Al MAXXI in mostra i grandi architetti del Novecento che hanno lavorato con gli artisti
Ultime settimane di apertura per la mostra che esamina il rapporto poetico tra architetti e artisti, indagando il lavoro museografico di alcuni progettisti maestri del Novecento italiano
Sono progettisti molto diversi tra loro, ma che hanno contribuito a delineare un modus operandi quando si sono misurati con la produzione artistica, i protagonisti della mostra Architetture a regola d’arte – a cura di Luca Galofaro, con Pippo Ciorra, Laura Felci ed Elena Tinacci – che analizza il tema del rapporto tra l’architettura e l’arte con materiali d’archivio relativi a quattro grandi nomi dell’architettura italiana del Secolo breve. Una storia ripercorsa attraverso schizzi, fotografie, rappresentazioni tecniche a opera di BBPR, Costantino Dardi, Luigi Moretti e di Vincenzo Monaco e Amedeo Luccichenti. L’intento della retrospettiva è quello di far dialogare. Dai materiali alle scelte progettuali, fino al gusto estetico di ogni singolo architetto, nascono sensibilità del tutto autonome e identitarie, che hanno gettato le fondamenta della museografia italiana contemporanea. Il progetto di allestimento, opera dello studio romano LGSMA, si presenta come un percorso guidato: inizia con l’operato dei milanesi BBPR per poi concludersi con la proiezione delle scene della pellicola Michelangelo di Luigi Moretti. Per delineare, sia fisicamente che concettualmente, gli spazi dedicati a ciascuno degli architetti, sono state inserite delle “zone bianche” – dal posizionamento di pannelli paralleli – nelle quali vengono esposti e presentati i progettisti sotto una chiave più intima e domestica. Colpiscono ad esempio i disegni di Dardi e della moglie, dedicati alla figlia.
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Architetture ad arte: i progetti dello studio BBPR
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Gli allestimenti di Costantino Dardi
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Monaco e Luccichenti, tra residenze e allestimenti
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Luigi Moretti: architetto e collezionista d’arte
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Conoscere e capire l’architettura italiana del Novecento
I BBPR sono i primi tra i maestri esposti: ad accogliere il visitatore è una ricostruzione in scala reale dell’allestimento curato dagli stessi per la Pietà Rondanini michelangiolesca (interessante come la mostra si apra e si chiuda con la figura di Michelangelo). Particolare attenzione è data all’intervento di restauro e sistemazione dei Musei del Castello Sforzesco a Milano, compiuto tra il 1948 e il 1963, e già presente nel testo Storia dell’architettura italiana di Tafuri.“Qui i BBPR realizzano una macchina espositiva in cui l’allestimento e l’oggetto d’arte sono legati indissolubilmente, facendo entrare in risonanza le opere, l’allestimento, l’architettura e il restauro e immaginando il museo contemporaneo come una istituzione educativa, luogo di narrazione e rappresentazione, dove i dispositivi di allestimento che abitano l’architettura sono strumentali a un dialogo tra opera e visitatori che ha come fine ultimo di educare all’arte”, precisa il testo della mostra.
Lo spazio successivo è dedicato, invece, a Costantino Dardi (Cervignano del Friuli, 1936 – Tivoli, 1991): tra i grandi nomi della scuola romana del secondo Novecento, il materiale esposto si concentra prevalentemente sul progetto di allestimento della mostra Roma Capitale 1870-1911: architettura e urbanistica, tenutasi nel 1984 ai Mercati Traianei, sul progetto di allestimento della mostra Dall’URSS in URSS al Palazzo delle Esposizioni nel 1989, ma anche sul progetto scenografico per il film The belly of an architect del 1989, del regista inglese Peter Greenaway. Il rapporto tra arte e architettura per Dardi è uno dei principali temi della sua attività: dallo studio dei “classici” come Paolo Uccello e Piero della Francesca, ai rapporti tessuti con i nomi della scena artistica contemporanea, Dardi studierà sempre il dialogo tra le due discipline.
Lo spazio dedicato a Vincenzo Monaco (Roma, 1911 – 1969) e Amedeo Luccichenti (Isola Liri, 1907 – Roma, 1963) si concentra soprattutto sul rapporto dei due professionisti con i più famosi esponenti dell’arte capitolina secondo novecentesca. Viene presentato infatti il progetto per il Padiglione Italia dell’Expo di Osaka del 1970, al quale partecipò anche Giuseppe Capogrossi con la realizzazione delle sue pitture dal carattere primitiveggiante. Il padiglione per l’Expo di Osaka fu un territorio di confronto davvero stimolante per gli architetti del periodo: note sono le proposte progettuali di Sacripanti e di Dardi (per giunta anch’esso esposto).
Chiude la retrospettiva Luigi Moretti (Roma, 1907 – Capraia, 1973): studioso e appassionato di arte, tra i suoi ritratti più famosi spiccano quelli che lo trovano nel suo studio circondato da opere di ogni periodo. Attivo dal 1950 al 1953 nella sua rivista Spazio, nella quale compie studi sulla spazialità delle opere d’arte di artisti come Giotto e Michelangelo, è anche operante nella progettazione e organizzazione di mostre: a questo filone appartiene il materiale esposto, relativo alla mostra Contemporanea tenutasi tra il novembre 1973 e il febbraio 1974 nel parcheggio ipogeo di Villa Borghese.
L’importanza di mostre incentrate sull’architettura novecentesca, in un clima di particolare attenzione verso i temi al del recupero e della valorizzazione della stagione architettonica appena passata, si rivela di vitale importanza per avvicinare concretamente il visitatore a tali questioni. L’operazione di mettere a confronto i maestri dell’epoca, esponendo materiale d’archivio, contribuisce a sensibilizzare il pubblico alle architetture apparentemente meno conosciute tra quelle che delineano l’aspetto delle nostre città, oltre che a una più universale conoscenza del tema trattato. Anche in questo modo può crescere l’interesse verso un periodo architettonico ancora di difficile comprensione specie per il pubblico meno inserito nel settore.
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Architetture ad arte: i progetti dello studio BBPR
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Gli allestimenti di Costantino Dardi
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Monaco e Luccichenti, tra residenze e allestimenti
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Luigi Moretti: architetto e collezionista d’arte
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Conoscere e capire l’architettura italiana del Novecento
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Giovanni Manfolini
Giovanni Manfolini è nato a Perugia, città nella quale ha compiuto gli studi classici. Dopo il liceo ha conseguito il titolo triennale in “Scienze dell’Architettura” presso l’Università degli Studi di Firenze, per poi concludere il percorso laureandosi, con il massimo…