L’arte contemporanea nelle città d’Italia. Il caso Rimini
Quanta arte contemporanea c’è nelle città italiane? La survey di Artibune prosegue con la provincia di Rimini, città balneare che ha però tanto da offrire anche dal punto di vista culturale
Come è distribuita l’arte contemporanea in Italia? Superati i grandi attrattori (Milano, Roma, ecc.), quanto è presente l’arte contemporanea nelle città del nostro Paese? Sono domande a cui non si può fornire una risposta unitaria e aggregata, ma alle quali si può cercare di rispondere approfondendo, in modo scrupolosamente a-scientifico, le differenti città di medie e piccole dimensioni distribuite sul territorio nazionale.
I limiti di tale metodo, ampiamente analizzati in una precedente riflessione pubblicata su questa rivista, sono chiari e possono essere sintetizzati come segue: si intende sviluppare non un report o una ricerca accademica, ma una serie di approfondimenti in cui l’insieme di “vizi statistici” sia quanto più omogeneo possibile. Le dimensioni indagate sono semplici: numero e fatturato (anonimizzato) dei soggetti privati che hanno classificato la propria attività come “commercio al dettaglio di oggetti d’arte” (incluse le gallerie d’arte); i risultati di ricerca Google legati alla query “Gallerie d’Arte”; approfondimenti legati agli indicatori di sviluppo delle politiche regionali (set di dati ufficiali pubblicati dall’Istat); i risultati di TripAdvisor che possono essere associati ad un fenomeno di arte contemporanea; alcune attività pubblicizzate su riviste che promuovono l’arte contemporanea.
Se nella prima riflessione di questo tipo, tali variabili sono state analizzate relativamente al territorio di Cremona, è ora la volta della provincia di Rimini.
L’arte contemporanea a Rimini
Con riferimento alla prima variabile, la provincia di Rimini conta tre soggetti giuridici che, nel campione esaminato, sono registrati come soggetti attivi nella vendita d’arte. Di questi tre, soltanto uno rientra nei limiti imposti dall’analisi, con un fatturato che si aggira intorno allo 0,1% del totale nazionale. In linea con quanto espresso dal territorio cremonese è anche il risultato delle ricerche Google: nove spazi promossi, di cui tre indicati come “chiusi temporaneamente”. Analizzando i siti web di tali risultati di ricerca (disponibili in cinque casi su sei) emerge una produzione piuttosto dinamica di eventi e di mostre, che, soprattutto in un caso, risultano essere molto frequenti (nove mostre temporanee nel corso del 2022 e del 2023), ivi incluse mostre dedicate ad artisti esordienti. Restando nell’ambito degli approfondimenti di natura qualitativa, la notorietà del territorio è soprattutto legata al periodo estivo, informazione corroborata dalle ricerche Google che mostrano un andamento prettamente stagionale, sebbene nell’ultimo anno il picco delle ricerche estive abbia mostrato un segnale decrescente rispetto a quello presentato negli anni precedenti. Ulteriore conferma proviene dall’analisi degli “argomenti correlati” e dalle “query associate”: nella maggior parte dei casi si tratta infatti di ricerche legate agli aspetti generali della Città di Rimini o all’offerta ricettiva e turistica. Tra tali dati, degna di interesse è la presenza legata di ricerche legate al settore fieristico, che ben rappresenta gli sforzi che il territorio ha compiuto negli ultimi anni per avviare una diversificazione dei propri flussi turistici, sviluppando un’offerta dedicata agli eventi aziendali. In linea con tali riflessioni anche la classifica delle “cose da fare” proposta da TripAdvisor: nei primi trenta risultati, che vedono in vetta la celebre Italia in miniatura, le cose da fare e da vedere in provincia si dividono tra attrazioni di tipo turistico-balneare e elementi monumentali (in top ten si posizionano il Ponte di Tiberio, l’Arco d’Augusto, il Forte di San Leo, Piazza Cavour).
Il panorama culturale contemporaneo di Rimini
Diverso è invece il tenore delle notizie se si ricercano eventi dedicati all’arte contemporanea tra le riviste specializzate: emerge così il Museo PART, con la sua collezione contemporanea, così come emergono le mostre temporanee. In particolare, ad oggi sono aperte tre differenti esposizioni dedicate sia all’arte contemporanea più istituzionalizzata (Roberta Capa), sia ad artisti nostri coevi.
Così come nel caso della provincia di Cremona, dunque, anche per il territorio di Rimini l’arte contemporanea rappresenta, ad oggi, un fenomeno ancora non del tutto consolidato. La presenza di soggetti imprenditoriali ormai affermati nel settore delle gallerie d’arte, è sicuramente impulso anche per altre esperienze, più o meno sviluppate, che tuttavia apportano al territorio un insieme piuttosto eterogeneo di attività culturali legate all’arte contemporanea.
Di certo il tema è vivo, ma è un tema che riesce a dialogare probabilmente più con i cittadini che con i turisti, anche a fronte della tipologia di esperienza che, nell’immaginario collettivo, si è affermata nella popolazione italiana. Lo sviluppo di artisti esordienti, può essere una linea di indirizzo importante, sia per far sì che i movimenti culturali “autoctoni” possano affermarsi nel territorio, sia per far fronte alle esigenze, anche economiche, di una cittadinanza che, per fascia di reddito, non si caratterizza per essere tra le più ricche d’Italia.
L’impatto dei giovani e del turismo a Rimini
Questo tipo di sviluppo può ben essere favorito dalla presenza di giovani: la quota di cittadini tra i 10 e i 40 anni sfiora il 30%. Con tutto ciò che da questo tipo di informazione deriva, sia in termini di vitalità e di ricerca di esperienze coetanee, sia in termini di possibilità di spesa. L’impronta turistico-balneare, affiancata al turismo di tipo convegnistico, potrebbe poi arricchirsi di sfumature legate al mondo dell’arte contemporanea, ma è una sfida che richiede un forte impegno condiviso, tra galleristi, artisti, istituzioni e enti territoriali.
Come detto anche nell’articolo precedente, queste riflessioni sono tutt’altro che finali. Si tratta di “impressioni a caldo”, che emergono guardando i dati, e confrontando tali informazioni con le altre informazioni legate agli altri territori analizzati. Ha dalla sua, però, l’immediatezza, che è soltanto tipica del “primo sguardo”. E al primo sguardo, probabilmente, Rimini potrebbe cogliere opportunità importanti, ma che richiedono in ogni caso un impegno strutturato e di medio periodo.
Stefano Monti
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