Le mostre dell’estate 2023 da vedere tra Trentino e Dolomiti
Tra i grandi musei di riferimento dell’area, dal Mart al Castello del Buonconsiglio al Museion, e castelli, sentieri, interi borghi di montagna trasformati dall’arte. L’estate tra Dolomiti e Trentino è all’insegna della cultura
Attività all’aria aperta e relax ad alta quota sono gli attrattori delle più celebri destinazioni alpine tra Dolomiti e Trentino. Ma ricca e diversificata è anche l’offerta culturale dei principali musei dell’area e delle valli limitrofe, votate a un turismo intelligente, che sa valorizzare le testimonianze del passato (in zona sono numerosi i castelli e le residenze antiche) all’insegna dell’arte contemporanea, e investe sulla sinergia tra arte e natura per promuovere iniziative en plein air destinate a una platea eterogenea. Ecco le mostre e gli eventi dell’estate 2023 selezionati tra Trentino, Alto Adige e Veneto: da Rovereto a Trento e Bolzano, per raggiungere i castelli delle valli interne, i sentieri in quota, i borghi di montagna. Con un’incursione sull’Altopiano di Asiago.
Livia Montagnoli
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L’estate del Mart di Rovereto
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La Giostra della vita – MUSE di Trento
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Asad Raza – Museion di Bolzano
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Dosso Dossi – Castello del Buonconsiglio di Trento
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Bartolomeo Bezzi – Castello di Caldes
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Incontri in Giappone – Castel Stenico
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L’arte e il cambiamento climatico – Castel Belasi
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Ripido Illustration Festival – Brunico
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Il Lessico Americano di Flavio Favelli – Cortina d’Ampezzo
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Smach, la Biennale delle Dolomiti
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I Pittori della realtà – Asiago
C’è tempo fino alla fine di agosto per visitare la mostra dedicata all’influenza che Gustav Klimt (Vienna, 1862 – 1918) esercitò sugli artisti italiani del primo Novecento: per l’occasione, a Rovereto sono riuniti i due capolavori “italiani” del nume tutelare della Secessione viennese, Giuditta II (da Ca’ Pesaro) e Le tre età della donna (dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma).
Proseguirà invece fino a novembre il progetto espositivo che indaga il sodalizio fra Leonor Fini (Buenos Aires, 1907 – Francia, 1996) e Fabrizio Clerici (Milano, 1913 – Roma, 1993), pittori, illustratori, scenografi, costumisti che si conobbero a Parigi negli Anni Trenta, e seppero coltivare un legame professionale e personale longevo, dall’esito originale, che sfugge alle etichette. Eppure i due non mancarono di farsi ispirare e contaminare da maestri e compagni di viaggio incontrati lungo il percorso, da De Chirico e Savinio, passando per Berman e Lepri. Ambizioso lo sforzo organizzativo, che ha visto la collaborazione con l’Archivio Fabrizio Clerici, e porta al Mart oltre 400 tra dipinti, fotografie, video, costumi, oggetti di scena.
Nel frattempo, il museo ospita anche una completa retrospettiva su Mario Reviglione (Torino, 1883 – 1965), pittore, incisore e disegnatore attivo nel primo Novecento, che fu vicino al Simbolismo.
In parallelo si articola la programmazione nelle sedi distaccate di Casa Depero, con un focus sugli “itinerari vissuti tra natura, arte e turismo”, che scopre il Fortunato Depero instancabile esploratore del territorio e affascinato dai paesaggi naturali, e la Galleria Civica di Trento, con Domus Contemporanea. Il progetto si collega alla restituzione alla città di Trento dei resti della Villa Romana di Orfeo, documentando l’attività di autori e autrici italiani, moderni e contemporanei, che hanno fatto della rilettura dell’archeologia e della storia antica il fulcro delle loro ricerche. Si concretizza in questa occasione la collaborazione con quattro gallerie d’arte di Trento.
Ha recentemente spento le sue prime dieci candeline il MUSE di Trento, Museo della Scienza che ha ereditato il ruolo dello storico Museo di Storia Naturale della città, traslocando nel 2013 nell’architettura (dotata di orto e biotopo) progettata da Renzo Piano. Nell’approfondire le tematiche che orientano l’intera programmazione di esposizioni, attività e ricerca – natura e tecnologia, con un radicato interesse per la sostenibilità, si veda Deserto Italia, esposizione fotografica degli scatti di Stefano Torrione, sulle ferite inferte dal clima ai paesaggi italiani – la mostra dell’estate è dedicata alla “giostra della vita”. Anima Mundi, da un’idea di Stefano Zecchi, a cura di Beatrice Mosca, è ospitata a Palazzo delle Albere, e vuole leggere il mondo come un unico, grande organismo vivente. Per rappresentarlo, l’allestimento si articola in nove giostre in movimento, che mostrano le opere di artisti italiani e internazionali simbolo degli opposti: all’artista belga Koen Vanmechelen (Sint-Truiden, 1965) il compito di mettere in scena la Giostra della vita (con cento polli tassidermizzati rotanti), omaggio alla bellezza e alla diversità della vita.
È un dialogo tra arte visiva, scienza, architettura, danza ad animare il progetto Plot ospitato al Museion di Bolzano fino all’inizio di settembre: una mostra interdisciplinare e processuale dell’artista Asad Raza (Buffalo, 1974) con la partecipazione degli architetti BB (Fabrizio Ballabio, Alessandro Bava), dell’artista Lydia Ourahmane e della coreografa Moriah Evans. Al secondo piano dell’edificio ci si imbatte nell’installazione site specific Absorption, 60 tonnellate di terriccio artificiale (con prodotti di scarto, tra cui argilla, vinacce, polvere di marmo, fondi di caffè, cenere di forni per la pizza, capelli), continuamente mescolato e alimentato da un gruppo di coltivatori. Ai visitatori è così offerta la possibilità di riportare a casa con sé del terriccio fertile. Ma il progetto è anche un esperimento di allestimento in evoluzione, aperto alla partecipazione di altri artisti, che animano i diversi “capitoli” della storia, fino all’epilogo in programma per l’8 settembre, durante la Lunga notte dei musei.
La presenza di Dosso Dossi (San Giovanni del Dosso, 1489 – Ferrara, 1542) al Castello del Buonconsiglio di Trento è documentata tra il 1531 e il 1532, quando l’artista fu impegnato nella decorazione ad affresco della biblioteca del Principe Vescovo Bernardo Cles, insieme al fratello Battista. Mentre gran parte del ciclo parietale è andato perduto (ma fonti del tempo ne magnificano la bellezza, paragonandolo alla Cappella Sistina), sono arrivati fino a noi i diciotto dipinti su tavola realizzati per il soffitto a cassettoni, raffiguranti saggi, filosofi e oratori dell’antichità, ora restaurati e protagonisti della mostra I volti della sapienza. Dosso e Battista Dossi nella Biblioteca di Bernardo Cles, che li espone per la prima volta a portata di osservazione. Per l’occasione, il Buonconsiglio accoglie anche un centinaio di opere tra sculture, stampe, volumi e dipinti che favoriscono il confronto con soggetti analoghi raffigurati nel mondo classico e dai maestri della storia dell’arte antica e moderna (dai busti in marmo di Omero e Cicerone concessi in prestito dai Musei Capitolini di Roma e dagli Uffizi, a opere di Moretto, Salvator Rosa, Andrea Pozzo, Mattia Preti, Luca Giordano, Vincenzo Grandi, Albrecht Durer, Josè de Ribera). In mostra anche altri lavori di Dosso e Battista, per cercare di approfondire le dinamiche della collaborazione tra i due fratelli.
Nel circuito del Castello del Buonconsiglio, il Castello di Caldes si raggiunge ai piedi dei gruppi dell’Adamello Presanella, dell’Ortles Cevedale e delle Dolomiti di Brenta, in Val di Sole. Fino all’inizio di novembre ospita la mostra dedicata alla pittura di Bartolomeo Bezzi (Fucine di Ossana, 1851 – Cles, 1923), artista trentino che dopo una formazione all’Accademia di Brera seppe distinguersi sulla scena artistica milanese. Conosciuto principalmente come paesaggista, fu anche ritrattista di talento e pittore di genere, vicino alla poetica del Verismo. Nel 1890 arrivò a Venezia – come testimonia la veduta del Canal Grande del 1893 – dove contribuì alla fondazione della Biennale.
Tra i manieri del circuito del Buonconsiglio, Castel Stenico si erge in posizione arroccata guardando alle Giudicarie, e conserva affreschi duecenteschi, oltre a una collezione di mobili intarsiati e antiche armi. Di tutt’altra ambientazione la mostra in corso, che racconta il Giappone del XIX secolo attraverso fotografie e oggetti d’arte collezionati da Giuseppe Grazioli, il religioso e agronomo trentino che dal 1864 al 1868 si recò a Yokohama alla ricerca di uova del baco da seta sane, per salvare la produzione sericola europea. Incontri in Giappone ripercorre la scoperta di un mondo “esotico” attraverso i manufatti custoditi da Grazioli, tra mappe, dipinti, stampe, lacche, bronzi, armi e oggetti della quotidianità, oltre a fotografie d’epoca.
Sotto la direzione artistica di Stefano Cagol (Trento, 1969), Castel Belasi Cultura – polo museale ricavato all’interno del maniero duecentesco di Campodenno in Val di Non – approfondisce il suo impegno a utilizzare l’arte come veicolo per riflettere sull’Antropocene, in collaborazione con il MUSE di Trento. In corso, la mostra Come Pioggia conferma le premesse, concentrandosi sul cambiamento climatico attraverso video, sculture, installazioni di artisti italiani e internazionali. E il diluvio diventa anche metafora di rinascita.
Si concludono il 12 agosto le mostre connesse all’ecosistema di Ripido Illustration Festival, giunto quest’anno alla seconda edizione, sempre con l’obiettivo di portare in quota i talenti più amati dell’illustrazione e del disegno italiano. Sono oltre duecentocinquanta le opere esposte nelle quattro sedi di Brunico scelte per ospitare le cinque rassegne che vedono il coinvolgimento di sedici illustratori e illustratrici: Casa Ragen, Turnhalle Palestra, Cafè Pinta Pichl e l’inedito spazio denominato Ripido Gallery. Tra i nomi coinvolti, Manuele Fior, Andrea Uncini, Francesco Bongiorni, Andrea De Luca, Lucia De Marco, Camilla Falsini, Chiara Ghigliazza, Joey Guidone, Daniele Morganti, Marta Pantaleo, Elisa Puglielli e Jacopo Rosati. E poi Elisa Seitzinger, protagonista della personale Simbolica, e Marina Marcolin, con il progetto Onirca.
Inaugura il primo giorno di agosto, e prosegue fino al 10 settembre, la personale Lessico Americano di Flavio Favelli(Firenze, 1967) nella sede di Farsettiarte di Cortina d’Ampezzo. Il progetto, realizzato in collaborazione con lo Studio SALES di Norberto Ruggeri, presenta una selezione di opere, tra collage e assemblaggi – realizzati con francobolli d’epoca, carte di cioccolatini, involucri vintage di chewing-gum e scatole di latta – compressioni di oggetti silver plated e lattine adombrate da sfumature di colori spray, per tracciare un percorso nell’immaginario della realtà del consumo. A questo orizzonte fa riferimento il titolo “lessico americano”, inteso come linguaggio e immaginario della seduzione.
Tra le Dolomiti della Val Badia, la sesta edizione della Biennale d’arte contemporanea Smach si protrae fino al 10 settembre, proponendo un trekking ad anello che attraversa i parchi naturali Fanes-Senes-Braies e Puez-Odle per apprezzare gli interventi di arte pubblica ispirati al tema del “germogliare”. Dieci sono gli artisti selezionati per partecipare all’edizione 2023, con opere site specific rintracciabili tra il Lago di Rina, Monte Muro – Chi Jus, Prati di Putia, Medalges – Forcella de Furcia, Puez, La Crusc – Santa Croce, Armentara, Passo di Sant’Antonio, Fanes, Pederü, località selezionate per le loro caratteristiche storiche, mitologiche, botaniche e geologiche, situate lungo un percorso di 65 chilometri. Sul sito della manifestazione le informazioni su percorsi e protagonisti della rassegna.
In direzione Veneto, l’Altopiano di Asiago si raggiunge da Trento in poco più di un’ora d’auto. Fino a ottobre, il Museo delle Carceri di Asiago ospita la mostra I Pittori della realtà, a cura di Vittorio Sgarbi, con Beatrice Avanzi e Daniela Ferrari, immaginata come un percorso di riscoperta di quegli artisti che a partire dal 1947 si costituirono in un gruppo avverso agli esiti del Modernismo, favorevole invece al recupero della pittura “tradizionale”, da Caravaggio alla pittura spagnola e fiamminga barocca. Tra i pittori rappresentati in mostra Gregorio Sciltian, Pietro Annigoni, Xavier e Antonio Bueno, Alfredo Serri, Giovanni Acci e CarloGuarnieri, per oltre settanta opere funzionali a illuminare una stagione peculiare dell’arte italiana del primo dopoguerra. A confronto, opere di artisti antichi, prevalentemente del XVII e XVIII secolo, che furono modello per i Pittori della realtà firmatari del manifesto.
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L’estate del Mart di Rovereto
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La Giostra della vita – MUSE di Trento
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Asad Raza – Museion di Bolzano
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Dosso Dossi – Castello del Buonconsiglio di Trento
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Bartolomeo Bezzi – Castello di Caldes
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Incontri in Giappone – Castel Stenico
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L’arte e il cambiamento climatico – Castel Belasi
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Ripido Illustration Festival – Brunico
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Il Lessico Americano di Flavio Favelli – Cortina d’Ampezzo
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Smach, la Biennale delle Dolomiti
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I Pittori della realtà – Asiago
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