Una residenza artistica nel verde della Sila: Paolo Grassino al museo Mabos
Gli spazi diffusi del Museo d'arte del bosco della Sila accolgono, tra le decine di altre opere qui ospitate, un progetto site specific che parla di guerra come di destino inevitabile. E intanto altre residenze aprono in Calabria
Nel cuore del Parco della Sila, in provincia di Catanzaro, c’è un progetto d’arte ambientale che punteggia la natura incontaminata di opere contemporanee, realizzate da artisti di caratura nazionale e internazionale. È il MABOS – Museo d’arte del bosco della Sila, percorso museale e laboratoriale che abbraccia 30mila metri quadri di verde (sugli oltre 70mila ettari dell’area calabrese protetta) ed è disseminato di 37 opere site-specific create durante le apposite residenze artistiche Sense. Aperto nel 2017 per volontà del fondatore Mario Talarico e in continua crescita, il parco espositivo accoglie i visitatori “gratuitamente, in qualsiasi momento del giorno e della notte”, e oltre ai percorsi tra arte e natura offre anche l’occasione di partecipare a eventi, talk culturali e laboratori didattici per tutte le età.
La Stagione 2023 del MABOS, “La rosa nel bicchiere”
Filo conduttore della Stagione artistica 2023 del MABOS sono la poesia e l’omonima silloge del poeta lametino Franco Costabile La rosa nel bicchiere, che conservano l’immagine più autentica del poeta calabrese e della Calabria. Il componimento, caratterizzato da un taglio sociale e antropologico e allo stesso tempo profondamente lirico, isola con chiarezza la complessa identità territoriale calabrese, che riconosce come una realtà colta nel fiore della sua bellezza ma con i giorni contati. Questo dramma della “rosa recisa” è poi lo stesso destino di Costabile, morto suicida nel 1965 a soli 41 anni e ricordato da Ungaretti.
L’artista torinese Paolo Grassino al MABOS
Il progetto che chiude ora la Stagione de La rosa nel bicchiere è quello dell’artista Paolo Grassino, ospite del MABOS dal 30 luglio al 3 agosto. Lo scultore torinese, anche in mostra al Museo nazionale di Matera, lascia nel bosco della Sila catanzarese l’opera Guerra è sempre – edificare, la terza di una serie che restituisce un calendario disturbante delle guerre e delle vittime del 2020 nel mondo. L’opera, che si si pone in diretta continuità con il passato, è frutto di una riflessione che scaturisce da una famosa traccia letteraria, La tregua di Primo Levi: “Ma la guerra è finita – obiettai […] – Guerra è sempre – rispose memorabilmente Mordo Nahum”. “Ho voluto realizzare questa nuova versione di ‘Guerra è sempre’ per il MABOS perché penso che non si parli mai abbastanza di tematiche che affliggono la nostra epoca”, spiega Grassino. “Quando mi è stato proposto una residenza sulla Sila ho accettato subito con il massimo entusiasmo. Conosco poco questa regione che affascina ma che, in qualche modo, resta contenitore di segreti come le ampie distese di pini che creano ombre e luci sul suolo”.
“L’opera realizzata nel corso della residenza al MABOS dimostra, ancora una volta, la forte propensione di Paolo Grassino per i valori etici”, sottolinea Alberto Dambruoso, curatore della residenza. “La maggior parte delle sue opere, infatti, riflette questa attenzione per i problemi attuali della società contemporanea, in generale problemi che da sempre attanagliano il mondo. In questa occasione l’opera vuole porre l’attenzione su tutta una serie di episodi bellici e di terrorismo che si stanno svolgendo in queste ore, in questo momento, nel mondo, di cui arrivano rare notizie o comunque che vengono comunicate con minore eco”. “Nel momento in cui mi è stato suggerito da Alberto Dambruoso Paolo Grassino come probabile interlocutore per una residenza al MABOS, ho accolto questa possibilità con estremo piacere, conoscendo il profilo di un artista molto attento a tematiche sociali che mettono a fuoco una delle peculiarità, per cui l’arte ha motivo di esistere”, racconta il fondatore di MABOS, Mario Talarico. “Il ruolo dell’arte, ancora oggi, dovrebbe essere quello di smuovere le coscienze, educare all’empatia e alla responsabilità. E quest’opera, in particolare, tratta un argomento che abbiamo quasi normalizzato ma che di fatto rappresenta gli esiti di una persistente crudeltà dell’essere umano, su cui ancora bisogna dire, denunciare, lavorare per un cambio di rotta”.
Le altre residenze “tra arte e natura” in Calabria: il caso Pizzuta del Principe
Questo non è l’unico caso di residenze “tra arte e natura” proposte dalle istituzioni calabresi. Altro esempio è quello della tenuta vinicola la Pizzuta del Principe a Strongoli (Crotone), di proprietà della famiglia dell’ex sottosegretaria ai Beni Culturali Dorina Bianchi, che giunge quest’anno al suo secondo anno di attività sempre sotto la direzione artistica del critico Dambruoso. Quest’anno alla residenza (da giugno a settembre) prendono parte sette artisti, sei pittori e un muralista, che utilizzino la pittura per impreziosire gli spazi della tenuta in corso di ristrutturazione: a giugno sono stati Paolo Assenza e Nicola Rotiroti; a luglio Andrea Casciu; ad agosto è la volta di Andrea Gallo e Mauro Bordin; e a settembre toccherà a Ernesto Morales e Stefania Fabrizi. “Dopo la ristrutturazione, la villa padronale tornerà nuovamente a svolgere l’attività di agriturismo, regalando ai molti turisti che vi soggiorneranno la bellezza delle tante opere d’arte che, anno dopo anno, la famiglia Bianchi sta collezionando attraverso questa intelligente formula delle residenze d’artista”, ha commentato Dambruoso. “Alla base di questo nuovo anno di residenze d’artista vi è sempre il mio desiderio di fare incontrare gli artisti con la ricchezza dei luoghi, della natura e degli abitanti”, ha commentato Bianchi. “È un’esperienza condivisa da tutti che arricchisce tutti noi ogni volta in maniera diversa. Quest’anno gli artisti saranno partecipi del progetto di ristrutturazione della residenza e ognuno potrà caratterizzare con le proprie opere i diversi spazi a disposizione. Anche quest’anno la residenza sarà dunque all’insegna della contaminazione tra artisti e luoghi, tra artisti e ospiti dell’agriturismo ma anche con gli abitanti di Strongoli e dintorni che verranno inviati ai finissage delle varie residenze in programma”.
Giulia Giaume
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