Destinazione apprezzata per la bellezza del litorale e i borghi dell’entroterra a misura d’uomo, la Puglia è la meta privilegiata di molti vacanzieri estivi. Dagli scatti di Oliviero Toscani a Monopoli alle invenzioni di Yuval Avital sull’immaginario del bosco sacro a Lecce, passando per il progetto artistico sul mondo queer, ci muoviamo lungo la costa adriatica pugliese, giù fino al Salento, per intercettare le mostre da non perdere dell’estate 2023.
Livia Montagnoli
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Refugium Peccatorum – Rifugi Antiaerei di Monopoli
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QUEER è ORA – Castello Volante di Corigliano d’Otranto
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La terra nostra è una mostra di mare – Centro per il contemporaneo Kora, Castrignano de’ Greci
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Yuval Avital – Fondazione Biscozzi Rimbaud, Lecce
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Angelo Filomeno – MUST, Museo storico città di Lecce
Nel 1969, Maurizio Mochetti (Roma, 1940) si aggiudicava il Premio Pascali (alla sua prima edizione), solo un anno dopo l’esordio sulla scena artistica con la personale alla galleria romana La Salita, contestuale alla partecipazione alla collettiva Cento opere di arte italiana dal Futurismo ad Oggi, presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna. Interprete centrale della neoavanguardia internazionale, Mochetti è il primo artista omaggiato dal ciclo Confluenze ospitato alla Fondazione Museo Pino Pascali di Polignano, programma di mostre dedicate agli artisti che nel corso della loro carriera hanno incrociato la vita, la storia e l’opera di Pino Pascali. In mostra, otto installazioni ambientali ideate tra il 1974 e il 2023, che esplorano il tema dello spazio in relazione ai concetti di vuoto e orizzonte, cui si aggiunge l’opera esposta nella sede distaccata della Fondazione, presso l’Exchiesetta di Polignano.
Mentre inaugura il 4 agosto la collettiva Immersioni, che riunisce le opere di Agnese Purgatorio, Alessia Rollo, Carlo Michele Schirinzi e Cosimo Terlizzi, chiamati a riflettere sulla dimensione naturale del mare e della terra, nel contesto di un allestimento che privilegia il medium del video, nel basement della Fondazione.
E alle attività della Fondazione fa capo anche la mostra in corso al Museo Sigismondo Castromediano di Lecce, Edward Burtynsky: Xylella Studies, che espone le fotografie del canadese Edward Burtynsky, vincitore del Premio Pascali 2023.
È dedicata alla lunga carriera di Oliviero Toscani (Milano, 1942) la mostra curata da Nicolas Ballario e Lorenzo Madaro al Castello di Monopoli, retrospettiva che raccoglie gli scatti più iconici del fotografo accanto a lavori meno conosciuti, nell’arco temporale che dai primi Anni ’60 conduce a oggi. Tra i lavori, anche il manifesto Jesus Jeans ‘Chi mi ama mi segua’, il Bacio tra prete e suora del 1991, i Tre Cuori White/Black/Yellow del 1996, No-Anorexia del 2007, oltre alle immagini realizzate per la moda (da Donna Jordan a Claudia Schiffer, fino a quelle di Monica Bellucci) e agli scatti del periodo di formazione alla Kunstgewerbeschule di Zurigo. E poi decine di ritratti di grandi personalità del nostro tempo, da Mick Jagger a Lou Reed, a Carmelo Bene e Federico Fellini; senza dimenticare il progetto Razza Umana, realizzato nelle piazze di tutto il mondo.
I Rifugi Antiaerei di Monopoli furono scavati sotto la città nel 1942, in vista di un possibile conflitto atomico, sfruttando la porosità della roccia arenaria per aprire i cunicoli del grande bunker. In questo spazio si scopre l’opera a quattro mani di Pierluca Cetera (Taranto, 1969) e Maurizio Di Feo (Gioia del Colle, 1977), che per la mostra Refugium peccatorum interpretano i lunghi corridoi ipogei come luogo di salvazione dal peccato. Un intervento site specific che vede le sculture dipinte su sagome metalliche immaginate da Cetera – corpi umani e animali in posture ambigue – integrarsi con le ampolle e gli inserti plastici di Di Feo, in cui scorre un liquido oscuro. A ricreare un immaginario che evoca vizi e virtù dell’uomo, attraverso i filtri dell’ironia e del grottesco. Prima della festa orgiastica finale, che si svela nella sala-cisterna, a rappresentare l’ultimo refugium peccatorum.
L’ultimo progetto fotografico di Alessia Rollo (Lecce, 1982) travalica l’ambito espositivo per farsi campagna di comunicazione itinerante (in sei città) contro la discriminazione di genere. Ma QUEER è ORA prende le mosse dal Castello di Corigliano d’Otranto, dove fino alla fine di ottobre è allestita la mostra omonima, che espone 16 ritratti fotografici realizzati dall’artista, che ha raccolto le storie di persone appartenenti alla comunità LGBTQIA+ presso i centri antidiscriminazione presenti sul territorio nazionale. L’obiettivo? Raccontare “identità in movimento”, attraverso un approccio peculiare alla fotografia, che si carica di giustapposizioni pittoriche e testuali, per accentuare la dimensione narrativa dell’immagine.
Negli spazi del palazzo Baronale De Gualtieriis di Castrignano de’ Greci, in provincia di Lecce, il Centro del contemporaneo Kora propone il terzo capitolo della serie sul tema dell’abitare: dopo l’indagine su casa e villaggio, l’attenzione si sposta sulla relazione tra la terra e il mare nel bacino del Mediterraneo, con la mostra La terra nostra è un mostro di mare, a cura di Claudio Zecchi e Paolo Mele. Una collettiva che riunisce i lavori di Gabriella Ciancimino, Ettore Favini, Flatform, Riccardo Giacconi e Carolina Valencia Caicedo, Marie Hervé e Elsa Martinez, Runo Lagomarsino, evidenziando punti d’accordo ed elementi di contrasto e tensione che regolano il rapporto tra terra e mare mediato dalla presenza umana. Con l’intenzione di suggerire spunti per un cambiamento da attuare nell’orizzonte del Mediterraneo, letto come depositario di aperture e possibilità.
È ormai un habitué della Fondazione Biscozzi Rimbaud, Yuval Avital (Gerusalemme, 1977), alla sua quinta personale presso lo spazio leccese, con novanta opere – in parte inedite, realizzate per la mostra – sul tema del Lucus, il bosco sacro. Si spazia, come consueto per l’artista e compositore, tra diversi mezzi espressivi, dalle pitture oniriche agli assemblaggi plastico-sonori, passando per statuine in gesso e light- box pensati come metafora di un paesaggio mediterraneo che assume nuove sembianze nella dimensione della memoria.
Il MUST dedica all’artista italoamericano Angelo Filomeno (San Michele Salentino, 1963) un’antologica che ripercorre le sue esperienze nel mondo della moda, dal lavoro per note maison alla collaborazione con importanti sartorie teatrali di New York, dall’inizio degli Anni Novanta, dove si è imposto per la sua abilità di costumista per cinema e teatro. In parallelo si è sviluppata la ricerca artistica: a partire dal talento nella lavorazione dei tessuti, negli Anni Duemila Filomeno ha perfezionato una tecnica di ricamo su sete shantung applicata alle cosiddette “pitture ricamate”, che hanno ottenuto l’attenzione del sistema dell’arte contemporaneo. La mostra di Lecce espone oltre 60 lavori tra ricami, disegni, acquerelli, opere plastiche e installazioni.
Refugium Peccatorum – Rifugi Antiaerei di Monopoli
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QUEER è ORA – Castello Volante di Corigliano d’Otranto
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La terra nostra è una mostra di mare – Centro per il contemporaneo Kora, Castrignano de’ Greci
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Yuval Avital – Fondazione Biscozzi Rimbaud, Lecce
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Angelo Filomeno – MUST, Museo storico città di Lecce
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