A Bassano del Grappa nasce The Bank, fondazione dedicata alla pittura contemporanea

Nata dalla omonima collezione custodita all’interno di un ex istituto di credito, la Fondazione The Bank si pone come obiettivo la ricerca e la valorizzazione della pittura contemporanea, in particolare quella figurativa

Recentemente costituitasi in fondazione e allestita all’interno di un’ex filiale della Banca Commerciale Italiana di Bassano del Grappa, The Bank è una collezione privata che punta senza esitazione sul valore delle opere da acquisire. Ma per il presidente Antonio Menon e il conservatore delle collezioni Paolo Zanatta il valore, al contrario di quanto si potrebbe pensare, non è affatto quello monetario, bensì quello della pittura in sé. Un tratto distintivo che si associa ad altre peculiarità della raccolta, come il suo concentrarsi sulla figurazione, “sulla grande tradizione italiana per lungo tempo considerata passatista”, come dichiara Cesare Biasini Selvaggi che della fondazione è il segretario generale e che ha curato la mostra Pittura segreta insieme a Zanatta. Inoltre gli artisti scelti da The Bank sono spesso outsider, vale a dire pittori che sono stati allontanati, o si sono volontariamente tenuti lontani, dal mercato dell’arte; che talvolta non hanno una formazione accademica; che trovano nella pratica artistica un modo per esprimere la loro esistenza travagliata. Ecco allora spiegato il titolo: salvo qualche eccezione, i nomi che si incontrano nell’ampia esposizione sono poco noti, non si intercettano nei cataloghi delle fiere e delle gallerie. Sono artisti che spesso lavorano “in segreto” nel loro atelier e solo grazie al rapporto personale, quotidiano ed empatico con Menon e Zanatta escono ora allo scoperto e si rivelano al pubblico.

Le opere in mostra presso The Bank a Bassano del Grappa

Tra le circa 1.000 opere della collezione, per la mostra in corso sono stati selezionati 85 lavori (allestiti al piano terra), alcuni dei quali davvero sorprendenti, come Il cercatore di luce di Andrea Martinelli, La dodicesima notte di Barbara De Vivi, Gesù e Barabba di Giovanni Gasparo, Scene misteriose per palazzi tenebrosi di Sergio Padovani, Spleen di Marco Fantini, solo per fare qualche esempio. Abbiamo chiesto al presidente Menon come è nato il progetto, che ha anche l’ambizione di diventare un centro di ricerca e di formazione sull’arte figurativa: “all’inizio degli anni Duemila ho acquistato un lavoro di un artista di Bassano del Grappa, Tiberio Grego, spinto da un’esigenza personale, poi dal 2016 ho cominciato a collezionare opere di autori prevalentemente italiani e figurativi. Le mie scelte”, continua Menon, “dipendono dalla reazione emotiva che provo di fronte all’opera: ritengo che gran parte dei dipinti della collezione abbiano una grande ‘forza’ e che, soprattutto quando raffigurano esseri umani, ci spingano a riflettere su noi stessi”.

Enrico Robusti, Cenerentola, 2016, Courtesy Fondazione THE BANK ETS, Bassano del Grappa
Enrico Robusti, Cenerentola, 2016, Courtesy Fondazione THE BANK ETS, Bassano del Grappa

The Bank. In mostra le opere di Michele Moro

E non è finita qui. Il piano superiore della galleria è dedicato a una serie di opere di Michele Moro: si tratta di 18 oli su tela, talvolta accostati a formare dei dittici, e nei quali l’iperrealismo si sposa con dettagli apparentemente fuori contesto, dando luogo a immagini surreali, a personaggi quotidiani che diventano campioni di una originalissima Champions League: questo il titolo della monografica. Lo sguardo del pittore si posa affettuoso, e allo stesso tempo spietato, sulle persone, mentre il collage di oggetti, animali, situazioni sembra offrire una sintesi della visione che ne ha l’artista. Grafico pubblicitario di professione, autodidatta nell’uso della pittura a olio, reduce da un periodo difficile: Michele Moro ha tutte le carte in regola per far parte di The Bank.

Marta Santacatterina

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Marta Santacatterina

Marta Santacatterina

Giornalista pubblicista e dottore di ricerca in Storia dell'arte, collabora con varie testate dei settori arte e food, ricoprendo anche mansioni di caporedattrice. Scrive per “Artribune” fin dalla prima uscita della rivista, nel 2011. Lavora tanto, troppo, eppure trova sempre…

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