C’è il Matisse scultore, instancabile indagatore della figura umana, protagonista di un progetto di collaborazione internazionale al MAN di Nuoro; ma in città, poco distante, si scopre anche l’importanza di Tonino Casula per l’arte del secondo Novecento e per le sperimentazioni con le nuove tecnologie del XXI secolo. E poi si spazia, viaggiando tra l’entroterra e le coste dell’isola, dalle invenzioni grafiche dello spagnolo Isidro Ferrer ai fotoreportage di Inge Morath, dal lirismo di Maria Lai all’espressività del tratto di Mirella Mibelli. Per trascorrere le vacanze in Sardegna tra mare e cultura.
Livia Montagnoli
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Tonino Casula – Spazio Ilisso, Nuoro
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Matisse – MAN, Nuoro
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Maria Lai – Cantina Antichi Poderi, Jerzu
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Isidro Ferrer – Museo Nivola, Orani
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Motus – Lazzaretto di Cagliari
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Mirella Mibelli e Inge Morath – Musei Civici di Cagliari
Limites y Colores – The Social Gallery, Quartu Sant’Elena
Nel centro espositivo ospitato a Casa Papandrea, antica villa rivitalizzata dalla casa editrice Spazio Ilisso, la retrospettiva dedicata a Tonino Casula (Seulo, 1931 – Cagliari, 2023), recentemente scomparso, concentra l’attenzione su una figura schiva e lontana dal circuito dell’arte mainstream. Eppure l’artista sardo, nell’arco di una lunga attività che dagli Anni Settanta conduce a scavallare il secolo, ha molto influenzato le nuove generazioni, proponendosi come figura di riferimento per sperimentazioni che spaziano dalla fondazione del Gruppo Transazionale (1966) all’utilizzo delle nuove tecnologie negli ultimi vent’anni. Al suo nome si legano le ricerche negli ambiti dell’astrattismo geometrico, dell’arte optical, cinetica e programmata e della videoarte, di cui la mostra di Nuoro – Ostinato Continuo – offre uno spaccato attraverso 80 opere allestite per sezioni cronologiche e tematiche.
È l’Henri Matisse (Le Cateau-Cambreìs, 1869 – Nizza, 1954) scultore – attività che condusse nell’arco dell’intera carriera, pur subordinandola all’impegno in pittura – il protagonista della mostra del MAN di Nuoro, a cura di Chiara Gatti, che rielabora il concept della mostra Matisse Métamorphoses, organizzata nel 2019 dalla Kunsthaus di Zurigo e dal Museo Matisse di Nizza. Dunque si esplora la concezione di materia, volume e spazio che ispirò la sua produzione scultorea (portandolo a concepire nuove soluzioni formali, poi traslate anche in pittura: si veda il processo di riduzione geometrica dell’immagine che avrà sbocco nell’astrazione), in parallelo alle ricerche dei più grandi scultori della prima metà del XX secolo, da Brancusi a Boccioni e Giacometti (sempre considerando il nume tutelare di Rodin e la sua influenza sulle avanguardie del primo Novecento). Ed è in particolare l’indagine sulla figura umana, per il suo senso di presenza nello spazio e per la sua evoluzione del tempo, a catturare l’interesse di Matisse in scultura. Un processo ricostruito attraverso sculture, disegni, incisioni, fotografie d’epoca e pellicole originali.
È l’universo fiabesco di Maria Lai (Ulassai, 1919 – Cardedu, 2013), a dieci anni dalla sua scomparsa, a rivelarsi negli spazi della Cantina Antichi Poderi, che centra l’omaggio all’autrice di Miele Amaro sulla figura letteraria di Maria Pietra, diventata musa ispiratrice sempre presente nella produzione dell’artista sarda. Dai collage di carta strappata riassemblati con il cucito ai disegni eseguiti a tratto veloce che raffigurano il mondo del paesaggio sardo, con i suoi animali, fino alla “fiaba infinita” realizzata negli Anni Novanta attraverso una serie di strisce di stoffa sospese a calate dall’alto.
È il processo della pareidolia, la tendenza istintiva a ricomporre in immagini familiari e dotate di senso composizioni astratte o casuali, a guidare la produzione grafica di Isidro Ferrer (Madrid, 1963), celebre per le sue “sculture” tipografiche, ricavate a partire da composizioni tridimensionali realizzate in studio, assemblando oggetti di scarto in legno e metallo. La suggestione che l’artista si trova davanti ispira l’invenzione di figure fantastiche, animali, forme umane, che nascono su carta, ritoccando digitalmente le foto delle sculture. A guidare questo processo c’è sempre l’ironia con cui Ferrer – particolarmente apprezzato da cinema, teatro, musica, ancorché attivo anche in campo commerciale – guarda alla vita. La mostra di Orani espone una selezione di oggetti e illustrazioni, dedicando anche un focus al progetto inedito Il libro degli altri, sviluppato proprio con il Museo Nivola a partire dal 2020, sviluppando l’idea di libro partecipato. L’omaggio a Nivola si concretizza nell’intervento su un menabò realizzato dall’artista sardo all’inizio degli Anni Sessanta, e pubblicato da Electa in edizione limitata nel 2009.
Una collettiva che riunisce gli artisti sardi al Lazzaretto di Cagliari, per raccontare la Sardegna attraverso il moto circolare, che ispira il titolo della mostra (Motus), a cura della Fondazione Bartoli Felter. La circolarità cui i curatori alludono è la capacità degli artisti di farsi antenne del costume sociale di ogni epoca, restituendo immagini e sensazioni su quanto captato a chi fruisce della loro arte. Dunque rimettendo in circolo queste informazioni, con una dinamica che assume il canone ciclico del continuo ripetersi.
Alla Galleria Comunale d’Arte di Cagliari, la retrospettiva dedicata a Mirella Mibelli (Olbia, 1917 – Cagliari, 2015) si dipana tra “segno, colore, superficie”. Si parte dagli esordi figurativi dell’artista sarda, approfondendo la sua partecipazione al gruppo neoavanguardista sardo Studio 58 e la necessità di affrancarsi dell’arte isolana e da quella neorealista; poi arrivano gli di indagine sulla forza espressiva del tratto, la fascinazione per il colore come elemento evocativo, la sperimentazione di tecniche molteplici, dagli oli all’acquerello, all’incisione.
Ma i Musei Civici di Cagliari dedicano un focus anche a un’altra protagonista del Novecento: è Inge Morath (Graz, 1923 – New York, 2002), con le sue fotografie di documentazione della realtà, ad accogliere i visitatori del Palazzo di Città, che dedica alla fotografa una grande retrospettiva, in occasione del centenario della sua nascita. Prima fotoreporter donna a entrare a far parte dell’agenzia fotografica Magnum Photos
nel 1953, Morath ha realizzato reportage in diverse parti del mondo, studiando la lingua, le tradizioni e la cultura di ogni regione in cui si recava, interessata a cogliere l’umanità, tanto delle persone comuni che delle personalità pubbliche. In mostra un corpus di oltre duecento opere.
Sulla punta più a nord dell’isola di Sant’Antioco, nel borgo di Calasetta, la Fondazione MACC si propone come polo di ricerca e valorizzazione dell’arte contemporanea. L’estate 2023 porta il nome di Omar Rodrìguez-Graham (Città del Messico, 1978), protagonista con la personale La struttura della certezza, realizzata in collaborazione con la Galleria Macca. In mostra, un progetto che nasce dal dialogo diretto dell’artista messicano con la Fondazione, concretizzandosi nel confronto con le opere della Collezione Leinardi, conservate al MACC: già quattro anni fa, l’artista era stato ospite in residenza a Calasetta, intensificando la sua sperimentazione astratta volta a catturare valori atmosferici (e luministici, in particolare, moltiplicati sull’isola dall’effetto del mare e del cielo). Le sale espongono opere di grande formato che riassumono questo processo, realizzate per sovrapposizioni pittoriche, che creano uno spartito e danno il là alla successione ritmica che lega l’intero ciclo pittorico.
Inaugura il 4 agosto (e sarà visitabile fino al 26 del mese) il secondo progetto espositivo della Social Gallery di Quartu Sant’Elena, che vede protagonista il collettivo Nostra Sanctissima (Giovanni Coda e Carla Pisu), per la curatela di Roberta Vanali. “Limites” come l’omonima poesia di Jorge Luis Borges, che affronta il tema della caducità della vita ribaltando il punto di vista, interpretando cioè i limiti come l’elemento che rende la vita preziosa. Valorizzare la fugacità è dunque l’obiettivo di Nostra Sanctissima, attraverso elementi di archeologia industriale ricontestualizzati, porte murate e finestre aperte sull’infinito, che si accendono di cromatismi dai toni accesi e stridenti. Affini al tema, nature morte di gerbere e girasoli non fanno che sottolineare la precarietà dell’esistenza.
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Tonino Casula – Spazio Ilisso, Nuoro
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Matisse – MAN, Nuoro
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Maria Lai – Cantina Antichi Poderi, Jerzu
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Isidro Ferrer – Museo Nivola, Orani
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Motus – Lazzaretto di Cagliari
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Mirella Mibelli e Inge Morath – Musei Civici di Cagliari
Limites y Colores – The Social Gallery, Quartu Sant’Elena
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