Il soffitto della Chiesa degli Artisti di Roma si trasforma in una volta celeste
Ammassi stellari, nebulose e comete irrompono nella Basilica di Santa Maria Montesanto, trasformando la cupola del Bernini in una notte luminosa. Un intervento che valorizza i dettagli barocchi della chiesa romana attraverso i linguaggi dell'arte contemporanea
Situata al crocevia di Piazza del Popolo, tra via del Corso e via del Babuino, la Basilica di Santa Maria Montesanto (meglio conosciuta come la Chiesa degli Artisti per il legame con il mondo dell’arte e per le esequie di molti artisti che spesso si sono celebrate) deve il suo nome ad una precedente piccola chiesa dedicata alla Vergine e retta dai frati Carmelitani.
Il progetto della nuova costruzione portava la firma di Carlo Rainaldi e la prima pietra fu collocata a luglio del 1662 poi, con la morte di Papa Alessandro VII, i lavori furono interrotti per riprendere qualche anno dopo con Carlo Fontana e Mattia de Rossi, sotto la supervisione di Gian Lorenzo Bernini. Questi apportò alcune variazioni al progetto iniziale, tra cui la pianta che divenne ellittica e la cupola dodecagonale, concludendo i lavori nel 1675 e le decorazioni nel 1679.
La cupola, da sempre simbolo della volta celeste, si trasforma per la prima volta in un cielo stellato grazie all’installazione luminosa Cielo, realizzata dall’architetta Susanna Nobili nell’ambito del ciclo Arte e Liturgia che la Chiesa degli Artisti promuove da oltre sessant’anni. Ogni progetto è contraddistinto dalla forte integrazione tra la forma architettonica dello spazio e la luce, valorizzata per l’occasione con un susseguirsi di proiezioni reali – a cura del graphic designer Sergio Metalli – che riproducono stelle, nebulose, nuvole, comete e il loro movimento.
L’installazione Cielo attraverso le parole dell’architetta Susanna Nobili
“Nel grande linguaggio metaforico della millenaria raffigurazione cristiana, la ‘Cupola’ ha sempre rappresentato un transfert per il ‘Cielo’ e l”Infinito’, e questo prima che la scienza ci abituasse a viaggiare verso spazi cosmici e a imbatterci in tutte le sue componenti espressive”, spiega l’architetta Susanna Nobili. “Ecco perché restituire a Bernini e alla sua volta tutto lo spessore dei suoi sensi, significa anche vederne quel planisfero che ogni suo contemporaneo vi sapeva leggere. Inimmaginabile quello splendore e biancore interno, senza allusioni a Cieli e infiniti Multiversi”.
Valentina Muzi
Roma// dall’8 dicembre 2023 al 7 gennaio 2024
Cielo alla Basilica di Santa Maria Mentesanto, a Roma
dalle 17.00 alle 20.00 (tranne durante la celebrazione della messa dalle 19.00 alle 19.30)
Piazza del Popolo
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