Florence Biennale 2023. Intervista sul programma di arte e design al direttore Jacopo Celona
Anticipazioni della XIV edizione della Mostra Internazionale di Arte Contemporanea e Design di Firenze, in arrivo dal 14 al 22 ottobre alla Fortezza da Basso. Tra David LaChapelle, il rapper Tedua e Santiago Calatrava
È attesa dal 14 al 22 ottobre, come sempre alla Fortezza da Basso, la quattordicesima edizione della Florence Biennale, la Mostra Internazionale di Arte Contemporanea e Design di Firenze il cui tema quest’anno è I Am You – Individual and Collective Identities in Contemporary Art and Design, incentrato sui concetti di identità individuali e collettive, nelle loro molteplici accezioni filosofiche, psicologiche, sociologiche e culturali. Un’edizione che si prevede molto ricca, alla quale si sono già iscritti oltre 600 tra artisti e designer, provenienti da tutti e cinque i continenti, e con molte novità che vanno ad aggiornare la storia dell’evento, nato nel 1997 su iniziativa dei fratelli Pasquale e Piero Celona. Come, ad esempio, l’ulteriore e più ampia apertura all’architettura. Dopo il fotografo americano David LaChapelle, sarà infatti l’architetto, artista e ingegnere Santiago Calatrava – nato nel 1951 a Valencia, in Spagna – il secondo Premiato alla Carriera della XIV Florence Biennale: avrà uno spazio espositivo dedicato all’interno del Padiglione Cavaniglia, a 23 anni dalla sua ultima esposizione fiorentina, nel 2000 a Palazzo Strozzi. Queste e altre novità ce le siamo fatte raccontare dal suo direttore, Jacopo Celona.
Due anni dopo la ripartenza post-pandemia, cosa ci dobbiamo aspettare da questa quattordicesima edizione?
Nel nostro caso non possiamo parlare di una vera e propria ripartenza. Siamo state tra le pochissime manifestazioni a non essersi fermate nemmeno nel periodo del Covid, con l’edizione 2021 che si è svolta in presenza, questo ci ha permesso di poter pianificare con continuità l’evento e porci obiettivi sempre più ambiziosi. Gli artisti, dopo questo difficile momento, hanno voglia di tornare sui palcoscenici internazionali, confrontarsi e dialogare con il grande pubblico, questo ci ha dato la giusta motivazione per realizzare un’edizione ancora più ricca di contenuti, con ospiti di altissimo rilievo ed eventi speciali.
Quali le novità?
Tra le novità abbiamo la partecipazione, per la prima volta, di una comunità di artisti Maori e due progetti ai quali tengo molto: uno spazio che vede la partecipazione di numerosi artisti ucraini dal titolo I Am Ukraine e un progetto dal titolo I Am Mahsa dedicato a Mahsa Amini, con una selezione ampia di opere realizzate da artisti (in larga parte donne) quasi tutti residenti in Iran.
Qual è la visione di questa Florence Biennale?
Ogni edizione per noi è un momento di dialogo e confronto. La vera anima di questa Biennale è, infatti, rappresentata dalla partecipazione degli artisti che da tutto il mondo con la loro presenza testimoniano come la cultura e la conoscenza dell’altro siano il modo migliore per abbattere qualsiasi barriera e pregiudizio.
Quali saranno gli highlight e i protagonisti?
I grandi ospiti di questa XIV edizione saranno i premiati alla carriera David LaChapelle, con uno spazio espositivo a lui dedicato, dove sarà possibile ammirare una selezione di fotografie realizzate tra il 2009 e il 2023. Più una serie inedita in anteprima mondiale in collaborazione con il famoso rapper Tedua. E Santiago Calatrava, con uno spazio dedicato ai suoi più celebri progetti ideati per il nostro Paese.
Chi altri?
Protagonisti saranno anche gli oltre 600 artisti provenienti da tutto il mondo, 84 i paesi rappresentati che porteranno a Firenze e in Italia la loro visione del mondo e uno spaccato dell’arte contemporanea globale. A questi si aggiungono numerosi ospiti ed eventi che andranno ad animare la manifestazione con performance, video proiezioni e convegni, come quello che ospiteremo il 20 ottobre dal titolo La museologia del presente. Musei inclusivi e sostenibili si diventa, curato da Domenico Piraina e Maurizio Vanni con numerosi direttori di musei e specialisti del settore che si alterneranno negli interventi.
Da alcuni anni c’è anche il design nella Florence Biennale…
Il design non è qualcosa di nuovo per il nostro territorio, la Toscana fin dagli anni ’60-’70 è stata patria di grandi firme del settore, non solo nel comparto moda. Nel 2019 abbiamo voluto aprire a questo mondo, da sempre e fortemente in connessione con quello dell’arte, per dare spazio ad una storia che negli anni è stata poco valorizzata e che affonda le sue radici in un passato creativo di grande tradizione e artigianalità.
Qual è la novità di quest’anno?
La novità quest’anno è una ulteriore e più ampia apertura anche all’architettura, non solo con l’ospite d’onore di questa edizione, ma ad esempio con una mostra retrospettiva del Gruppo 9999 e uno spazio dedicato ai lavori dell’architetto polacca Dorota Szlachich. Tra i giovani mi preme segnalare il multimedia artist e designer Davide Stitz (Ophir Studio), con un’installazione multisensoriale di oltre 50 mq, realizzata in collaborazione con l’architetto saudita Rawan M. Alderjem, intitolata The Unbearable Lightness, che indaga sul dualismo tra natura e tecnologia. A questi progetti si aggiunge la collaborazione ormai consolidata con ADI Toscana e ADI Design Museum di Milano, con una mostra dedicata alle pietre miliari del design: una selezione di prodotti premiati con il Compasso d’Oro e ADI Index.
In quale direzione sta andando la kermesse?
Credo che nei prossimi anni sarà sempre più indispensabile porre al centro la dimensione creativa e il rapporto con le nuove frontiere del digitale, in particolare la sfida rappresentata dall’uso etico di uno strumento così performante ma al tempo stesso ancora limitato come le IA.
Claudia Giraud
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