Sta per uscire il nuovo album di Alva Noto. L’intervista

Un nuovo album, una mostra personale in corso e tre idee per il futuro, tra cui la riscoperta delle relazioni umane in un mondo sempre più complesso che ha bisogno di nuove idee per affrontare guerre, tensioni e squilibri sociali. L’intervista per la rubrica “Futuro Antico”

Carsten Nicolai è un artista e musicista tedesco con sede a Berlino. Per le sue produzioni musicali utilizza lo pseudonimo Alva Noto. Nato nel 1965 a Karl-Marx-Stadt, fa parte di una generazione di artisti che lavora intensamente nell’area di confine tra musica, arte e scienza.
Con una forte aderenza al riduzionismo, porta i suoi esperimenti sonori nel campo della musica elettronica, creando il suo proprio codice di segni acustica e simboli visivi. NOTON è un’etichetta fondata nel 1994 da Carsten Nicolai come piccola casa discografica, diventando attiva nel 1996 con l’uscita del disco “spin” di noto. Nello stesso anno è iniziata la collaborazione con RasterMusic e nel 1999 le due etichette si sono fuse in Raster-Noton. Tra i progetti musicali più diversificati, ci sono collaborazioni significative con Ryuichi Sakamoto, Ryoji Ikeda (cyclo), Blixa Bargeld o Mika Vainio

Chi è Carsten Nicolai

Nicolai ha fatto numerose tournée come Alva Noto in Europa, Asia, Sud America e negli Stati Uniti. Tra gli altri luoghi, si è esibito al Solomon R. Guggenheim Museum di New York, al San Francisco Museum of Modern Art, al Centre Pompidou di Parigi e alla Tate Modern di Londra. Nicolai ha composto la musica per il film di Alejandro González Iñárritu “The Revenant”. La colonna sonora è stata nominata per un Golden Globe, un BAFTA, un Grammy e un Critics Choice Award. Di recente ha creato il sound design per il rivoluzionario progetto VR di Iñárritu “Carne y Arena”.
La sua opera musicale si riflette nel suo lavoro come artista visivo. Carsten Nicolai cerca di superare la separazione delle percezioni sensoriali dell’uomo rendendo fenomeni scientifici come suono e frequenze luminose percepibili sia per gli occhi che per le orecchie. Dopo la sua partecipazione a importanti mostre internazionali come documenta X e la 49ª e 50ª Biennale di Venezia, le opere di Nicolai sono state esposte in tutto il mondo in ampie mostre personali e collettive.  Il 13 ottobre uscirà il suo nuovo album HYbr:ID Vol. 2 e nel frattempo una sua mostra personale intitolata Stralhen/Raggi è in corso fino all’11 febbraio a Modena, presso FMAV Palazzina dei Giardini.

Quali sono i tuoi riferimenti ispirazionali nell’arte?
Traggo la maggior parte della mia ispirazione dalla natura. Il mio interesse è meno nell’arte come riferimento per il mio lavoro e più nelle domande filosofiche e scientifiche legate al mondo naturale. Sono affascinato dalla comprensione del mondo che ci circonda, dalla sua composizione e da come, come individuo creativo, mi inserisco in questo sistema. È una risposta generale, ma data la vastità della domanda, mi piacerebbe mantenerla così.

Carsten Nicolai, 2015. Photo Andrey Bold
Carsten Nicolai, 2015. Photo Andrey Bold

Qual è il progetto che ti rappresenta di più? Puoi raccontarci la sua genesi?
Uno dei progetti più recenti in cui mi sento veramente rappresentato è “Transmitter Receiver: The Machine and The Gardener.“. Si tratta di uno spazio immersivo composto da vari elementi centrali per la mia pratica artistica. Lo descriverei più come un’esperienza atmosferica che come una tradizionale installazione artistica. 

Spiegaci meglio…
Questa atmosfera è creata attraverso molteplici elementi sensoriali, tra cui architettura, spazio, proporzioni, materiali, suono e luce. L’ispirazione principale per questa installazione è la radioattività e le particelle radioattive. È in uno stato di costante cambiamento, influenzato dalle particelle dello spazio e dai suoni che producono. L’installazione include rilevatori e antenne che captano rumori dallo spazio profondo, rendendoli parti integrali dell’opera d’arte. Inoltre, questa installazione ha una prospettiva universale, che va oltre i confini di uno spazio artistico, collegandoci al nostro posto nel sistema solare e oltre. È il culmine di vari elementi su cui ho lavorato per anni, che comprendono non solo gli aspetti visivi e scultorei, ma anche performance e suono. È un pezzo complesso che unifica molte sfaccettature del mio lavoro, sia come artista visivo che come artista del suono.

Che importanza ha per te il Genius Loci all’interno del tuo lavoro?
Non uso spesso il termine “genius loci”; trovo tale terminologia un po’ problematica. Sono più in sintonia con Joseph Beuysche credeva che ogni essere umano fosse un artista. Il concetto di “genio” non mi risuona, quindi è difficile per me affrontare direttamente questa domanda.

Quanto è importante il passato per immaginare e costruire il futuro?
La bellezza del futuro è la sua imprevedibilità, almeno oltre il breve termine. Sebbene possiamo prevedere certi aspetti statisticamente, possiamo costruire il futuro solo basandoci sulle nostre esperienze passate. In questo senso, il passato antico farà sempre parte del nostro futuro.La storia dell’umanità è relativamente breve rispetto alla storia dell’universo; quindi, domande filosofiche fondamentali persistono in varie forme. Una delle mie storie antiche preferite è l’Odissea, che sottolinea l’importanza del viaggio stesso piuttosto che della destinazione. Siamo viaggiatori costanti, prendendo decisioni senza sapere dove finiremo. Il viaggio, il processo di apprendimento e le esperienze hanno una maggiore importanza di quanto spesso ci rendiamo conto.

Carsten Nicolai. Photo Dieter Wuschanski
Carsten Nicolai. Photo Dieter Wuschanski

Quali consigli daresti a un giovane che voglia intraprendere la tua strada?
Consiglierei pazienza, curiosità e stabilità. La curiosità è stata una forza trainante nella mia vita artistica, e rimanere aperti all’apprendimento è essenziale. Non solo è ispirante, ma anche motivante. La stabilità, in questo contesto, significa rimanere fedeli alla tua visione e capire che gli sforzi artistici sono più simili a maratone che a sprint. Molte idee richiedono tempo per crescere e essere riconosciute, quindi non aspettarti successo immediato. Ma, soprattutto, credi nella tua visione e in ciò che stai facendo.

In un’epoca definita come quella della post-verità, ha ancora importanza e forza il concetto di sacro?
Nel mio mondo, che navigo attraverso il mio lavoro, le discussioni sulla verità, sulle bugie, sui fatti e sulle teorie del complotto sono effettivamente impegnative. È essenziale basare la nostra conoscenza su informazioni affidabili e sulle nostre esperienze personali, anziché affidarsi solo a fonti secondarie. La forza è cruciale in questi tempi, poiché dobbiamo navigare in un mondo pieno di complessità.

Come immagini il futuro? Potresti darci tre idee che secondo te guideranno i prossimi anni?
Mi vengono in mente tre idee significative per il futuro. In primo luogo, la chiamerei “para fisica”, un termine non convenzionale. Coinvolge la visione dei processi come interconnessi anziché separati. Nel nostro mondo sempre più specializzato, la comprensione delle interazioni intrecciate tra diversi campi del sapere definirà il nostro futuro. In secondo luogo, gli aspetti sociali e culturali della società sono di crescente importanza. In un’era segnata dalla guerra e dalla discriminazione, dobbiamo esplorare nuove idee su come le società possano essere strutturate per il futuro. Infine, le vere interazioni sociali e gli spazi per l’impegno sociale hanno bisogno di più attenzione. Non si tratta solo di reti sociali online, che possono essere disfunzionali. Dobbiamo riscoprire l’importanza delle vere interazioni umane nella nostra vita.

Marco Bassan

Alva Noto – HYbr:ID Vol. 2 
Audio preview
Release date: 13.10.2023
Artwork 
Vinyl pre-order 
Digital singles 
www.spaziotaverna.it

Gli episodi precedenti

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Marco Bassan

Marco Bassan

Curatore d’arte contemporanea, fondatore di Spazio Taverna. Ha curato progetti per istituzioni quali il MAECI, Fondazione CDP, CONAI, i Musei Capitolini, il Museo Nazionale Romano, il Parco Archeologico dell’Appia. Nel 2023 ha consegnato la tesi di dottorato presso Roma Tre…

Scopri di più