Enrico Cavalli e i suoi allievi in mostra in Val Vigezzo, la valle dei pittori
Il borgo di Santa Maria Maggiore riscopre uno dei suoi pittori e insegnanti d’arte più innovativi. Un grande esempio della ritrattistica italiana e d’oltralpe del primo Novecento
La mostra racconta per la prima volta la ricchezza della figura artistica e umana di Enrico Cavalli (Santa Maria Maggiore, 1849 – 1919). Lo fa soprattutto attraverso le opere sue, dei suoi allievi e dei suoi maestri Ravier e Monticelli, selezionate dalle curatrici Lorella Giudici ed Elisabetta Staudacher ed esposti nelle sale della Scuola di Belle Arti Rossetti Valentini a Santa Maria Maggiore.
Chi era Enrico Cavalli
Enrico Cavalli trascorse gli anni della formazione e il primo periodo della produzione artistica tra Lione, Parigi e Marsiglia, dove entrò in contatto con Ravier, François Vernay, Louis Carrand e Jean Seignemartin e il raffinato colorista Adolphe Monticelli.
Tornato in Italia nel 1881, insegnò alla Scuola di Belle Arti voluta da Rossetti Valentini a Santa Maria Maggiore, in Val Vigezzo, trasformandola in un luogo di sperimentazione e ricerca artistica, insieme ai suoi allievi – tutti vigezzini – tra i quali spiccano Carlo Fornara, Giovanni Battista Ciolina, Luigi Peretti jr.. Nacque così la “Valle dei pittori”, come è tuttora nota la Val Vigezzo.
Nella ritrattistica Cavalli infonde il suo amore per il colore appreso in Francia e dal colorismo veneto, coinvolgendo i suoi giovani allievi. In questa prospettiva vanno letti il Ritratto della madre di Giovanni Battista Ciolina, i tre ritratti di Carlaccin, la Testa di ragazza di Cavalli, soffusa di luce. L’autoritratto di Cavalli 1865, emblema della mostra, non può non evocare un altro celebre allievo di Monticelli, Vincent Van Gogh, il quale a proposito del suo maestro scrisse: “sono sicuro che sarò il suo continuatore, come se fossi suo figlio o suo fratello”.
L’attualità della lezione di Enrico Cavalli
Lontano dai grandi centri, in un piccolo borgo di montagna, Enrico Cavalli diede vita ad un’esperienza didattica moderna, innovativa, creando un sodalizio artistico e umano duraturo, cresciuto nelle aule della Scuola di Belle Arti ma aperto ai viaggi all’estero, ai momenti dedicati alla musica, alla condivisione di esperienze.
Punto fondante di questa metodologia è l’insegnamento dei fondamentali – disegno di figura, ornato, ritratto dal vivo e, innovazione per l’epoca, dalle fotografie – con l’idea che l’arte richieda preparazione, studio, confronto con i classici, ma anche con le avanguardie che andavano delineandosi.
Basta ammirare i tre ritratti del Carlacinn, personaggio vigezzino che “lavorava” come modello alla Scuola, per rendersi conto della modernità degli insegnamenti di Cavalli: identico il modello, identica la posa, identico l’abbigliamento, ma quante differenze fra i dipinti del maestro, di Fornara e di Peretti jr!.
Ciascuno poi seguirà una strada diversa: Fornara quella del divisionismo, Ciolina quella più vicina alla tradizione realista, Peretti jr. quella di una ricerca ancora più personale.
La Scuola di Belle Arti Rossetti Valentini
La mostra segna la riapertura, dopo importanti lavori di ristrutturazione, della Scuola di Belle Arti Rossetti Valentini, l’unica tuttora attiva sull’arco alpino e che quest’anno compie 145 anni.
Alle opere di Cavalli e dei suoi maestri e allievi, dal 16 settembre si intreccia una selezione di opere frutto delle residenze artistiche organizzate dalla Fondazione Scuola di Belle Arti Rossetti Valentini nel 2022 e 2023: le morbide ed eteree sculture in marmo di Valerio Tedeschi, gli scatti fotografici di Marlin Dedaj, i dipinti di Velasco Vitali e Alessandro Gioiello, i tratti ad ago e filo di Serena Gamba.
Completano la visita due itinerari outdoor, percorribili in autonomia, dedicati a Carlo Fornara e Giovanni Battista Ciolina.
Roberta Costi
https://www.fondazionerossettivalentinmi.it/
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