Una residenza d’artista fatta per artiste che sono anche mamme
Il gruppo di artiste The Glorious Mothers ci racconta un progetto pensato per non separare la genitorialità dal fare arte. Una residenza d’arte per genitori con figlie e figli a Castello Cabiaglio in provincia di Varese
Siamo tornate da qualche settimana dalla nostra residenza a Castello Cabiaglio e già siamo nel vortice del ritorno a scuola: chi combatte con gli ultimi compiti, chi deve capire come organizzarsi con gli orari degli inserimenti all’asilo e alla scuola materna, – che diciamocelo, ti lasciano solo il tempo di un caffè – e chi invece torna in studio portandosi l3 piccol3 di pochi mesi, per lavorare nei ritagli dei riposini.
La residenza con i figl3
A Castello Cabiaglio, in provincia di Varese, la settimana si è articolata in modo da portare avanti la nostra ricerca comune, sostenendoci a vicenda nel prenderci cura de3 figl3. Il programma prevedeva dei laboratori la mattina aperti al pubblico, delle riunioni private il pomeriggio in cui approfondire alcune tematiche a partire da letture e suggestioni teoriche, un momento di festa con cena sociale in paese, con tutti gli abitanti. Il titolo Acquiferae si riferisce ai temi che abbiamo trattato durante la residenza, che avevano a che fare con l’acqua e i liquidi corporei. Le residenze d’artista difficilmente prevedono costi a copertura delle spese o luoghi idonei perché l’artista possa portare l’3 figl3. Nella residenza delle Glorious Mothers invece, 3 bimb3 grandi giocano tra di loro, quell3 piccol3 rimangono attaccat3 alla mamma che può allattare, cambiare pannolini, agitare giochetti, aiutare nella camminata mentre partecipa ad un’attività. Le riunioni sono spesso caotiche, quasi sempre interrotte da un pianto o da una ricerca di attenzione, ma è un modo per continuare a lavorare integrando la cura de3 figl3, non avendo la possibilità o scegliendo di non delegare. Questo non per affermare una maternità radicale, anzi, quest’anno abbiamo sottovalutato la presenza di una persona che si occupasse de3 bambin3 qualche ora al giorno, che avrebbe potuto gestire 3 nostr3 figl3 durante le attività, ma avendo pochi fondi, abbiamo pensato di investire nella presenza di due cuoche per alleggerire quest’altro aspetto del lavoro di cura, e allo stesso tempo avere chi si prendesse cura di noi, preparandoci i pasti.
Le problematiche che affrontano le mamme artiste
Questa residenza per genitori con figl3 (per il momento solo madri) è l’unica di questo tipo, organizzata su territorio nazionale, e per questo motivo procediamo a tentoni. L’anno scorso, nello stesso periodo, si era svolta la prima edizione, in cui avevamo pagato delle babysitter per occuparsi de3 bambin3 la mattina, anche se spesso ce l3 ritrovavamo in grembo. L’organizzazione dei pasti e la relativa pulizia li avevamo divisi tra di noi. Quest’anno, eravamo 24 partecipanti tra madri e bambin3 e la scelta di avere delle cuoche è stata necessaria per ridurre i tempi di preparazione dei pasti e le pulizie, lasciando spazio al riposo, si sperava, e alla discussione.
Nonostante si fosse cercato di dare priorità alle esigenze e necessità de3 più piccol3, per permettere alle mamme di partecipare senza preoccupazioni, i sonnellini pomeridiani sono stati un problema, perché i tempi e gli spazi rendevano l’organizzazione più difficile dell’anno precedente. Questo inizialmente ha determinato per le mamme de3 figl3 più piccol3 un ostacolo a partecipare alle attività, trovandosi paradossalmente a sperimentare all’interno del gruppo i problemi che vivono all’esterno: da una parte il dover soddisfare le necessità de3 figl3, dall’altra vedere che il resto del mondo lavorativo va avanti senza di te. Inizialmente, quando le mamme de3 figl3 piccol3 hanno manifestato il loro problema, chiedendo di cambiare l’orario delle riunioni pomeridiane, si è proposto di decidere con una votazione, ma è stato subito chiaro come la maggioranza avrebbe vinto schiacciando le necessità di chi in quel momento si trovava in difficoltà. Alla fine, non abbiamo votato, ma abbiamo cercato di aggiustare la situazione come potevamo, riuscendo a far partecipare tutt3. Questo esempio è esplicativo di come un genitore spesso si trovi in difficoltà a vivere all’interno di questa società che non si fa carico dei bisogni de3 bambin3 in primis, e che si accontenta di soluzioni parziali che risultano quindi fallimentari sia per i genitori che per l3 bambin3. In particolare, d’estate, durante tre lunghi mesi di vacanze, che nessuno può concedersi interamente, con le scuole chiuse, bisogna destreggiarsi tra lavoro, lavoro di cura non pagato, litigi con i nonni (per chi ce l’ha) o spese di centri estivi. C’è voluto l’aiuto, la comprensione e la disponibilità ad uno sforzo maggiore da parte delle mamme con figl3 più grand3 ad andare incontro alle mamme de3 figl3 più piccol3 per risolvere la situazione.
Quanto sarebbe bello per i genitori riuscire a coltivare dei momenti di co-educazione e confronto dalla nascita, magari avendo degli spazi pubblici a disposizione come luoghi per l’allattamento, parchi, giardini, ma anche centri per il benessere fisico come palestre, centri culturali, musei, biblioteche e centri d’arte, aperti alla condivisione di genitori e bambin3?
Lavoro e cura. Cosa può fare il mondo dell’arte
Quanto sarebbe bello per i genitori poter continuare a lavorare rispettando i tempi di crescita de3 bambin3, senza sentirsi giudicati per le proprie scelte quotidiane? Quanto sarebbe bello per il mondo dell’arte vedere bambin3 nei musei, nelle gallerie, ai talk, alle inaugurazioni? Quanto sarebbe più facile per noi madri artiste se tutte le residenze prevedessero la presenza de3 figl3, o la copertura dei loro costi, se potessimo inserire nel curriculum la loro nascita, se gli eventi fossero organizzati durante l’orario dell’asilo, in tempi congruenti con quelli riservati alla cura de3 figl3 o in alternativa, se le istituzioni prevedessero spazi per bambin3 così da permettere ai genitori di partecipare agli eventi e così via? Certo, tutto il mondo dell3 adult3, genitori e non, dovrebbe farsene carico, combattendo la discriminazione e investendo su un futuro più partecipato.
Ospitalità a Castello Cabiaglio
Questa esperienza non si sarebbe potuta fare se alcune persone del paese non ci avessero aperto la loro porta, ospitandoci nelle loro stanze migliori. Grazie al lavoro di Miriam Secco che ha reclutato persone all’interno del paese, disposte ad ospitare noi con l3 nostr3 bambin3, ognuna in una casa diversa, per una residenza diffusa e molto coinvolgente. Grazie al sindaco, che ci ha dato la disponibilità ad utilizzare la sala polivalente e altre strutture in cui abbiamo potuto lavorare. Grazie a Casa Betlem, la comunità che ci ha ospitate durante i pasti e che ha sopportato il nostro vociare e il baccano de3 nostr3 figl3, che hanno giocato e hanno interagito con loro. Spesso l3 partecipant3 dei nostri workshop sono stat3 proprio coloro che ci hanno ospitato, spesso c’erano figl3 e altre mamme coinvolte, con il risultato che la residenza, più che essere aperta al pubblico, è stata partecipata e coinvolgente. Tanto le discussioni con gli abitanti si protraevano fuori orario, che l’ultima riunione che avrebbe dovuto essere privata, è stata aperta a tutt3, lasciando che l3 figl3, ormai diventat3 grandi amici, continuassero a giocare insieme.
Ecco, se proprio volessimo capitalizzare sulla genitorialità il prodotto più fruttuoso sono le relazioni e le amicizie che nascono attraverso e tra l3 nostr3 figl3. Il tutto dando la possibilità, a noi, di sperimentare nuovi progetti, portarne a compimento altri e lasciare spazio alle idee e alla ricerca.
Acquiferae: il tema della residenza
Durante la residenza siamo riuscite a concludere una parabola di riflessioni e pratiche che aveva come tema il corpo femminile e l’acqua in esso contenuta, iniziata a giugno con la visita all’artista Susan Santoro nel suo studio a Capranica (VT). Con lei condividiamo la pratica artistica del lavoro in gruppo, non tanto nel creare opere insieme quanto nella condivisione, per confrontarsi, fare autocoscienza e ricercare insieme. Creare una collettività di supporto, pur tra mille difficoltà, è già una rivoluzione ed un cambio di prospettiva rispetto al mito dell’artista solitario e geniale, che alimenta una serie di distopie sul lavoro, prima tra tutte la creazione dell’opera unicamente in studio, secondo poi, ne cancella la fatica in virtù di una sorta di desiderio/chiamata/impellenza e per questo non necessario di remunerazione, né previdenza sociale.
L’indagine sul corpo femminile a partire dall’esperienza della maternità, che da sempre accompagna le nostre residenze, ci ha condotto indietro nel tempo alla ricerca di narrazioni della cultura matrilineare nei poemi sumeri. All’interno dei testi si intravede l’intreccio ancora attuale tra piacere femminile ed equilibri di potere. Questioni che abbiamo approfondito anche nel workshop che trattava il tema dello squirting. Questo dentro e fuori del corpo del collettivo si è mescolato con quello degli abitanti del paese di Castello Cabiaglio, ciò che è dentro al corpo diventa quindi cosa pubblica, attraverso la partecipazione del paese. Le esperienze raccolte, i temi discussi, le modalità di partecipazione sperimentate, speriamo presto potremo rielaborarle in un ciclo di public program da organizzare in varie città italiane.
Alla residenza hanno partecipato: Cristina Cusani, Grossi Maglioni (Francesca Grossi e Vera Maglioni), Mariana Ferratto, Mariangela Pastorello, Caterina Pecchioli, Lorena Peris, Dafne Salis, Miriam Secco e Angela Viola.
Dafne Salis e Sara Basta per The Glorious Mothers
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