Natura e ibridazione al centro della programmazione delle mostre 2024 del MAN di Nuoro

La direttrice del MAN di Nuoro Chiara Gatti racconta le novità in serbo per il 2024, tra mostre, riallestimenti e attività sul territorio. Un programma interamente dedicato al futuro del pianeta

Il Museo d’Arte di Nuoro presenta la programmazione espositiva delle mostre del 2024. Se nel 2023 l’architettura è stata protagonista, le mostre e le attività del 2024 saranno dedicate ai temi dell’interspecismo, del biocentrismo, dell’ibridazione e dell’eco-umanesimo. Di questo (e delle prospettive future del MAN) ne abbiamo parlato con la direttrice Chiara Gatti, prossima al terzo anno di mandato.

Intervista a Chiara Gatti, direttrice del MAN di Nuoro

Iniziamo col dire che si sta chiudendo un anno intenso per il MAN di Nuoro: può fare un bilancio di questo 2023?
Un bilancio felice per via del successo di progetti inediti e collaborazioni internazionali, cui si aggiungono quattro bandi del Ministero vinti per l’arte e la fotografia contemporanee, oltre al picco di un nuovo pubblico giovane. Tutte le mostre sono state ideate e prodotte dal museo, frutto di scambi culturali con altre istituzioni. L’impegno civile del MAN su temi correnti si è concretizzato nel progetto ambizioso sulla Scalinata Potëmkin di Odessa, grazie all’aiuto degli archivi di Odessa e dell’Università di Leopoli; una mostra lodata dall’ambasciata Ucraina, con seconda tappa alla Valle dei Templi di Agrigento. Felici anche per il riconoscimento del Reina Sofia per l’affondo sull’anniversario dei 70 anni di Guernica in Italia, e per aver portato a Nuoro il Matisse scultore, che non si era mai visto in Italia. Ora chiudiamo l’anno con due dialoghi attraverso il tempo, fra Giotto e Fontana, nel segno dell’oro iconico; e fra i nuragici, Patrick Tuttofuoco e Pininfarina, un triangolo fra archeologia, arte e architettura.

Nel 2023 al centro della programmazione del MAN c’era l’architettura. Anche il 2024 avrà un tema portante? Quale e perché?
Il mondo naturale e le sorti del pianeta. Una urgenza su cui è necessario che il museo prenda posizione, così come abbiamo fatto con la storia recente. Non proporremo però letture nostalgiche e anacronistiche, che prospettino il ritorno a un ordine di natura ormai definitivamente perduto. E neppure scenari distopici, che acuiscano al contrario l’orrore, invece di sublimare la tragedia nella poesia. Abbiamo bisogno di sognare e credere in un altro futuro possibile. L’arte che rinuncia all’invenzione, alla trasfigurazione, diserta il suo compito. Solo con un gesto creativo autentico gli artisti possono assumersi la responsabilità di raccontare la realtà senza abdicare il sentimento lirico, educando alla bellezza. E penso alle personali di Christiane Löhr, Una Szeemann, Alessandro Biggio e Gregorio Botta a fine anno.

A marzo, le opere della collezione permanente vedranno nuovo riallestimento, dal titolo “Le affinità immaginate”. Cosa si vuole mettere in evidenza?
Lavorando al nuovo catalogo della collezione, appena uscito per i tipi di Officina Libraria, nella sua collana dedicata ai 100 capolavori dei diversi musei italiani, abbiamo scelto opere fondamentali per la storia dell’arte in Sardegna (da Sironi a Maria Lai, da Delitala a Nivola) cercando di allargare l’orizzonte, collocandole nel quadro più ampio della ricerca italiana ed europea del Novecento. Indagheremo collegamenti importanti fra maestri attivi sull’isola e i movimenti del secolo scorso, dalla Scuola romana al realismo sociale, dal Gruppo degli otto fino allo Spazialismo; connessioni, vasi comunicanti e anche cortocircuiti, nel caso di dialoghi fra passato e contemporaneo, dove iconografie analoghe (come quella del pianto rituale) saranno affrontate grazie a linguaggi differenti.

Chiara Lecca, Fake Marble
Chiara Lecca, Fake Marble

Le mostre e le attività del MAN di Nuoro nel 2024

Il 2024 sarà un anno ricco di mostre per il MAN: qualche anticipazione?
Nel 2022 la mostra Sensorama fu un grande successo grazie agli ambienti che affrontavano scientificamente il tema della visione e della percezione modificata dall’illusione ottica. Bisseremo ora con una seconda puntata, dal titolo Diorama, dove tutto il museo sarà trasformato in una biosfera, per dipanare su ampia scala il panorama di una natura trasformata, manipolata o appositamente ricreata in laboratorio quale riflesso indiretto di una nuova realtà che si sta determinando. Le imprevedibili e continue metamorfosi in atto nel mondo naturale, le emergenze climatiche e ambientali in corso, obbligano a confrontarsi con la sfida del mutamento, incidendo sulla nozione stessa di “naturalità”. Ecco allora artisti impegnati a riflettere sul nostro abitare il pianeta e a re-immaginarlo attraverso nuovi linguaggi e anche nuove tecnologie. Ed ecco opere ispirate ai concetti ultimi di ibridazione, interspecismo, biocentrismo, eco-umanismo; un nuovo vocabolario per nuove forme naturali e artificiali.

Anche il public program si preannuncia interessante, con laboratori, corsi, rassegne, residenze. 
Rilanceremo la call per le residenze incrociate fra la Sardegna e il Monte Verità di Ascona, la collina dell’utopia riscoperta e studiata da Harald Szeemann. Seconda stagione anche per la Scuola dell’arte del gesto di Virgilio Sieni che coinvolgerà la cittadinanza in diverse performance nel centro storico e al nuraghe di Tanca Manna. Il corso di arte contemporanea per adulti andrà di pari passo con una rassegna cinematografica dedicata alle pellicole più celebri girate sull’isola dagli anni Sessanta a oggi.

Quali sono le prospettive per il futuro del MAN in termini di dialogo con il territorio di Nuoro?
Una parte importante della programmazione è sempre volta alla conservazione e valorizzazione della memoria del luogo, al senso di profonda appartenenza che lega il territorio al suo patrimonio culturale e anche al MAN come collettore di storie, esperienze ed energie. Uno dei settori di ricerca più recente è quello della neurologia vegetale: tutte le piante per continuare a vivere scelgono di continuo come rispondere all’ambiente naturale che le ospita, selezionando i nutrienti, organizzando le loro difese e trasmettendo informazioni per lo sviluppo. Ecco, il MAN, che oggi si prepara a diventare un grande diorama, mi piace immaginarlo come un albero con le chiome al vento, le radici in profondità nella sua terra e un’enorme “zona sensoria” che sa reagire alla luce, all’umidità, al tocco, ai cambiamenti.

Alberto Villa

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Alberto Villa

Alberto Villa

Nato in provincia di Milano sul finire del 2000, si occupa di critica e curatela d'arte contemporanea. Si laurea in Economia e Management per l'Arte all'Università Bocconi con una tesi sulle produzioni in vetro di Josef Albers e attualmente frequenta…

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