Seoul nuovo polo dell’arte globale? Intervista alla galleria Lehmann Maupin, in città dal 2017
Mentre si chiude la seconda edizione di Frieze Seoul abbiamo fatto il punto sulla città, sulla sua scena artistica e sul suo mercato con la direttrice dell'importante galleria Lehmann Maupin
Presente a Seoul dal 2017, la galleria Lehmann Maupin, fondata nel 1996 da Rachel Lehmann e David Maupin e con sedi a New York, Hong Kong e Londra, è stata tra i primi operatori a intuire le potenzialità della scena artistica della Corea del Sud. Oggi è uno dei suoi attori principali e in occasione della fiera Frieze Seoul, che si è appena conclusa in città, ci siamo fatti raccontare dalla Senior Director Emma Son come si sta evolvendo la comunità artistica e il marketplace della capitale asiatica.
Lehmann Maupin e Frieze Seoul in Corea
“Nonostante qualche preoccupazione per lo scenario economico, abbiamo avuto un avvio di fiera di successo. Collezionisti e istituzioni locali sono stati impegnati in attente conversazioni ai booth, e molte di queste si sono trasformate in vendite”, ha commentato Emma Son, Senior Director di Lehmann Maupin a Seoul, all’opening di Frieze Seoul 2023. “Nelle prime ore di fiera tutte le opere di Do Ho Suh sono entrate in collezioni locali, e poi si sono aggiunte vendite per Lee Bul e Sung Neung Kyung. A conferma di un forte interesse per gli artisti coreani, sia a Seoul che più ampiamente nel mercato globale”.
Intervista alla direttrice della galleria Lehmann Maupin
Quale progetto avete ideato per Frieze Seoul?
Abbiamo presentato un focus che celebra l’importanza storica degli artisti coreani che rappresentiamo, come Do Ho Suh, Lee Bul, Sung Neung Kyung, insieme ad artisti internazionali come Nari Ward, Billy Childish, Chantal Joffe ed Erwin Wurm. Le opere in fiera illustrano la nostra costante volontà di promuovere un programma diversificato e globale in Asia e di supportare gli artisti in quest’area.
Cosa trovano invece i visitatori negli spazi della galleria di Seoul?
La sede di Hannam-dong ospita World People, una mostra dedicata ai nuovi dipinti dell’artista, autore e curatore americano David Salle. Si tratta del suo secondo solo show con la galleria e il capitolo finale della sua serie Tree of Life, iniziata nel 2020.
Negli ultimi cinque anni Seoul ha attraversato una robusta trasformazione, diventando un nuovo polo strategico per il mercato dell’arte. Quali le leve di attrazione principali?
Il riconoscimento di Seoul come hub per l’arte ha richiesto tempi piuttosto lunghi. La città offre un mercato dinamico e stimolante, sostenuto da una scena artistica locale sofisticata in virtù anche di una lunga tradizione culturale. Abbiamo sempre visto tantissimi talenti arrivare dalla Corea ed è giusto ora che si potenzi l’infrastruttura di musei e istituzioni in grado di facilitare lo scambio cross-culturale tra artisti occidentali e asiatici. Nella stessa direzione la posizione unica della città permette di promuovere dialoghi diversificati e arricchenti tra le diverse comunità artistiche del mondo.
Lehman Maupin è a Seoul dal 2017, molti aspetti del settore arte sono oggi diversi. Come avete visto cambiare il mercato coreano da allora e poi col debutto della fiera Frieze nel 2022?
Come una delle prime gallerie internazionali ad aprire uno spazio permanente qui, abbiamo sempre avuto un profondo impegno con la Corea e i suoi artisti, che sono stati il pilastro della nostra programmazione sin dall’apertura. Frieze Seoul ha acceso i riflettori internazionali sulla città, sulla scena coreana, aprendo scambi di idee e di esperienze avvincenti tra comunità differenti.
Come viene recepito il vostro programma dalla scena locale?
Continua a essere accolto positivamente, ancora di più forse dopo la nostra espansione del 2022 nel quartiere di Hannam-Dong. La vicinanza ad altre importanti istituzioni come Storage di Hyundai Card e Leeum Museum of Art rende infatti ora più facile il nostro coinvolgimento nella scena locale, dove riusciamo anche a proporre con successo i nostri artisti internazionali.
Intanto però, nei primi sei mesi del 2023, il mercato secondario coreano ha mostrato una discreta dose di volatilità. E pare che il sentiment dei collezionisti sia meno ottimista del solito. Qual è la vostra impressione?
Anche noi abbiamo registrato un riaggiustamento del mercato, ma la Corea del Sud è molto più di quello, è un intero ecosistema. Ci sono tante gallerie, fiere, musei di profilo internazionale sia privati che pubblici, così come ottime accademie. Con l’arrivo di gallerie e fiere internazionali come Frieze, la base dei collezionisti si è allargata moltissimo e continuerà a farlo nei prossimi anni. Questo è solo l’inizio!
Le vostre previsioni per il mondo dell’arte contemporanea in Corea paiono assolutamente incoraggianti, è corretto?
La Corea diventerà un mercato sano e sostenibile e con un grande potenziale di crescita. Alla scena artistica si affiancano le influenze positive del mondo del cibo, della moda, della musica, che la rendono una destinazione culturale in grado di affascinare tutti.
Cristina Masturzo
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