Verso un museo attento ad accessibilità e benessere. L’esempio del CAMeC 

ArteTerapia, percorsi mostra dai colori rilassanti, e spazi accoglienti. Sono solo alcune delle iniziative del museo di La Spezia illustrate in questa intervista

Permettere a ciascuno di visitare il museo secondo le proprie abilità ed esigenze. Questo è lo scopo dei progetti del Centro di Arte Moderna e Contemporanea di La Spezia. Un modello da cui prendere spunto per mettere in pratica in ogni realtà culturale il “ruolo di responsabilità sociale” che la nuova definizione di ICOM attribuisce ai musei. 
Dai materiali integrativi dei percorsi mostra, fino al programma di ArteTerapia per le persone con disabilità: il Centro ligure offre un ampio ventaglio di iniziative a favore di accessibilità, inclusione e benessere. E i fondi ottenuti dal bando del PNRR promettono futuri sviluppi. Di questo ci ha parlato la responsabile della didattica Cristiana Maucci, con il contributo del conservatore Eleonora Acerbi per gli aspetti curatoriali.

Il CAMeC per l’accessibilità dei visitatori

Considerando il vostro impegno verso attività che favoriscano inclusione e accessibilità, il tema del museo utile al benessere dei cittadini non vi è nuovo. Come si presenta il CAMeC in questa direzione?
Come ricorda la nuova definizione approvata da ICOM nel 2022, il Museo di oggi è chiamato ad ampliare i suoi obiettivi. Accanto alle tradizionali funzioni di conservazione, ricerca, valorizzazione ed esposizione, assume un ruolo di responsabilità nei confronti della società in cui è inserito. Allineandosi a questa consapevolezza, il CAMeC è divenuto partecipe delle dinamiche comunitarie. Proponendo azioni e attività che possano contribuire allo sviluppo del territorio sul piano sociale ed etico, oltre che culturale, si è posto come agente attivo di cambiamento.

Che tipo di iniziative proponete per favorire benessere e inclusione?
Nel corso degli anni, il Centro ha intrecciato relazioni con numerose realtà e associazioni. Questa permeabilità ha favorito la definizione di un’offerta che fosse al contempo accessibile e inclusiva: premessa necessaria per rendere la visita un’esperienza educativa, ma anche di piacere.
Con l’obiettivo di abbattere barriere cognitive e culturali, l’attività espositiva delle mostre temporanee è accompagnata da iniziative didattiche e testi di sala specificatamente studiati. Si vuole creare nel museo uno spazio accogliente, in cui ciascuno sia a proprio agio, compresi i visitatori con disabilità, che devono poter l trovare un ambiente idoneo alle proprie necessità.

Stanza dei Colori, CAMeC, La Spezia
Stanza dei Colori, CAMeC, La Spezia

ArteTerapia al CAMeC di La Spezia

Il progetto di ArteTerapia, attivo dal 2005, testimonia la vostra attenzione in materia di accessibilità. Come funziona? Illustratecelo.
Il progetto di ArteTerapia è strutturato con una convenzione tra il Centro e l’Azienda Sociosanitaria Ligure 5. Il CAMeC mette a disposizione in primo luogo le competenze  del conservatore e del responsabile dei servizi didattici. Entrambi interagiscono con gli utenti, organizzando visite guidate alle mostre in corso, incontri con gli artisti e lezioni di tecniche artistiche. L’altro contributo del Museo sono gli spazi attrezzati del nostro laboratorio didattico. L’Azienda Sociosanitaria Ligure 5, invece, garantisce l’accompagnamento e la supervisione dei partecipanti, con l’ausilio dei propri educatori. Tutto il progetto si sviluppa sotto forma di incontri settimanali, che si tengono da ottobre a giugno; per concludere con una mostra finale degli elaborati prodotti dai partecipanti.

A chi si rivolge?
Il percorso è rivolto a un gruppo di circa 12 giovani e adulti con disabilità, a carico della Struttura Semplice Disabili SS Disabili o del CTD di Gaggiola.

Che risultati ha prodotto finora?
Nel corso del progetto di ArteTerapia, abbiamo rilevato sui partecipanti un aumento di autonomia e autostima. Questo grazie alla possibilità di confronto con le varie forme di comunicazione, che gli artisti utilizzano per rappresentare o interpretare la realtà. La tecnica artistica che ciascuno ha scelto nella fase laboratoriale, tra le tante in esposizione, è un vero atto comunicativo. Scelta secondo le proprie inclinazioni e abilità, si sostituisce al linguaggio comune, aggirando l’ostacolo concreto della comunicazione verbale.L’arte contemporanea, soprattutto quella concettuale, rende flessibile il concetto di “bello” o “ben eseguito”, e riduce lo stress per il risultato della propria performance. Riflettendo tanto sull’opera, quanto sul concetto alla base, e sui sentimenti che suscita, il singolo lavora in piena libertà. Mette in campo le sue abilità per produrla, trasformando un semplice oggetto in oggetto artistico. Ed è così che sviluppa modalità comunicative adatte alle proprie capacità, che incrementano la propria dimensione relazionale verso gli altri compartecipanti, il personale e i visitatori.

Come si è svolta l’ultima edizione?
Questa volta, il gruppo di ArteTerapia ha lavorato sul paesaggio marino illustrato nella mostra Mare nostrum. A partire dal mare cittadino, spingendosi in una navigazione ideale fino ai borghi di Lerici, Tellaro, Portovenere e Cinque Terre, i partecipanti hanno potuto apprezzare le modalità e le tecniche utilizzate da diversi artisti per rappresentare il nostro paesaggio costiero. Nella fase laboratoriale, ciascuno ha poi illustrato il tratto di costa che più lo ha affascinato.Altri elaborati hanno invece riguardato la mostra Blu, composta da trentasette opere accomunate dalla prevalenza di questo colore. Attraversando gli ambienti espositivi, hanno confrontato vari ambiti di ricerca, affidandosi alle proprie percezioni fisiche, visive ed emotive, suscitate dal potere evocativo del blu.Una terza iniziativa ha riguardato la mostra di Antonello Ghezzi Terra Cielo Iperuranio. È stata scelta per una visita animata, volta a coinvolgere attivamente gli utenti (cosa non scontata avendo a che fare con persone autistiche). Infine, in occasione dell’Alzheimer Fest, il CAMeC ha ospitato un’attività dedicata alle persone affette da demenza, sempre incentrata sulla stessa mostra di Ghezzi. Davanti a un’opera molto suggestiva come L’attesa dell’amore, i partecipanti hanno potuto risvegliare emozioni e ricordi che potevano sembrare perduti. Nell’arteterapia, il confronto con l’opera d’arte è capace di sbloccare i ricordi che un approccio cognitivo non riesce più a raggiungere.

 Le iniziative del CAMeC per il relax e il benessere del pubblico

Avete in programma nuove iniziative orientate al benessere dei visitatori? Altri progetti a sfondo inclusività/accessibilità?
Con la vincita del bando del PNRR per la Rimozione delle barriere fisiche e cognitive in musei, biblioteche e archivi, stiamo sviluppando un progetto per l’abbattimento delle barriere sensoriali e cognitive. Incrementando l’offerta culturale vogliamo favorire l’inclusione sociale e l’allargamento dell’accessibilità dei contenuti a tutte le categorie di utenti. La scelta metodologica intrapresa non è progettare soluzioni per una nicchia di utenti, ma di soddisfare le esigenze di un pubblico più ampio, che comprenda chi ha limitazioni alla vista dovute all’età, persone con disabilità cognitive, stranieri… Ciascun visitatore potrà usufruire nel modo a lui più congeniale dei diversi strumenti a disposizione, migliorando la propria esperienza estetica, anche con un approccio più insolito.

Parliamo dell’effetto ristorativo, ossia di rilassamento e riduzione della fatica mentale e fisica dei visitatori, grazie a una semplice esperienza al museo. Avete mai predisposto qualche iniziativa per favorirlo?
In occasione della mostra Jaques Toussaint Arte e design nel Golfo dei Poeti 1967 | 1987, la sala dedicata all’istallazione site specific Souvenir de la terre, composta da elementi illuminati al neon blu e da una video proiezione con sottofondo musicale, è stata utilizzata a questo scopo. L’invito per i visitatori era di lasciarsi andare a un’esperienza sensoriale profonda e rilassante, che è riuscita ad attivare emozioni positive, generando in loro uno stato di benessere generale. Ne hanno beneficiato in particolar modo gli utenti di arteterapia, che l’hanno scelta come luogo di pausa per rilassarsi, durante i loro incontri.

Emma Sedini

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Emma Sedini

Emma Sedini

Etrusca e milanese d'origine in parti uguali, vive e lavora tra Milano e Perugia. È laureata in economia e management per arte, cultura e comunicazione all'Università Bocconi, e lì frequenta tutt'ora il MS in Art Management. Nel frattempo, lavora in…

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