William Turner: tra paesaggio e mitologia. La grande mostra alla Reggia di Venaria Reale
Dopo la mostra di John Constable, si consolida il legame tra il museo piemontese e la Tate celebrando uno degli artisti britannici più conosciuti al mondo. Dipinti, schizzi e acquarelli mostrano la predilezione di Turner verso la natura e soprattutto il mito classico
Dopo il successo riscosso dalla mostra dedicata a John Constable (la prima mai dedicatagli in Italia), la Reggia di Venaria Reale continua la sua collaborazione con la Tate celebrando un altro grande pittore romantico inglese: Joseph Mallord William Turner (Convent Garden, 1775 – Chelsea 1851). La mostra Turner. Paesaggi della Mitologia, a cura della storica dell’arte inglese Anne Lyles, riunisce circa quaranta opere – tra dipinti, acquarelli e schizzi – provenienti dal museo britannico, attraverso i quali si approfondisce la fascinazione dell’artista verso il paesaggio e la mitologia greco-romana. A differenza della visione pittoresca e rasserenante di John Constable, la natura di Turner si fa espressione del sublime, come si evince dalle fitte nebbie che avvolgono i paesaggi, le tempeste di mare e i violenti fenomeni naturali che affascinano e, allo stesso tempo, incutono timore nello spettatore.
William Turner: tra paesaggi sublimi e miti classici alla Reggia di Venaria Reale
La predilezione per i soggetti classici da parte di Turner nasce tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento, momento in cui il pittore si afferma a livello internazionale realizzando grandi tele per rassegne ufficiali. I suoi dipinti trattano spesso soggetti classici, traendo ispirazione dalla Bibbia, dalla letteratura e dalla mitologia. Turner si appassiona ai personaggi curiosi e alle storie avvincenti dei miti, e decide di approfondirne lo studio alla National Gallery di Londra. A influenzare ulteriormente la sua produzione contribuì l’artista Richard Wilson, autore di tele abitate da personaggi classici immersi in paesaggi reali italiani. Questo suscita in Turner il desiderio di conoscere dal vero i paesaggi nostrani, facendoli propri nella sua pittura come nel The Bay of Baiae with Apollo and the Sibyl del 1823 (Il golfo di Baia con Apollo e la Sibilla) uno dei diversi capolavori presenti in mostra.
Valentina Muzi
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