Ecco come la Brexit ha regalato a Parigi lo scettro di capitale del mercato dell’arte

Si sono susseguite le settimane del mercato con le fiere Frieze e Paris+ a fare da catalizzatore. Ma è sempre più chiaro che l’asse, complice anche la Brexit, si è spostato di nuovo su Parigi, da mecca delle avanguardie storiche a cuore pulsante del sistema

Il mondo dell’arte, in queste ultime settimane, sta vivendo un periodo molto acceso e ricco di eventi, in particolare per quanto riguarda la scena artistica europea. Questo momento così animato, caratterizzato dalla convergenza di eventi prestigiosi come la fiera d’arte Frieze, dalle vendite all’asta di alto profilo e dall’attesissima seconda edizione della fiera Paris+, promossa dal colosso Art Basel, sonda i punti di forza e le vulnerabilità delle principali città del mondo. Londra, da generazioni cuore indiscusso del mercato dell’arte europeo, si trova ora davanti a una situazione nuova e complicata: a sette anni dallo storico referendum britannico sulla Brexit, il mercato dell’arte è concentrato su Parigi. Sebbene tutto ciò contribuisca a creare un’atmosfera di energico coinvolgimento e di attesa all’interno del mondo dell’arte, vi sono alcune particolari dinamiche che colpiscono gli osservatori più attenti che porgono il proprio sguardo sulle rispettive fiere di questi giorni, Frieze London e su Paris+.

Frieze Art Fair e Frieze Masters

La settimana di Frieze, che non manca mai di sorprendere con il suo caos e l’arte ipnotica, ha portato ancora una volta il mercato globale dell’arte a Londra. Quest’anno però, ha assunto un significato particolare per la ricorrenza del XX anniversario della fiera che nei giorni precedenti aveva aiutato ad accentuarne l’eccitazione. 
Particolare poi, era il fatto che la maggior parte delle gallerie, in questa edizione, pur di giocare sul sicuro, si sono concentrate sul mercato secondario e solo una manciata delle gallerie più celebri si è affidata ad artisti ormai affermati. Il colosso Gagosian è stato l’esempio più lampante di ciò, avendo rappresentato in questa edizione di Frieze solo e unicamente Damien Hirst, cosa che ha fatto storcere il naso a tanti dealers e advisors. Una splendida e quasi inaspettata sorpresa, tuttavia, è stata la focalizzazione dell’edizione di quest’anno su artiste del calibro di Marina Abramovich, una figura che non solo ha raggiunto uno status di culto nell’ultimo decennio, ma che si è anche messa in luce con la sua grande retrospettiva alla Royal Academy, passando alla storia come la prima donna a meritare una tale esposizione in 255 anni di storia. I riflettori si sono accesi anche sulle artiste rappresentate nella nuova Women in the Art Fair (WIAF), un progetto avviato nel 2018 e finalmente realizzato quest’anno, dopo un ritardo dovuto alla pandemia. 

Frieze Masters 2023, Londra
Frieze Masters 2023, Londra

Frieze Art Week e la Brexit

Tuttavia – per usare un’espressione tipicamente inglese – è giunto il momento di “affrontare l’elefante nella stanza”: anche la Frieze Week, l’evento di punta del mercato dell’arte che storicamente si svolge ogni anno a Londra e che affascina appassionati d’arte, mercanti e collezionisti di tutto il mondo, all’indomani della Brexit e dello spostamento dell’interesse verso l’Europa, sta subendo una trasformazione, pur nella sua conservata centralità nella scena artistica britannica. 
La Brexit ha infatti avuto un impatto significativo su tutta l’economia britannica, andando quindi anche a toccare l’organizzazione e le logistiche del mercato dell’arte. Un tempo, le opere d’arte si muovevano senza problemi attraverso i confini dell’UE, rendendo Londra un centro per le transazioni e le mostre d’arte durante questa settimana così importante. Dopo la Brexit, invece, l’aumento dei controlli doganali, delle tariffe e delle pratiche burocratiche ha causato ritardi e aggiunto oneri amministrativi a questo processo. Gli appassionati d’arte, già da qualche anno, dunque, esplorano sempre più spesso gli eventi continentali, sfidando la tradizionale preminenza di Londra e volgendo la propria attenzione verso l’Europa. 
Ci si è resi conto che le città europee sono ora in grado di offrire palcoscenici alternativi per la presentazione e l’acquisto di opere d’arte di rilievo, così attirando l’attenzione dei più esperti in questo campo, come le mega-gallerie di Gagosian, David Zwirner, Galerie Max Hetzler e White Cube che ormai hanno aperto anche a Parigi. 

Paris+ par Art Basel

La domanda sorge dunque spontanea: il vento sta soffiando ormai a favore del continente europeo, mettendo Parigi al centro? E poi, Paris+ par Art Basel sta veramente superando il prestigio di Frieze?
Le previsioni indicano che Parigi sta sfidando il mercato dell’arte di Londra, con la ville lumière pronta a prendere il comando. Gli esperti ipotizzano che la ripresa del mercato dell’arte francese, ricco di patrimonio artistico, potrebbe corrispondere in modo speculare al rallentamento di Londra, nota per i miliardari offshore e le aste di alto profilo. Paris+, nuova fiera curata da Art Basel e imperdibile rendez-vous per il mondo dell’arte, ha già catturando interesse, soprattutto dopo l’inaugurazione della Fondation Louis Vuitton e della Bourse de Commerce, straordinari musei privati fondati rispettivamente dai grandi collezionisti Bernard Arnault e François Pinault, che aggiungono una nuova dimensione alla scena artistica parigina.
Come Frieze, la seconda edizione di Paris+ per Art Basel presenta oltre 150 tra le principali gallerie d’arte, mostrando la resilienza del mercato dell’arte in un panorama politico difficile. A causa della crisi di Gaza, infatti, la Francia ha innalzato l’allarme sicurezza a un livello più alto a causa di un accoltellamento e delle evacuazioni sia al Louvre che a Versailles avvenute durante il fine settimana. L’attenzione quest’anno si è quindi concentrata sul miglioramento dell’esperienza dei visitatori, e ritornando all’arte, in particolare sull’espansione della serie di sculture all’aperto. Tuttavia, i progetti parigini futuri aspirano a superare Frieze in termini di dimensioni – aumentando significativamente la capacità espositiva nei prossimi anni – spostandosi nel rinnovato Grand Palais.

Paris+ 2023 - Pilar Corrias
Paris+ 2023 – Pilar Corrias

Highlights dalla fiera di Parigi

Tra le sfarzose esposizioni di Art Basel a Parigi, non poteva non saltare all’occhio dei critici la predominanza di artisti affermati e gallerie di prim’ordine, dando spazio a discussioni focalizzate sull’inclusività e sulla mancata rappresentazione di artisti emergenti e gallerie meno conosciute.
Tra grandi nomi, dobbiamo citare l’opera di Rothko da $40 Milioni, centro del booth di Pace Gallery in questa edizione parigina, e secondo dipinto di più alto valore in circolazione dell’artista americano, opera che ha già strizzato l’occhio al mercato francese.
Lo scenario di Parigi riflette i pensieri attualmente predominanti in tutto il mondo dell’arte. Questi riguardano in primo luogo le preoccupazioni per la mancata innovazione, l’attrazione gravitazionale delle forze di mercato, l’uso strategico dell’arte secondaria per mantenerne una posizione che persiste nel tempo, le questioni dell’inclusività e della commercializzazione dell’arte.
Nonostante le sfide economiche che bloccano l’innovazione in tutto il mercato dell’arte, è stato particolarmente evidente che l’entusiasmo generale per la partecipazione a Paris+ ha superato di gran lunga quello per Frieze. 
In sintesi, il mercato dell’arte sta adottando una strategia avversa al rischio, scegliendo di giocare sul sicuro fino a quando le condizioni economiche non miglioreranno. Questo approccio cauto è evidente sia a Frieze che a Paris+, dove gli espositori si sono astenuti dall’abbagliare con innovazioni rivoluzionarie e si sono invece orientati verso nomi affermati e opere del mercato secondario. Osservando questa tendenza, si prevede che i due principali poli artistici, Parigi e Londra, cercheranno di consolidare la loro posizione ormai di duopolio artistico nel futuro prossimo. Tuttavia, il perdurare dell’incertezza economica suggerisce che ciò potrebbe avvenire in modo cosi lento e graduale, da poter essere percepito solo da occhi attenti.

Francesca Imperiali e Paula Trommel

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Paula Trommel

Paula Trommel

Paula Trommel, vicedirettore di Corinth Consulting, possiede una miscela unica di competenze che spaziano tra arte, diritto e regolamentazione internazionale. È laureata in legge in Germania e nel Regno Unito e ha conseguito un Master in Art Management presso la…

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