Giorgio de Chirico: lo spazio metafisico dell’artista in mostra a Conegliano
La mostra di Palazzo Sarcinelli presenta 71 opere fra dipinti, carte, sculture, scelte tra i suoi principali soggetti: i Manichini senza volto, i Trovatori, le Piazze d’Italia, le Torri, gli “Interni ferraresi”, i Trofei, i Gladiatori, gli Archeologi, i Bagnanti misteriosi
Giorgio de Chirico è stato un autore molto importante nella pittura del primo Novecento, ispiratore non solo del Surrealismo ma anche di altri movimenti come il Realismo magico, la Neue Sachlichkeit (nuova oggettività), la pop art, la transavanguardia e naturalmente la metafisica.
La metafisica in de Chirico
Tutte le opere selezionate nella mostra di Palazzo Sarcinelli coprono tecniche, temi e periodi diversi. Compreso il decennio finale della sua produzione (1968-1976 circa), definito “neometafisico”, in cui rielabora soggetti e contenuti affrontati in precedenza; da qui il nome della mostra Metafisica continua. La curatrice Victoria Noel-Johnson durante la presentazione ha sfiorato la questione delle cosiddette copie effettuate dallo stesso artista. Sostenendo, convinta, che de Chirico è il proprietario del copyright concettuale. Ma qual è la concezione che ha il pittore della metafisica? Il mistero e il soprannaturale non bisogna cercarli fuori, al di là della terra, perché si trovano nella terra.
Giorgio de Chirico e le città, da Firenze a Torino
Importante per la sua formazione è la scoperta della filosofia di Nietzsche. Specialmente dove sostiene che le cose animate e inanimate hanno un’anima. Anche in quelle più comuni può emergere un versante strano solitario sconosciuto. Poi ci sono anche le città che hanno influenzato e hanno contribuito a delineare il concetto di metafisica. A Firenze nel 1912 si trova in piazza Santa Croce. Ancora convalescente per una lunga malattia è immerso in uno stato di morbosa sensibilità. Morbosità che invade la statua di Dante, il sole autunnale. Ha l’impressione di vederle per la prima volta. La città di Torino colpisce la sua immaginazione. Fino al punto di farne la metafora di un mondo quasi non reale.
de Chirico a Parigi e Ferrara
Dove nasce quella serie di dipinti destinata a dare forma alla poetica dechirichiana, che va oltre le ricerche estetiche contemporanee. Nel 1913 dipinge alcuni quadri ispirati alla stazione di Montparnasse con i portici poco soleggiati che comunicano uno strano sentimento di solitudine e malinconia. Scoppiata la Grande Guerra, sia de Chirico che Alberto Savinio, vengono inviati a Ferrara. L’aspetto della città lo colpisce molto. Come la rossa mole del Castello estense che diventerà lo sfondo di uno dei più celebri quadri di questo periodo: Le muse inquietanti (1918), il quadro del periodo ferrarese che gli fa mettere a fuoco i canoni della pittura metafisica. Tutto è avvolto nel silenzio. In un tempo senza tempo. Misterioso. Lo stato d’animo prevalente è l’inquietudine.
Il percorso espositivo della mostra dedicata a de Chirico
Questi sono gli antefatti principali che hanno ispirato la stesura del progetto espositivo scandito in sei sezioni. A partire da L’arte neometafisica. Quando riprende soggetti concepiti negli anni Dieci, Venti e Trenta, rinnovandoli. A partire da Le muse inquietanti riproposte nel 1974 che apre la rassegna. De Chirico inizia l’esplorazione degli spazi esterni dove raffigura, di volta in volta, un manichino o una coppia che cammina in lontananza. Una vera sorpresa, non lo si vede spesso, è il carboncino su cartone foderato, Apparizione di rose del 1970. I tre fiori dai lunghi gambi sembrano galleggiare nello spazio.
Le Piazze d’Italia
Bloccato a Ferrara nel corso della Grande Guerra, de Chirico si dedica agli Interni ferraresi dove appare il motivo del quadro nel quadro. Come si nota in Interno metafisico con pere (1968). Dopo il tema delle Piazze d’Italia, a partire dal 1914 de Chirico privilegia quello che diventerà uno dei suoi soggetti più noti: il manichino senza volto. Nel 1934 realizza le illustrazioni per Mythologie del poeta surrealista Jean Cocteau. Il frontespizio e le dieci litografie testimoniano l’apparizione di un nuovo soggetto, quello dei cosiddetti “Bagni misteriosi”. Nel periodo neometafisico de Chirico riprende la scultura che aveva iniziato a cinquantadue anni. I soggetti delle pitture vengono riversati e decontestualizzati nella realtà.
Fausto Politino
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