Al museo Masi di Lugano un “best of” dell’incisione di tutti i tempi
I gioielli della Graphische sammlung, raccolta del Politecnino di Zurigo, arrivano a Lugano per una storia della grafica. Dal Rinascimento a oggi
Ripercorrendo con efficacia la storia della grafica dal Rinascimento a oggi, la mostra Da Albrecht Dürer a Andy Warhol, al Masi a Lugano, delinea una storia dell’arte parallela e alternativa, ma niente affatto minore. Ciò che sorprende è che tutti gli esemplari esposti provengono da un’unica collezione, per di più universitaria: la Graphische Sammlung dell’ETH (Politecnico federale di Zurigo), costituita nel 1867.
Completezza ed estensione della raccolta sono intuibili visitando la mostra. Proponendo “solo” 300 opere su 160mila, Linda Schädler (direttrice della collezione e curatrice dell’esposizione) ha potuto costruire un vero e proprio “best of” della grafica di tutti i tempi.
La mostra da Rembrandt a Picasso
Si parte con una sala corale: sulla stessa parete, a quadreria, una miriade di ritratti e autoritratti “guardano” il visitatore incrociando epoche e stili diversi, da van Dyck a Luthi, da Raetz a Gertsch. Dopo il prologo, ci si immerge nel percorso vero e proprio, allo stesso tempo cronologico e tematico. Dal Rinascimento all’Ottocento, sfilano tutte le incisioni “proverbiali”. Dalla Melancholia e dal Rinoceronte di Dürer alle visioni sempre oscure, via via più fitte o aperte, solenni o paradossali di Rembrandt; dalle architetture impossibili di Piranesi si giunge a esempi di tutti i cicli principali del Goya incisore.
E poi, ça va sans dire, le allucinazioni di Munch, le grida di denuncia in chiaroscuro di Käthe Kollwitz, Pablo Picasso con le sue incisioni apparentemente disinvolte e invece incredibilmente esatte… fino al Novecento inoltrato con le Sedie elettriche di Warhol. La presenza di opere così note e fondamentali non rende il percorso scontato, sia per la preziosità delle versioni esposte, sia perché ci sono molte altre opere da scoprire o riscoprire.
Disegni e multipli: il filone della Graphische Sammlung
L’affondo sui disegni, altro filone della Graphische Sammlung, è sporadico ma efficace, ad esempio con le due bellissime carte di Egon Schiele. E le varie sezioni tematiche servono a illustrare le successive concezioni dell’incisione nella storia: espressione autonoma dell’artista, copia divulgativa di dipinti prima dell’avvento della fotografia, strumento di reinterpretazione di capolavori, mezzo di rappresentazione scientifica, strumento di “democratizzazione” grazie alla riproducibilità.
Nella sezione sul contemporaneo, che chiude l’esposizione, le carte si rimescolano e i generi si confondono, come nello spirito postmoderno. A vere e proprie cartelle di grafiche come quella del 1999 di Louise Bourgeois si affiancano opere che, più in generale, utilizzano la stampa in modi eclettici, per arrivare anche a multipli sotto forma di oggetto come quelli di Roman Signer.
Stefano Castelli
Da Albrecht Dürer a Andy Warhol – Capolavori dalla Graphische Sammlung ETH Zürich
10 settembre 2023 – 7 gennaio 2024
Museo d’arte della Svizzera italiana, Lugano-Sede LAC
A cura di Linda Schädler
Catalogo Scheidegger&Spiess/Casagrande
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati