L’edizione 2023 del Warsaw Gallery Weekend. Tra arte, sperimentazione e politica
Mentre si riconferma l’entusiasmo e la qualità della manifestazione in Polonia, il vento della politica soffia in una direzione opposta. Luci e ombre dal week end dell’arte di Varsavia
Si è conclusa la tredicesima edizione di uno degli eventi più attesi per l’arte contemporanea in Polonia, la Varsavia Gallery Weekend. Un’edizione record per numero di gallerie partecipanti, 37, e numero di visitatori che ormai vengono da ogni parte d’Europa per farsi contagiare dall’entusiasmo di una città che negli ultimi vent’anni ha espresso generazioni capaci di fare sistema attorno al mondo della cultura e dell’arte investendo in ricerca e qualità e che adesso cominciano a raccogliere i primi frutti.
Il Warsaw Gallery Weekend 2023
Un’edizione che ha segnato un cambio di passo rispetto al passato non solo per la trasversalità culturale e dei temi trattati o per la molteplicità delle attività organizzate ma anche perché per la prima volta ha dato il via ad un programma internazionale invitando una compagine di gallerie, curatori e artisti da tutto il mondo a visitare la week. Tra gli invitati dall’Italia vi sono statila Direttrice del Madre di Napoli Eva Fabbris, il Direttore del Macro di Roma Luca Lo Pinto, il gallerista milanese Luca Castiglioni e l’artista romano Edoardo Dionea Cicconi.Difatti non si nasconde Joanna Weitek, direttrice della WGW da cinque edizioni e la persona che ha saputo guidare la WGW all’attuale successo, quando dice che: “dopo anni dedicati a costruire un ecosistema dell’arte, adesso qualcosa è cambiato, Varsavia cresce, si responsabilizza, crea curiosità e immaginario, ora Varsavia è pronta a fare il grande salto europeo“. Così Luca Lo Pinto che conosce Varsavia da più di due decadi racconta: “ho avuto la fortuna di visitare Varsavia per la prima volta nel 2007 e mi colpì l’energia di una comunità piccola ma determinata, curiosa, analitica e socialmente coinvolta. Era un momento storico diverso dove era presente un sostegno e investimento pubblico volto a far conoscere tale realtà fuori”.
Varsavia vive un momento in cui la politica è sempre più torbida ed invasiva ed usa le istituzioni culturali per diffondere idee cariche di messaggi che negano i diritti civili, eppure c’è una parte del sistema che reagisce e agisce supportando l’arte e la cultura attraverso l’azione privata. In questo scenario momenti come la WGW sono catalizzatori capaci di accelerare dinamiche, costruire sinergie e strumenti per rendere coscienti tutti di quanto l’arte e la cultura debbano rimanere indipendenti. Il privato a Varsavia si fa quindi custode della cultura e dei suoi luoghi prendendo sia posizione ma anche garantendo attraverso molte iniziative filantropiche la vivacità del tessuto artistico.
Varsavia, la politica e le istituzioni culturali
Luca Lo Pintosintetizza cosi:”il dramma attuale è piuttosto su un piano politico. Ad eccezione del Museum of Modern Art, tutte le altre istituzioni sono diventate strumento di propaganda da parte del governo attuale comportando un grave danno per tutta la comunità artistica locale ed internazionale”.
È forse anche per questo che i temi affrontati dagli artisti durante la WGW sono un continuo rimando al nostro presente, a presagi di un futuro non per forza a tinte fosche ma che sicuramente necessita di essere re-immaginato. In questo tentativo di re-immaginare e riconfigurare emerge la relazione tra uomo e intelligenza artificiale, intesa come un qualcosa dal potenziale ancora sconosciuto che potrà essere capace di renderci superflui, obsoleti o di accompagnarci verso un mondo migliore. Emerge con forza la relazione tra uomo e natura e tra uomo ed ecosistema, tra vent’anni il mondo per via dei cambiamenti climatici non sarà più quello che oggi conosciamo, così è centrale il tema della sessualità, dell’indagine del piacere, dell’ibridazione, temi fondamentali in situazioni di cambiamento o che più semplicemente denunciano la continua violazione dei diritti da parte di governi sempre più estremi e l’emarginazione delle minoranze.
Le mostre a Varsavia
Tra gli immaginari più significativi c’è quello di Małgorzata Mirga-Tas, esposta da Fondazione Foksal, tra le gallerie che più di tutte in questi anni hanno lavorato in favore dell’arte polacca. In questa personale Małgorzata Mirga-Tas, artista nota per i suoi tessuti monumentali – presentati, tra l’altro, alla 59a Biennale di Venezia nel Padiglione, torna alle sue radici visive attraverso grandi totem di cera che ricordano i totem protettivi dei Rom. Una riflessione quella dell’artista che mira a costruire una nuova iconografia affermativa delle comunità rom. Così la galleria Gunia Nowik ha deciso di presentare una selezione dei lavori prodotti tra gli anni ’80 e ’90 dall’artista Krzysztof Jung nei quali racconta attraverso ritratti di uomini da lui frequentati una microstoria della vita gay a Varsavia e in altre città europee da lui visitate. La galleria Import Export, tra le più giovani della scena di Varsavia e vincitrice quest’anno di uno dei due premi promossi dalla fondazione per l’arte ING, ha esposto l’artista di Kiev Veronika Hapchenko che con le sue opere pittoriche e spaziali di grandi dimensioni – illustranti i miti dell’USRR – mette in discussione il mito dell’elettrificazione a seguito della tragica esplosione atomica di Chernobyl. La galleria Monopol ha messo in mostra una collettiva incentrata sull’opera di Teofil Ociepka con l’obiettivo di inserire le opere di Ociepka nel contesto dell’arte contemporanea, abbandonando il precedente approccio etnografico. Raster, l’altra grande galleria della nuova scena polacca ha puntato sul lavoro di Janek Simon con la serie di sculture Meta Folklore, realizzata negli ultimi due anni. Meta Folklore è una fantasia artistica, tecnologica e politica, una visione di una nuova arte universale creata utilizzando l’intelligenza artificiale e alimentata da un database di migliaia di sculture non accademiche provenienti da tutto il mondo. Il cuore di tutto è una rete neuronale detta GAN addestrata dall’artista, che genera immagini che distillano l’essenza della collezione alimentata dall’intelligenza artificiale. Sulla base di queste immagini, l’artista ha sviluppato modelli 3D che poi ha nel suo studio. E ancora la galleria Dawid Radziszewski, presenta l’ultimo anno ad Art Basel ha esposto dipinti di Tomasz Kowalski, la galleria Stereo Wojtek Bąkowski, e Turnus, che si è aggiudicata la menzione speciale da parte della fondazione ING ha esposto i lavori di Szaber.
L’edizione 2023 del Warsaw Gallery Weekend
È stato il primo passo verso un’apertura all’Europa e non solo, come afferma anche Eva Fabbris: “dato il focus su artiste e artisti polacchi, con la significativa apertura ad ospiti ucraini, la scelta di aprire quest’anno su scala internazionale il VIP program mostra una volontà programmatica del WGW di proporsi come promotore di occasioni di ricerca per curatori e collezionisti rispetto alla scena cittadina e nazionale”.
Un’edizione che, come tutti gli eventi che crescono, dovrà anche pensare a come rimanere fedele alla propria missione, un tema non banale e che spesso ha visto anche importanti organizzazioni prendere la via sbagliata. L’Europa necessita di ritrovare una traiettoria per rispondere a quanto sta succedendo, in un momento in cui l’arte e la cultura ricercano nuovi modelli e nuovi stimoli, significati e identità, Varsavia ha trovato una strada? Le grandi capitali sono ancora lontane, forse irraggiungibili, ma il presente ci obbliga a ricercare ed emozionare e in questo la WGW ha saputo fare centro.
Dario Nepoti
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