“Il direttore Paolo Giulierini non deve lasciare il museo MANN”. A Napoli le associazioni si mobilitano
Numerose realtà culturali, capitanate dal movimento RAM-Rinascita Artista del Mezzogiorno, si sono unite per richiedere al Ministero della Cultura il rinnovo del direttore Paolo Giulierini che al MANN di Napoli è in scadenza
Con la sua gestione dinamica e carismatica, Paolo Giulierini ha saputo risvegliare dal torpore in cui era sprofondato quello che a detta di molti studiosi è il principale museo in Italia di arte di epoca Romana: il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, meglio conosciuto come MANN. Dopo otto anni alla guida del grande museo napoletano, situato nel cuore della città, per lui è ormai impossibile un terzo rinnovo. A meno di interpretare in maniera estensiva il recente cambiamento di denominazione dell’istituto ospitato nell’ex Palazzo degli Studi di Piazza Museo.
In effetti il museo napoletano (che ospita anche la superba collezione Farnese di antichità, la collezione egizia del cardinal Stefano Borgia e le sterminate collezioni provenienti dagli scavi delle città vesuviane sepolte dall’eruzione dell’autunno del 79 d. C.) fino ad ora non era mai stato promosso a museo autonomo. A fine luglio 2023 finalmente è stato superato questo vulnus, e anche il MANN ha acquisito finalmente lo status più consono alla sua importanza. Diventare museo autonomo, ipotizza qualcuno, cambia di fatto la denominazione legale dell’istituto, facendo così decadere il limite del secondo mandato che impedisce il rinnovo di Giulierini.
Il terzo rinnovo di Paolo Giulierini al MANN di Napoli
La richiesta di un terzo rinnovo alla guida del MANN di Paolo Giulierini è inoltre giunta nei giorni scorsi al dicastero della Cultura, retto dal napoletano Gennaro Sangiuliano, con una missiva redatta da RAM-Rinascita Artistica del Mezzogiorno e a firma di Dario Marco Lepore. Giulierini non ha mai fatto segreto del suo interesse a rinnovare ed ampliare la superficie espositiva del grande museo partenopeo, e si è trovato pienamente d’accordo con il movimento RAM per l’apertura della visionaria estensione del Museo nell’enorme superficie di Palazzo Fuga (il cosiddetto “MANN 2”), a una distanza relativamente breve dalla sede principale dell’ex Palazzo degli Studi.
Paolo Giulierini e il progetto del MANN 2
Il progetto complessivo di Giulierini – presentato anche in un numero speciale della rivista Archeo intitolato Il MANN verso il futuro – ragionava su scala urbana, ricucendo il museo con il vicino parco (a ridosso della fermata della linea 2 della ferrovia metropolitana) di piazza Cavour. A sud del museo si trova inoltre la Galleria Principe di Napoli, e la visione di Giulierini continua poi con l’Accademia di Belle Arti e con il Conservatorio di San Pietro a Majella. A nord, il museo godrebbe di una terrazza panoramica dall’altro lato di via Enrico Pessina e si congiungerebbe attraverso un giardino all’Istituto Paolo Colosimo. In questo modo anche l’enorme collezione di affreschi, di ceramiche, di bronzi e bronzetti e di marmi conservati nell’affollato deposito sottotetto del museo (affettuosamente ribattezzato “Sing Sing”) sarebbero esposte con la dovuta comodità. Tutto questo progetto verrebbe questionato qualora si perdesse la continuità amministrativa che Giulierini ha saputo garantire al principale museo napoletano. Lo stesso progetto sinergico è stato anche illustrato nell’interessante pamphlet di cui Giulierini è stato coautore, intitolato Quartiere della cultura. Mann, Unina e Invitalia per la rigenerazione urbana (Editoriale Scientifica, 2021). Della visionaria proposta esiste inoltre una pagina web: https://quartiereculturamann.unina.it/.
La trasformazione del MANN di Napoli con Paolo Giulierini
Paolo Giulierini, di formazione è etruscologo, è anche l’autore dell’opera “L’Italia prima di Roma. Sulle tracce degli antichi popoli italici” (Rizzoli, 2023). Come direttore si è dimostrato una figura proattiva e dinamica. La recente riapertura della sezione della Campania Romana (conclusione del progetto di ripensamento degli spazi espositivi iniziato con il riallestimento della sezione Egizia nel 2016, proseguito con la sezione Epigrafica nel 2017, Magna Grecia nel 2019, Preistoria e Protostoria del 2020 e della Piana Campana del 2021) è stata particolarmente apprezzata dal pubblico. Il programma delle mostre è stato particolarmente esaustivo, e non occorre certo segnalare in questa sede il successo di esposizioni come quella dedicato alla figura di Alessandro Magno. Il museo conserva il celeberrimo mosaico dedicato al grande condottiero macedone proveniente dalla Casa del Fauno di Pompei. Il restauro dell’opera è da poco entrato nel vivo, grazie ad una macchina che ha permesso il ribaltamento del capolavoro, pesante ben cinque tonnellate. Più problematica è stata invece la politica di prestiti di opere iconiche del museo napoletano, come ad esempio la cosiddetta Tazza Farnese, esposta da novembre 2022 a febbraio 2023 alla Fondazione Prada di Milano per la mostra Recycling Beauty, o alla polemica nata per l’esposizione dei celeberrimi Corridori in bronzo della Villa dei Papiri di Ercolano per una sfilata di moda di una casa milanese.
È inoltre notizia proprio di questi giorni che dopo gli sgomberi dei senzatetto del mese scorso è stato firmato un accordo tra il MANN e l’ANPI per l’allestimento di un museo dedicato alle Quattro Giornate (la famosa rivolta che ebbe luogo tra il 27 e il 30 settembre 1943) proprio all’interno della bellissima galleria Principe di Napoli. Sarebbe dunque il caso – visto l’amore dimostrato nei confronti della valorizzazione del patrimonio napoletano – di valutare l’opportunità di un rinnovo al direttore Giulierini, peraltro così fortemente caldeggiato anche dal movimento RAM e da altre associazioni. Ne va del destino di quello che potenzialmente potrebbe diventare uno dei poli museali (e turistici) più grandi del Mediterraneo. Certo, al museo molto c’è ancora da fare soprattutto nel settore dei servizi accessori e dell’accoglienza (è stata aperta una caffetteria e prossimamente verrà inaugurato anche un ristorante), ma con un nuovo mandato a Giulierini forse il progetto MANN potrebbe davvero prendere il volo.
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