La Carrara in Alta Quota. Escursioni nei rifugi alpini per cercare le opere del museo di Bergamo

Oltre alla presenza delle riproduzioni dei capolavori dell’Accademia Carrara di Bergamo, per tutta l’estate le strutture montane si chiameranno come l’artista ospite

La storia dell’arte italiana sale sulle cime delle montagne. Succede con il progetto La Carrara in Alta Quota che prevede tra luglio e agosto un ciclo di escursioni a tema artistico nel territorio montano del bergamasco per raggiungere alcuni capolavori dell’Accademia Carrara di Bergamo in trasferta nei rifugi alpini. Oltre alla presenza delle riproduzioni delle opere, per tutta l’estate i nomi delle singole strutture ricettive saranno completate dal nome dall’artista ospite. Come l’ultima tappa il 23 luglio nel ribattezzato Rifugio Antonio Curò Hayez.

La mostra “Vette di Luce” all’Accademia Carrara di Bergamo

Il progetto, ideato in occasione della mostra Vette di Luce aperta in Carrara fino al 3 settembre 2023 per legare la storia dell’arte alla cultura dell’alpinismo che appassiona tantissimi bergamaschi e non, si inserisce nelle celebrazioni per i 150 anni della fondazione della sezione del CAI di Bergamo e nel più ampio contenitore di Bergamo Brescia Capitale della Cultura, dove la montagna è protagonista. “Le Alpi Orobie sono state frequentate dai pittori che ne hanno percorso i sentieri, raggiunto le cime, osservato gli aspetti naturali, con l’intenzione di documentarne la bellezza e di condividerla con gli altri”, spiega Maria Cristina Rodeschini direttrice Accademia Carrara ancora per qualche mese e co-curatrice con Filippo Maggia della mostra di pittura ottocentesca e di una rilettura delle Alpi Orobie del fotografo alpinista Naoki Ishikawa. “Dalla seconda metà dell’Ottocento, con l’affermarsi del gusto per il paesaggio, alcuni tra i migliori allievi dell’Accademia di Belle Arti Carrara praticano con successo il genere che per alcuni di essi diverrà una vera e propria specializzazione”.

Francesco Hayez, Caterina Cornaro riceve l’annuncio della sua deposizione dal Regno di Cipro, 1842, Donazione di Giulia Frizzoni, 1932, Accademia Carrara, Bergamo
Francesco Hayez, Caterina Cornaro riceve l’annuncio della sua deposizione dal Regno di Cipro, 1842, Donazione di Giulia Frizzoni, 1932, Accademia Carrara, Bergamo

La Carrara in Alta Quota nei Rifugi CAI

Da qui l’idea di creare un “museo diffuso della montagna”, con il coinvolgimento di diciassette rifugi CAI che ospitano altrettante riproduzioni di capolavori della collezione bergamasca selezionati tra le opere più note del Museo: sei di loro sono meta di escursioni gratuite e aperte a tutti, insieme a un accompagnatore CAI e a una guida museale. Dopo la prima passeggiata al Rifugio Albani Mantegna dello scorso 2 luglio, la seconda tappa è stata il 23 luglio al rifugio Antonio Curò Hayez, nel comune di Valbondione (BG), dove è esposta a 1.915 metri di altitudine la riproduzione dell’opera Caterina Cornaro riceve l’annuncio della sua deposizione dal Regno di Cipro, realizzata da Francesco Hayez nel 1842 e custodita in Accademia Carrara. Il rifugio, situato nella conca del Bacino del Barbellino, svetta di fronte alle magnifiche creste del Recastello e del pizzo Coca, nel cuore del parco delle Orobie bergamasche.

Le prossime tappe di “Carrara in Alta Quota”

I prossimi incontri sono al rifugio Cesare Benigni Botticelli (30 luglio), al rifugio Alpe Corte Moroni (12 agosto), al rifugio Nani Tagliaferri Bellini (17 agosto), al rifugio Fratelli Calvi Raffaello (20 agosto), e al rifugio Baroni al Brunone Tiziano (27 agosto). Grazie al rifugio Tagliaferri Bellini, situato in valle di Scalve ad un’altitudine di 2.328 m, Accademia Carrara e CAI Bergamo realizzano anche il progetto più ad alta quota nell’anno di Bergamo e Brescia Capitale Italiana della Cultura. “Creiamo, grazie a questa iniziativa, un museo diffuso che porta il racconto della Carrara a spingersi fino ai confini tra terra e cielo”, conclude Gianpietro Bonaldi, general manager Accademia Carrara. “Nei rifugi, testimoni di avventure e fatiche, la forza identitaria della montagna e quella dell’arte si ritrovano, in silenzio, a farsi scoprire e ammirare per la medesima prova di rispetto e responsabilità nei confronti del bello”.

Claudia Giraud

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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