Una nomina inconsueta. Il Padiglione Italia secondo Vittorio Sgarbi
Confusione, assenza di informazioni sul sito del Ministero, e l’annuncio di un progetto sul fumetto che elude la logica del bando. Ecco come Vittorio Sgarbi ha spaginato l’etichetta della nomina del Padiglione Italia
Dopo l’open call indetta dal Ministero per la Cultura, è arrivata finalmente (a pochi mesi dall’inaugurazione), la nomina di Luca Cerizza a curatore del Padiglione Italia della Biennale di Venezia. Si tratta in sostanza di una delle notizie più importanti per la scena culturale e artistica a livello nazionale. Il problema è che dopo molte ore dall’annuncio non si trova traccia di questa notizia sul sito del Ministero della Cultura, né sul progetto che coinvolge l’artista Massimo Bartolini, perché in realtà l’annuncio è stato fatto dal Sottosegretario Vittorio Sgarbi, già curatore del Padiglione Italia nel 2011, e dal suo Ufficio Stampa, in maniera piuttosto inconsueta e impropria.
Il Padiglione Italia secondo Sgarbi
La nota del sottosegretario riporta anche un giudizio abbastanza tranchant sulla proposta curatoriale di Cerizza, secondo Sgarbi “difficilmente comprensibile” e che quindi merita di approfondimenti. Quasi a completamento di questa poca convinzione che il Sottosegretario ripone nel progetto vincitore (selezionato da una commissione nominata ad hoc dal Ministro), si legge anche che “il curatore lavorerà a stretto contatto con il nuovo diretto generale Angelo Piero Cappello, il quale seguirà anche un progetto sul fumetto in collaborazione con Igort”.
Insomma, poche informazioni e confuse, che di certo non rafforzano né valorizzano la scelta della Commissione.
Molto diversa dalla comunicazione ufficiale di selezione di Eugenio Viola, curatore del Padiglione Italia nel 2022, annunciata dall’allora Ministro Franceschini come “una proposta innovativa e coraggiosa” a cui subito dopo seguì l’annuncio dell’unico artista scelto a rappresentare l’Italia alla Biennale, cioè Gian Maria Tosatti.
L’enigma si complica dopo l’uscita anche dell’artista proposto da Cerizza, ovvero Massimo Bartolini, di cui si legge ormai ovunque tranne che sul sito del Ministero e in nessuno degli atti pubblicati nella sezione legata all’open call.
Le regole di ingaggio nelle nomine
L’uscita di Sgarbi è evidentemente inadatta in relazione alla rilevanza della notizia in questione e peraltro indebolisce quella che dovrebbe essere la massima rappresentazione dell’arte italiana, promossa dal Ministero stesso. La perplessità maggiore proviene proprio dalla confusione dei piani e dei ruoli, tipico vizio italiano, con cui viene messa in discussione dalla politica la libertà del curatore di decidere e proporre un progetto sulla base di regole di ingaggio chiare. Il Sottosegretario Sgarbi, curatore a suo tempo di uno dei peggiori Padiglioni Italia che la memoria ricordi, dovrebbe rispettare le procedure di selezione pubblica indette dal Ministero stesso e il relativo lavoro della commissione. Si tratta della prima volta, infatti, che il Ministero per la Cultura seleziona il curatore del Padiglione Italia attraverso un bando pubblico e credo che sia una operazione meritoria che va proprio nella direzione opposta dell’ingerenza della politica nelle scelte culturali.
Speriamo sia solo un infausto inizio, attendiamo intanto l’uscita del Ministro Sangiuliano e auguriamo buon lavoro a Luca Cerizza, che viste le premesse ne ha proprio bisogno.
Marco Trulli
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