Reportage da LOOP Fair, la fiera della videoarte in corso a Barcellona
Nella capitale catalana inaugura il nuovo appuntamento in forma di fiera e festival dedicato alla videoarte e alla galassia delle immagini in movimento. Artisti, curatori, galleristi e collezionisti di tutto il mondo
Torna l’atteso appuntamento con la LOOP Fair, quest’anno alla sua 21esima edizione, evento che trasforma la capitale catalana nell’epicentro internazionale della videoarte per artisti, curatori, galleristi e collezionisti. Fino al 23 novembre 2023 l’Hotel Almanac, con i suoi otto piani nel centro di Barcellona, diventa una venue dell’arte fuori dal comune, accogliendo le visionarie proposte basate su video e immagini in movimento di 37 gallerie e 43 artisti, nazionali e internazionali.
La nuova edizione della fiera Loop a Barcellona
Attraversare i corridoi dell’Hotel Almanac, trasformato per LOOP in un micro-universo di suggestioni visive in forma di fiera, è un’esperienza che ha dello straordinario. Poche altre volte abbiamo visto l’arte manifestarsi in uno spazio di leasure non come elemento decorativo, ma come un focus di apprezzamento, riflessione e scambio. Le stanze d’albergo, temporaneamente trasformate in “Chambres Noires”, accolgono i visitatori in una penombra illuminata solo dalle immagini proiettate sugli schermi, coinvolgendo tutti i sensi con variazioni di ritmo, colori e intensità. Sedersi o sdraiarsi sui letti diventa una scelta personale, contribuendo al senso di intimità insolita che caratterizza questa fiera. Anche quest’anno, le gallerie e i lavori partecipanti sono stati selezionati da un comitato internazionale d’eccellenza, composto dai collezionisti Jean-Conrad e Isabelle Lemaître, Josée e Marc Gensollen, Haro Cumbusyan e Renée Drake. Sono diversi i premi previsti, tra cui la Borsa di Produzione di Videoarte Loop Barcelona, assegnata quest’anno a Eunhee Lee, artista della Corea del Sud. Il riconoscimento, promosso dalla Fondazione Han Nefkens in collaborazione con la Fondazione Miró e altre istituzioni internazionali, ha permesso a Lee di creare un’opera inedita che verrà esposta in prestigiosi centri internazionali nei prossimi mesi.
Loop, una fiera e un festival per l’arte video
La fiera LOOP fa parte di un progetto più ampio, di un intero festival che si sviluppa in diverse settimane con un programma curato dalla nuova direttrice Victoria Sacco e arricchito dalle proposte di organizzazioni, curatori e artisti inclusi nella sezione City Screen, che coinvolge l’intera città. Carlos Durán, co-fondatore e co-direttore di LOOP, ha ricordato che il progetto è nato dall’iniziativa di un gruppo di galleristi convinti che la videoarte potesse unire due settori solo apparentemente mossi da codici deontologici e operatività opposti: quello delle istituzioni pubbliche e della ricerca, e quello del mercato e del collezionismo privato. Una premonizione senza dubbio azzeccata, considerando che oggi l’evento si compone di tre sezioni: una fiera, un festival e un programma di ricerca, in cui la promozione della cultura del collezionismo e il mecenatismo avvengono in un contesto di analisi e dibattito che coinvolge artisti, professionisti del settore, musei e fondazioni. La manifestazione ha contribuito a cambiare gli atteggiamenti nel mercato dell’arte, portando la videoarte nelle case dei collezionisti privati, ma non solo. Oltre ad acquisire opere, i collezionisti rivestono un ruolo chiave come mecenati e compagni di avventura per gli artisti.
Il collezionismo e il mercato della videoarte a LOOP
In un contesto in cui gli schermi e le immagini in movimento permeano la nostra vita quotidiana più che mai, la videoarte emerge come un linguaggio artistico contemporaneo che si lascia alle spalle i pregiudizi di chi lo considerava solo appannaggio di collezioni istituzionali e mostre dei grandi musei. La videoarte fa parte ormai anche delle collezioni private meno consolidate – se messe a confronto con le grandi collezioni di filantropi dell’arte come i francesi Josée e Marc Gensollen – e sempre più collezionisti decidono di alternare schermi e dipinti nelle pareti delle loro case o di dedicare una stanza alla proiezione di video. Oggi più che mai, siamo tutti in grado di comprendere il grande potere di questo linguaggio di esplorare e comunicare, in modo spesso astratto, poetico e tutt’altro che didascalico, la complessità della contemporaneità. Dai paesaggi virtuali queer di Valentin Ranger (Spiaggia Libera), al recupero di immagini d’archivio coloniale di Thenjiwe Niki Nkosi (Stevenson), passando per le scenografie e i costumi quasi teatrali installati in spazi aperti, spesso desertici, di Delaine Le Bas (Yamamoto Keiko Rochaix) e Fredj Moussa (Le Violon Bleu), e la coreografia solitaria e sottilmente sovversiva di un semplice gesto ripetuto in loop in un video a tre canali del collettivo Cabello-Carceller (Joan Prats), LOOP mostra la grande varietà di linguaggi stilistici e tematiche di creatori emergenti e affermati. E negli ultimi 20 anni il progetto ha contribuito a rendere la videoarte uno spazio di incontro e allo stesso tempo un ponte tra passato, presente e futuro, mettendo al centro dell’attenzione un linguaggio artistico che diventa espressione autentica delle riflessioni e delle inquietudini della società contemporanea.
Mariella Franzoni
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