Ritorna la Biennale di Gubbio, ecco quali saranno i suoi obbiettivi
La XVII edizione si concentra sulla capacità dell’arte contemporanea di riattivare il rapporto tra un territorio e i suoi luoghi iconici, proponendo opere capaci di conferire nuovi significati a spazi e monumenti antichi. Marco Bassan spiega perché
Il territorio umbro custodisce un destino profondo, che rispecchia il destino di un’intera nazione. Qui un popolo, dalle origini grandiose, si trova a confrontarsi quotidianamente con le imprese straordinarie delle generazioni che lo hanno preceduto. Questa sfida non è mai stata semplice, soprattutto oggi, in un’epoca in cui sembra che l’Italia abbia da condividere con il mondo soltanto il suo passato archeologico e la grandiosità di un tempo ormai trascorso. Ciò che oggi custodiamo gelosamente, come vestali di un culto del quale non conosciamo più i codici di accesso, in realtà non è che il risultato delle audaci visioni dei nostri antenati in epoche ormai passate, individui visionari che ebbero il coraggio di essere straordinariamente contemporanei e di lasciare un segno nel loro tempo. Ma ciò che non si rinnova non può essere preservato, e ciò che non si proietta nel futuro non può neppure comprendere l’eredità del passato.
“Il destino è qualcosa che attende solo di essere rivelato: proprio come gli artisti contemporanei ci mostrano il futuro con il quale dovremo confrontarci”
Immaginare il futuro per onorare il passato
Il destino di questa terra è intrinsecamente legato a quello che ha da sempre caratterizzato la storia dell’Italia: il superamento di sé stessa e la capacità di onorare il passato attraverso la creazione di nuove energie trasformative, in grado di attrarre l’attenzione del mondo intero. Il nostro destino come italiani del Ventunesimo secolo è quello di riuscire ad immaginare un futuro ancora “irreale”, per non venir oppressi da un presente “reale” ma soffocante. Tuttavia, per farlo è necessaria una sorta di violenza filosofica, un atto di rottura con la membrana che caratterizza la nostra condizione attuale di staticità culturale. Uno strappo generativo e non distruttivo, che può essere provocato e portato avanti solamente dagli artisti delle ultime generazioni, le uniche figure nella società in grado di vivere al di fuori dei vincoli illusori del loro tempo e rivelare la vera natura delle cose. È per questo che parliamo di destino, perché è qualcosa che attende solo di essere rivelato: proprio come gli artisti contemporanei ci mostrano il futuro con il quale dovremo confrontarci, offrendo a chi ha il coraggio di guardarlo l’opportunità di prepararsi.
“L’Italia non riconosce più agli artisti la capacità di produrre senso nel presente, chiedendogli solo, in rare occasioni, di arredare, decorare e abbellire”
IMAGINA. Il tema della Biennale di Gubbio e i luoghi geniali
Agli artisti invitati a IMAGINA è stato chiesto di assumersi la responsabilità di mettere in mostra importanti narrazioni contemporanee, in grado di leggere questo tempo attingendo alle energie identitarie della città. Gubbio rappresenta infatti una sorta di microcosmo dell’Italia, in quanto racchiude in sé l’impulso mitico della cultura preromana incarnato dalle Tavole Eugubine, la forza religiosa e trascendente del grande salone medievale di Palazzo dei Consoli e la visione rivoluzionaria e umanistica del Palazzo Ducale.
Queste tre epoche abbracciano oltre 2000 anni di storia e si intrecciano oggi nella ritualità e nella passione degli Eugubini, che mantengono vivo e autentico questo senso di identità.
I luoghi sono ricchi di potenziali, capaci di ispirare gli artisti che decidono di confrontarsi con la loro natura e identità. In questa ventisettesima edizione della Biennale ci si è concentrati sulla capacità dell’arte contemporanea di riattivare e reinventare il rapporto tra un territorio e i suoi luoghi iconici, proponendo opere capaci di conferire nuovi significati e orizzonti interpretativi a spazi e monumenti antichi. In questo modo le generazioni attuali emergenti possono riappropriarsi in modo vitale della storia, per proiettarsi così con forza e consapevolezza nel futuro.
Lavorare sul Genius Loci della città di Gubbio ci ha permesso inoltre di attingere all’immenso patrimonio lasciato in eredità dagli artisti del passato, mostrando come la figura dell’artista nei secoli abbia avuto un ruolo sociale estremamente preciso, mentre oggi purtroppo appare relegato ai margini della società.
Gli artisti come interpreti della storia
Nell’epoca medievale e rinascimentale gli artisti sono sempre stati gli interpreti principali della storia: grazie al potere delle loro opere hanno raccontato una precisa visione del mondo e immaginato nuove modalità per dare senso alla realtà. Oggi questa visione si è persa nel nostro Paese, che non riconosce più agli artisti la capacità di produrre senso nel presente, chiedendogli solo, in rare occasioni, di arredare, decorare e abbellire. Riconnettere gli artisti a queste antiche sapienze permette di restituire loro una posizione sociale che è da troppo tempo vacante, in un Paese che ha un fortissimo bisogno di costruire una propria identità futura capace di dialogare con le complessità delle sfide contemporanee.
La XXVII Biennale di Gubbio, sintetizzando in modo unico tante anime diverse della tradizione italiana, offre agli artisti l’opportunità di sfidare i maestri che hanno definito per secoli la storia dell’arte occidentale. Oggi gli artisti italiani delle ultime generazioni, a differenza dei loro colleghi internazionali, sono spesso sottoposti a una sfida notevole, in quanto costretti a misurarsi con i giganti che hanno plasmato la storia dell’arte nel corso dei secoli. Superare e uccidere questi maestri è l’unica via per consentire all’Italia di esportare una nuova narrazione contemporanea della realtà.
“La collaborazione tra arte contemporanea e società civile produce nuovi significati per comprendere il presente”
Spazio agli artisti che abitano le contraddizioni del futuro
Il titolo IMAGINA è una crasi tra “immagine” e “immagina” e indica il rapporto tra l’immagine artistica e il suo potenziale legato alla capacità di attivare l’immaginazione delle persone. Questo potenziale viene storicamente sprigionato nei processi di contaminazione: integrare l’arte contemporanea con la società e i territori permette di rinnovarli e al contempo di attingere a energie e risorse provenienti da diverse sfere sociali e civili per supportare gli artisti. Questa collaborazione tra arte contemporanea e società civile produce nuovi significati per comprendere il presente e costruire narrazioni in grado di affrontare le sfide future. L’edizione 2023 della Biennale di Gubbio si configura come un appuntamento sulla scena dell’arte contemporanea nazionale che presenta in un contesto istituzionale una generazione di artisti capace di abitare coraggiosamente le contraddizioni del presente e le sfide del futuro, ancora troppo poco rappresentata nelle istituzioni museali italiane pubbliche e private.
L’obiettivo di IMAGINA non è solo quello di presentare la migliore scena artistica emergente italiana, ma anche di sperimentare nuove forme di contaminazione e sfidare gli artisti a creare opere in grado di dialogare con le diverse anime della città, restituendo all’arte un senso di urgenza, necessità e appartenenza che possa coinvolgere la popolazione. Ciò di cui abbiamo bisogno non è l’omologazione ai processi e agli standard internazionali, ma la capacità di immaginare nuovamente una visione personale e identitaria. Abbiamo bisogno del coraggio per costruire un presente che sia figlio del futuro, non viceversa. Il compito degli artisti, come è sempre accaduto nella storia, è bilanciare attraverso l’immaginazione ciò che sembra essere il destino inevitabile dell’umanità con la capacità primordiale dell’essere umano di creare immagini in grado di attrarre a sé un futuro luminoso.
Marco Bassan
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