura a uno in cui ci fossero due focus: uno quello di invitare gli scultori a scolpire un bassorilievo su una lastra di pietra che sarebbe poi stato attaccato alle pareti esterne delle case dei cittadini, facendo dei murales di pietra chiamati appunto Pietrales. L’altra cosa era quella di lavorare su un tema ogni anno. La risposta da parte loro e del direttore artistico del simposio Stefano Faccini è stata entusiasta.
Come parteciperà attivamente la popolazione?
La popolazione partecipa a vari livelli sia individualmente che tramite le associazioni che vanno da quelle degli Alpini alla Proloco, dall’Associazione delle donne Athena a quella dei Pensionati. Queste offrono assistenza di vario tipo che va dall’ospitalità e ai letti per dormire al cibo e bevande, dalla realizzazione delle didascalie stampate su pietra all’assistenza tecnica a scultori, scalpellini e studenti delle accademie di Belle Arti. Poi ci sono anche dei laboratori condotti da scultori che hanno partecipato alle passate edizioni che si offrono sempre più di guidarli. E c’è tutta la popolazione a seguire la visita guidata ai Pietrales.
Sono state apprezzate localmente e/o nazionalmente le prime due edizioni del simposio?
Sì, in un crescendo, ad esempio la popolazione mette a disposizione le pareti delle case, cosa all’inizio scontata, infatti il primo anno abbiamo faticato a trovarne 12, ma già dal secondo anno, lo scorso, la gente ci chiede quando mettiamo un Pietrales sulla parete della loro casa. Una richiesta che ci ha spronato a partecipare a vari bandi. Ne abbiamo vinto uno che ci permetterà di aggiungere da settembre in avanti altri 30 pietrales che verranno realizzati in aggiunta ai 13 del simposio di quest’anno.
Come sarà trattato il tema dell’acqua?
I temi sono sempre legati all’ambiente, alla sostenibilità, quest’anno abbiamo scelto il tema dell’acqua per due motivi: uno perché è un bene prezioso e primario dell’umanità e che va salvaguardato, l’altro in quanto sulla e con la pietra non è facile realizzarlo e quindi costituisce anche una sfida sia ideativa che tecnica. Per questo confidiamo nelle grandi capacità dei partecipanti al simposio, artisti studenti, scalpellini che finora non ci hanno mai deluso.
Giulia Giaume
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