I Magazzini Generali di Livorno si trasformano in un distretto culturale
Il progetto di rigenerazione urbana prevede il riuso dei locali di Forte San Pietro, storicamente usati come deposito merci provenienti dal porto. Un restyling che accompagna la nascita di iniziative sociali e culturali per ridefinire l’identità della zona
Gli storici Magazzini Generali di Livorno, costruiti nel 1918, si trasformano in un distretto culturale nell’ambito del progetto di rigenerazione urbana dell’area del Forte San Pietro. Questi locali, assieme alla Casa del Veterinario e il Fondo ex Elettrauto, diventeranno così spazi dedicati ad attività culturali capaci di ridefinire l’identità della zona e favorirne la valorizzazione. Così gli ex depositi merci del porto rinascono sotto il nome di MG 48°50° latitudine arte contemporanea, con la direzione dell’artista e curatore Juan Pablo Macìas e della curatrice indipendente Alessandra Poggianti. La nuova identità visuale, invece, è stata studiata da Brice Delarue (studio zirkumflex), sulla base di una ricerca di caratteri tipografici di stampo industriale del XX secolo, e riadattate ai giorni nostri.
MG 48°50°. La nuova realtà dei Magazzini Generali di Livorno
Il complesso dei Magazzini Generali è ben radicato sul territorio livornese grazie alla sua posizione privilegiata all’interno dell’area portuale. Uno snodo di interscambi culturali che guarda e si proietta verso il mondo, senza tralasciare il potenziale delle realtà pubbliche e private locali che contribuiscono allo sviluppo della zona. Attraverso un sistema gestionale collaborativo, che mette in relazione il patrimonio materiale e immateriale, conservazione e innovazione, MG 48°50° intende porsi come un punto di riferimento per la ricerca, la produzione e l’alta formazione artistica, ponendo un’attenzione particolare alla contemporaneità.
I Magazzini Generali di Livorno cambiano volto con l’arte contemporanea
All’esterno dei Magazzini Generali, l’artista inglese Mark Titchner traccia il primo punto di COORDINATE, progetto a cadenza biennale che prevede una serie di interventi di artisti che, dai Magazzini, si diffondono per l’area circostante. Il Magazzino 6 ospita la mostra di Fabrizio Basso, tra i primi artisti italiani a realizzare installazioni audio e anticipare temi che confluiscono nella successiva arte pubblica e relazionale degli anni ’90. Oltre trent’anni di lavoro sono raccolti e suddivisi in tre episodi, partendo dagli ASCOLTI. La sezione raccoglie tutti i lavori audio dell’artista che, dal 1979 a oggi, sono stati realizzati con collettivi che orbitavano nei centri sociali. Un’occasione per conoscere un lavoro pioneristico, basato sulla ricerca di una comunicazione alternativa e di nuovi linguaggi.
Valentina Muzi
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