La scena artistica contemporanea della Giordania. Sorprendente varietà e dinamismo
Continua la nostra inchiesta sul mondo della cultura in Medioriente, dove spesso musei e fondazioni si fanno promotori della creatività e dei linguaggi contemporanei. Questa volta vi raccontiamo il sistema dell’arte in Giordania
Paese fra i più stabili del Medio Oriente, ricco di storia e di cultura, la Giordania ha una scena artistica molto attiva, anche grazie all’impegno delle fondazioni private. Fra le più attive è la Darat al Funun – The Khalid Shoman Foundation, attiva dal 1988. La direttrice, Luma Hamdan, ce ne racconta la missione e i progetti.
Come e perché è nata la Fondazione?
Darat al Funun (“casa delle arti”) sorge nel cuore di Jabal Al Lweibdeh, collina che domina il cuore di Amman; occupa sei edifici storici degli anni Venti e un sito archeologico con una chiesa bizantina del VI secolo, costruita sopra un tempio romano. Nata nel 1988, Darat al Funun – The Khalid Shoman Foundation sostiene gli artisti del mondo arabo. È un luogo di incontro e di scambio, dove gli artisti in residenza producono ed espongono il loro lavoro, mentre gli accademici ricercano e si impegnano nel dibattito critico. Inoltre, attraverso il nostro pubblico programma di conferenze, workshop, proiezioni di film e spettacoli culturali, sosteniamo e presentiamo al pubblico tutte le espressioni artistiche contemporanee.
Ricevete fondi dal governo?
Darat al Funun è una fondazione senza scopo di lucro che opera autonomamente per programmare le proprie attività e iniziative.
Più in generale, cosa fa il governo per sostenere la scena culturale?
Il governo, da parte sua, ha implementato diverse iniziative per promuovere e sostenere la scena culturale del Paese. Il Ministero della Cultura è responsabile della conservazione del patrimonio culturale e dello sviluppo delle industrie creative, fornendo finanziamenti e assistenza ad artisti e istituzioni culturali attraverso vari programmi. Il governo supporta anche numerosi festival culturali, tra cui il Festival di Jerash, il Festival di Petra e la Fiera internazionale del libro di Amman. Infine, il governo è impegnato nella conservazione di siti come Petra, Jerash e le fortezze nel deserto. Nel complesso, il governo giordano riconosce il valore della promozione e conservazione del patrimonio culturale del Paese e sostiene attivamente la scena culturale.
Cosa pensa dell’arte contemporanea in Giordania? Ci sono temi cui gli artisti sono particolarmente interessati?
Come ovunque nella regione, gli artisti in Giordania sono interessati alle urgenze politiche e ambientali del momento. Alcuni artisti “pionieri” hanno aperto la strada a una generazione più giovane che sta ora sperimentando i nuovi media: fotografia, video arte e installazioni, dove sono presenti temi comuni di identità, in particolare in relazione al luogo e alla geografia. La Giordania è al centro della regione, e quindi ha sempre visto un afflusso di persone di diversa estrazione. Questo è stato un catalizzatore per la creazione di una scena artistica diversificata e fiorente e ha reso la Giordania un luogo importante per lo scambio e la sperimentazione.
Come è cambiata nel tempo la scena artistica del Paese?
Nel corso degli anni, la scena contemporanea si è evoluta e adesso troviamo molte gallerie che rappresentano artisti giordani sia a livello locale sia all’estero. La Jordan National Gallery of Fine Arts ha una vasta collezione e un programma che supporta anche artisti giordani. Inoltre, vengono continuamente lanciate iniziative e progetti artistici su larga scala, come la settimana del design di Amman, che è stata organizzata per tre anni consecutivi dal 2017 al 2019.
Qual è il ruolo delle donne nell’arte contemporanea giordana?
La Giordania ha una fiorente scena artistica contemporanea, in cui le donne stanno svolgendo un ruolo sempre più importante negli ultimi anni. In generale, molte artiste donne in Giordania e nel mondo arabo hanno ottenuto riconoscimenti internazionali per il loro lavoro. Le artiste in Giordania esplorano una vasta gamma di linguaggi, fra cui pittura, scultura, installazione, fotografia, video e performance. Darat al Funun ha esposto le opere di molte importanti artiste come Etel Adnan, Mona Hattoum, SamiaHalabi, Mona Saudi, Emily Jacir, tra le altre e le loro opere sono incluse anche nella collezione privata di Khalid Shoman.
La direttrice di Darat al Funun è un’artista…
Siamo orgogliosi che la fondatrice di Darat al Funun, Suha Shoman, sia una delle artiste pioniere della regione. Ha studiato arte con l’artista turco-giordano Fahrelnissa Zeid, esponente di spicco della Nouvelle École di Parigi negli anni ’50. Ancora oggi, molte donne lavorano attivamente sulla scena artistica giordana e alcune dirigono fondazioni e progetti artistici. La partecipazione delle donne ai nostri programmi spesso supera la partecipazione degli uomini; ad esempio, la nostra ultima mostra collettiva Re-Rooting ha visto la partecipazione di 19 artiste su 23, e l’ultima edizione della Darat al Funun Summer Academy ha invitato 7 artiste donne.
La Fondazione collabora con le scuole del territorio? Avete pensato programmi specifici?
Darat al Funun accoglie studenti da scuole locali pubbliche e private in tutta la Giordania per visitare e conoscere le sue mostre ed esplorare la biblioteca d’arte, che è ricca sia di riferimenti stampati sia di archivi digitalizzati di attività culturali passate, messi a disposizione dei ricercatori e del grande pubblico. Darat al Funun ha un programma specializzato di educazione artistica per gli studenti; Nahnou Together è stato lanciato dal British Council nel 2006 in Giordania, Siria, Regno Unito, in collaborazione con la Tate di Londra. Il programma riunisce specialisti, artisti, curatori, attraverso scambi e dialoghi sia di persona che da remoto.
Progetti per il futuro?
Abbiamo numerosi programmi e progetti in cantiere. Vogliamo rimanere un hub per la ricerca e continuare a supportare gli artisti nei rispettivi settori; ad esempio, abbiamo recentemente rilanciato la serie mensile di conferenze sull’architettura Diwan Al-Mimar, che ospita architetti e progetti fra i più interessanti del mondo arabo. Alla fine dello scorso anno, abbiamo anche introdotto Cinematheque@TheLab, un programma che presenta film, dibattiti e sessioni accademiche specifiche per rispondere ai temi principali delle nostre mostre. Inoltre, continueremo con i nostri programmi e progetti regolari, che sviluppiamo e ampliamo costantemente per soddisfare le esigenze della scena locale.
Niccolò Lucarelli
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