Dürer, Rembrandt, Merian, Warhol. A Lugano i capolavori d’arte grafica mai visti prima
Al MASI di Lugano arrivano 300 esemplari della collezione di stampe, xilografie e disegni dell'ETH di Zurigo mai esposti prima. Che intavolano un dialogo densissimo per temi e tecniche
Quando si pensa a una grande collezione d’arte moderna e contemporanea, con tutta probabilità un’università pubblica non sarà la prima istituzione a venire in mente. Eppure è questo il caso del Politecnico Federale ETH di Zurigo, che oltre a essere un’università molto nota in Svizzera e all’estero vanta una notevole collezione di arte grafica. Con la mostra Da Albrecht Dürer a Andy Warhol. Capolavori dalla Graphische Sammlung ETH Zürich, il MASI – Museo d’Arte della Svizzera Italiana di Lugano intende offrire al pubblico l’occasione di scoprire per la prima volta 300 capolavori con grandi e grandissimi nomi dell’arte europea.
La collezione d’arte grafica dell’ETH di Zurigo
“La Graphische Sammlung ETH Zürich, fondata nel 1867 come Collezione universitaria a scopo di studio e insegnamento, è una delle istituzioni svizzere più importanti per le stampe e i disegni dal XV secolo ai giorni nostri. Ogni volta che la visito, rimango molto colpito dalla qualità e dall’attualità delle opere. Sono quindi molto felice del fatto che diversi capolavori di questa straordinaria Collezione possano essere presentati per la prima volta ad un vasto pubblico al MASI Lugano”, ha sottolineato Joël Mesot, presidente del Politecnico federale svizzero. Un’occasione, la mostra che apre al MASI il prossimo 10 settembre e resterà visibile fino al 7 gennaio, che illustra un confronto di rara intensità tra nuovi e antichi maestri: ora le opere di Albrecht Dürer e Rembrandt van Rijn si alternano a quelle di Pablo Picasso e Edvard Munch, ora le tavole e i disegni di Francisco de Goya e Maria Sibylla Merian sono giustapposte a lavori di artiste e artisti viventi come John M. Armleder, Olivier Mosset, Candida Höfer, Susan Hefuna, Shirana Shahbazi e Christiane Baumgartner. Sono molte le connessioni che si vengono a formare a cavallo di tempi e luoghi anche molto diversi: temi come il processo di creazione dell’opera, il rapporto copia – originale, la trasmissione di motivi e iconografie e la collaborazione tra professionalità attraversano la storia della grafica dalla sua nascita a oggi senza soluzione di continuità (e anzi, come nel caso della Caricatura della copia del Laooconte di Niccolò Boldrini, sono soggette a rimaneggiamenti ironici). E non vi sono solamente le tecniche più strettamente grafiche – dalla xilografia all’incisione a bulino fino all’acquaforte e alla serigrafia –, ma anche disegni, fotografie e multipli.
Il percorso della mostra “Da Albrecht Dürer a Andy Warhol” a Lugano
Il percorso si apre con una grande parete che ospita in “stile Pietroburgo” ritratti e autoritratti: compaiono qui l’acquaforte di Rembrandt in compagnia della moglie Saskia, i ritratti celebrativi di Anton van Dyck e Maria Sibylla Merian o gli autoscatti in bianco e nero di Urs Lüthi o di Fischli/ Weiss. Segue la mostra vera e propria, a cura della direttrice della collezione Linda Schädler, con una panoramica cronologica dal XV secolo a oggi. Questa permette di osservare l’evoluzione e la trasmissione delle tecniche grafiche – come la “puntasecca” dell’Ecce Homo di Rembrandt ereditata da Miriam Cahn nella serie soldaten, frauen + tiere del 1995 –, e dei soggetti – che spaziano dalla drammatica corrida di Goya, ripresa da Picasso nell’acquatinta Salto con la Garrocha e da Bernhard Luginbühl, alle rappresentazioni scientifiche di Albrecht Dürer (Rhinocerus) e Maria Sibylla Merian (Metamorphosis Insectorum Surinamensium), fino alla rappresentazione del corpo che emerge nelle opere di Käthe Kollwitz, Egon Schiele e Ferdinand Hodler. Un percorso densissimo, che si prospetta must dell’autunno svizzero.
Giulia Giaume
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