Le mostre da vedere e le iniziative culturali a Roma a Natale 2023

Dalle invenzioni di Escher alla teatralità di Kounellis, al dipinto di Carol Rama che dialoga con l’architettura di Jean Nouvel. E poi gli immancabili giochi di luce (d’artista) che fanno subito festa

Si preannuncia un Natale all’insegna del tutto esaurito per la Capitale, dove gli alberghi prevedono un 30% di arrivi in più rispetto allo scorso anno (a Capodanno la crescita dovrebbe attestarsi sul +20%; dati dell’Ente bilaterale del turismo del Lazio, Ebtl). Ecco, allora, qualche suggerimento utile per i turisti che si muoveranno alla scoperta di Roma, ma anche per i tanti romani che resteranno in città. Guida alle mostre da non perdere.

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Escher – Palazzo Bonaparte

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Emotion – Chiostro del Bramante

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Aalto, Kounellis, Jodice e Dalisi – MAXXI

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La Poesia ti guarda. Omaggio al Gruppo 70 – GAM

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La lunga estate calda – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea

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Fidia – Musei Capitolini

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…E Prini – Macro Museo d’Arte Contemporanea

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Favoloso Calvino – Scuderie del Quirinale

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Helmut Newton, Legacy – Museo dell’Ara Pacis

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Il tocco di Pigmalione. Rubens e la scultura a Roma – Galleria Borghese

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Carol Rama – Palazzo Rinhoceros

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El Dorado – Museo Pietro Canonica

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Trame di Luce – Orto Botanico

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Lights in Nature – Palazzo Brancaccio

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Il nuovo percorso alle Domus Palazzo Valentini

Forte del record di visitatori che ha premiato la mostra su Van Gogh a cavallo tra 2022 e 2023, Palazzo Bonaparte si presenta all’appuntamento con le festività natalizie con un altro campione d’incassi: Maurits Cornelis Escher (Leeuwarden, 1898 – Hilversum, 1972). L’artista olandese – di cui è recentemente cambiata la proprietà intellettuale – è protagonista di un’esposizione che celebra i cent’anni dalla sua prima visita a Roma, nel 1923, un’antologica in 300 opere, tra celebri invenzioni come la Mano con sfera riflettente (1935), Giorno e notte (1938), la serie degli Emblemata, e lavori inediti mai esposti prima. Nella Capitale, Escher visse per oltre dieci anni, dal 23’ al 1935, prendendo casa nel quartiere di Monteverde Vecchio; e dalla città si fece influenzare per comporre nuove, immaginifiche litografie e incisioni di architetture fantastiche, vedute antiche, paesaggi notturni. La mostra di Palazzo Bonaparte espone, dunque, anche la serie completa dei 12 Notturni romani (1934).

Escher, Palazzo Bonaparte, Roma
Escher, Palazzo Bonaparte, Roma

Dopo la follia (Crazy, 2023), un’indagine sulle emozioni. Ancora una volta attraverso il filtro dell’arte contemporanea, sempre sotto la curatela di Danilo Eccher. Emotion mette insieme negli spazi del chiostro cinquecentesco le opere, in gran parte site specific, di oltre venti artisti, alle prese con la moltitudine di sentimenti che possono ispirare la creatività: sorpresa, confusione, desiderio, gioia, paura, attesa, angoscia, felicità, orgoglio, eccitazione, nostalgia, ammirazione, sollievo, tranquillità, imbarazzo. A inaugurare la visita è il fungo monumentale di Carsten Höller, poi si spazia tra l’installazione di Luigi Mainolfi per il pavimento del chiostro esterno e la Camera Picta di Piero Pizzi Cannella, ispirato da Raffaello. Tra gli altri, hanno risposto all’appello anche i Masbedo, Paolo Scirpa, Adrian Tranquilli, Eva Jospin, Luigi Ontani, Laure Provost. 

Emotion, Chiostro del Bramante, Roma
Emotion, Chiostro del Bramante, Roma

Debutta al MAXXI, durante le festività natalizie, la programmazione 2024, che vede protagonisti Jannis Kounellis (Pireo, 1936 – Roma, 2017) e Alvar Aalto (Kuortane, 1898 – Helsinki, 1976). Del primo, nella galleria 5, si evidenzia il carattere teatrale e performativo, grazie all’installazione delle opere Senza titolo (Notte), Senza titolo (Nabucco) e al riallestimento dell’opera concepita dall’artista per il chiostro di San Lazzaro degli Armeni a Venezia. All’architetto finlandese è invece dedicata la mostra La dimensione umana del progetto, che si concentra sull’idea di interdipendenza tra progettazione architettonica ed esigenze dell’essere umano, propria della visione di Aalto.
Ma il museo delle arti del XXI secolo presenta anche la sua prima Collezione di Design contemporaneo. E c’è ancora tempo per scoprire uno dei progetti più celebri di Mimmo Jodice (Napoli, 1934), frutto del profondo legame del fotografo partenopeo con l’antichità e la classicità. Attraverso materiali d’archivio, documenti, locandine di mostra e articoli di giornale, il focus del museo per le arti del XXI secolo ricostruisce la genesi e gli sviluppi del progetto, nato tra gli Anni ’80 e’90, quando Jodice inizia a lavorare sui temi della memoria e delle origini, rileggendo l’antichità per offrire visioni al di fuori dalla realtà. In galleria 4, invece, il protagonista è Riccardo Dalisi (Potenza, 1931 – Napoli, 2022), architetto, designer e artista, premiato due volte con il Compasso d’Oro, omaggiato con una completa retrospettiva a un anno dalla sua scomparsa. La mostra, con l’allestimento a cura di Studio Novembre, evidenzia innanzitutto la versatilità del progettista, dai laboratori creativi con i bambini di Napoli al design “ultrapoverissimo”, dall’architettura alla reinterpretazione della caffettiera napoletana.

Jannis Kounellis, MAXXI, Roma
Jannis Kounellis, MAXXI, Roma

Sono passati sessant’anni dall’atto di fondazione del Gruppo 70 (il convegno Arte e Comunicazione al Forte Belvedere di Firenze, il 24 maggio del 1963), sodalizio artistico che recepiva il movimento internazionale della poesia visiva, dando forma a una neoavanguardia fondata sull’ibridazione di linguaggi, nella terra di mezzo tra scrittura e immagine. La Galleria d’Arte Moderna ripercorre l’esperienza dei principali esponenti del gruppo – Ketty La Rocca, Lucia Marcucci, Eugenio Miccini, Luciano Ori, Lamberto Pignotti, e inoltre Roberto Malquori e Michele Perfetti – attraverso opere inedite o poco conosciute, introdotte dalla coeva produzione di poesie sonore, libri d’artista e cinepoesie che contestualizzano la nascita e l’evoluzione del movimento.

La poesia ti guarda. Omaggio al Gruppo 70, Galleria d'Arte Moderna, Roma
La poesia ti guarda. Omaggio al Gruppo 70, Galleria d’Arte Moderna, Roma

Cita il titolo dell’omonimo film (1958) di Martin Ritt, adattamento cinematografico di tre racconti di William Faulkner (nel cast Orson Welles, Paul Newman, Joanne Woodward), la mostra diffusa tra le sale della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, sequenza di 24 installazioni sonore da rintracciare negli spazi museali. Un gioco straniante – alle porte dell’inverno, si evoca l’estate – che è un viaggio tra i rumori, le voci, i ricordi di una stagione che ha ispirato l’arte, la letteratura, il cinema, la musica. A cura di Claudio Libero Pisano, il progetto coinvolge numerosi artisti: Sonia Andresano, Sandro Bonvissuto, Carlo Alberto Bucci, Paolo Canevari, Cecilia Casorati, Anna Cestelli Guidi, Jacopo de Bertoldi, Iginio De Luca, Sabino de Nichilo, Bruna Esposito, Paola Gandolfi, Donatela Landi, Myriam Laplante, Martux_m, Monica Micheli, Fiamma Montezemolo, Liliana Moro, Anna Negri, Elena Nonnis, Isabella e Tiziana Pers, Mario Pieroni, Gioacchino Pontrelli, Caterina Silva, Donatella Spaziani.

Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma
Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma

La prima mostra in Italia dedicata a un artista simbolo della Grecia classica. Sono le sculture di Fidia le protagoniste del progetto allestito ai Musei Capitolini – Villa Caffarelli: il percorso espositivo ripercorre vita, carriera e clima storico-culturale in cui operò lo scultore greco, tra istallazioni multimediali, reperti archeologici, originali come i frammenti del fregio del Partenone, prestati eccezionalmente dal Museo dell’Acropoli di Atene e mai usciti prima dalla Grecia, oltre a repliche romane, dipinti, manoscritti, disegni. Importante è il sistema di prestiti che ha consentito di mettere insieme le oltre 100 opere in mostra, in arrivo dal British Museum di Londra, dal Museo Archeologico Nazionale di Atene, dal Museo di Olimpia, dal Kunsthistorisches Museum di Vienna, dal Metropolitan Museum of Art di New York, dai Musei Vaticani, dal Museo del Louvre di Parigi, e da importanti istituzioni italiane come il Museo Archeologico di Bologna, l’Accademia di Belle Arti di Ravenna, il Museo Archeologico di Napoli e l’Archivio Cambellotti.

Fidia, Musei Capitolini, Roma
Fidia, Musei Capitolini, Roma

Dalla collaborazione diretta con l’Archivio Emilio Prini nasce la retrospettiva dedicata all’artista piemontese (Stresa, 1943 – Roma, 2016), che esordì nel 1967 in concomitanza con la nascita dell’Arte Povera, invitato a partecipare alla mostra seminale del movimento, curata da Germano Celant. La mostra del MACRO è la più ampia mai realizzata su Prini, con oltre 250 opere realizzate nell’arco temporale che dagli Anni Sessanta conduce al 2016. L’intenzione è quella di restituire la complessità di un autore per certi versi enigmatico, che a partire dalla metà degli Anni Settanta scelse di ridurre notevolmente l’attività espositiva, dedicandosi, invece, a rielaborare a più riprese un numero circoscritto di idee e opere, spesso intervenendo con gesti minimi, o scritte, anche su cataloghi e poster. Proprio sulla negazione dell’opera come oggetto chiuso, animato da un costante bisogno di riscrittura, si orienterà l’intera carriera di Prini.
Al museo di via Nizza si visitano anche le mostre di Alvin Curran (Hear Alvin here) e Alexander Brodsky (Profondità di campo), oltre al progetto Barrikadenwetter: Atti visivi dell’insurrezione.

Emilio Prini, ...E Prini, installation view at MACRO, Roma, 2023. Photo Melania Dalle Grave, DSL Studio
Emilio Prini, …E Prini, installation view at MACRO, Roma, 2023. Photo Melania Dalle Grave, DSL Studio

Nel centenario della nascita di Italo Calvino, una grande mostra alle Scuderie del Quirinale ne racconta l’immaginario, filtrato dal costante e insistito rapporto con le immagini, come fonte primaria della scrittura e dell’interpretazione del mondo. È proprio nell’esortazione a guardare – “il cervello comincia dall’occhio”, scriveva l’autore ligure – che si definisce il progetto curato dal professor Mario Barenghi, non una mostra biografica, ma un approfondimento su Calvino allestito per temi modulari. L’esposizione romana si avvale di oltre 400 prestiti per mettere in scena la complessità del Calvino affabulatore, militante, ecologista, interprete, traduttore, appassionato di cinema e fumetti, debitore al mondo delle fiabe e lucido lettore della realtà. Per aiutare la comprensione si forniscono coordinate biografiche e geografiche, ma tutt’intorno si affastella l’immaginario generato dall’autore: dai suoi libri più fortunati, innanzitutto, e dagli scritti sull’arte, raccolti in gran parte nel volume Collezione di sabbia, del 1984. Come pure dai rapporti diretti e prolungati con illustratori e artisti come Emanuele Luzzati, Giulio Paolini, Emilio Isgrò e molti altri.

Favoloso Calvino, exhibition view at Scuderie del Quirinale, Roma, 2023
Favoloso Calvino, exhibition view at Scuderie del Quirinale, Roma, 2023

Dopo aver fatto tappa a Milano, Helmut Newton – Legacy si presenta all’Ara Pacis di Roma. Il progetto, a cura del direttore della Helmut Newton Foundation Matthias Harder e di Denis Curti, riunisce 200 scatti (di cui 80 inediti), documenti e materiali d’archivio dell’artista nato a Berlino nel 1920, enfant prodige della fotografia, protagonista del Novecento. E ne ripercorre la vita e la carriera, sin dai primi passi mossi affiancando la fotografa di moda Yva, prima della brusca interruzione dovuta allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, quando Newton, di famiglia ebrea, fu costretto a rifugiarsi in Australia. Si passa così dagli scatti australiani degli Anni Quaranta e Cinquanta agli ultimi anni di produzione, e attraverso il periodo francese dei Sessanta, e gli Stati Uniti dei Settanta. Un’attenzione particolare è dedicata ai servizi di moda considerati all’avanguardia, come quelli ispirati ai film di Alfred Hitchcock, Francois Truffaut e Federico Fellini. Molti anche i ritratti firmati da Newton, da Gianni Versace, a Andy Warhol, Charlotte Rampling, Romy Schneider, Catherine Deneuve, Mick Jagger, Nastassja Kinski, David Bowie, Elizabeth Taylor, Arthur Miller, solo per citarne alcuni. 

Helmut Newton
Helmut Newton

Peter Paul Rubens (Siegen, 1577 – Anversa, 1640) e l’antico. La seconda fase del progetto che ha visto collaborare Galleria Borghese con la Fondazione Palazzo Te e Palazzo Ducale di Mantova si concentra sul contributo del pittore barocco fiammingo all’elaborazione di una nuova concezione dell’antico, frutto di una riflessione sui temi dell’imitazione e del naturale. Con quasi 50 opere provenienti dai più importanti musei al mondo, la mostra è divisa in 8 sezioni, a partire da quella che le dà il titolo – Il tocco di Pigmalione – per evidenziare il peculiare rapporto di Rubens con la studio dei modelli classici e rinascimentali, che lo porta a creare un “nuovo mondo di immagini”, più vivo e vivace, attraverso un processo di animazione dell’antico.

Il Tocco di Pigmalione. Rubens e la Scultura a Roma. Galleria Borghese
Il Tocco di Pigmalione. Rubens e la Scultura a Roma. Galleria Borghese

Nell’hub culturale ideato da Alda Fendi, affacciato sull’Arco di Giano nel Foro Boario, arriva il dipinto Appassionata (1980; da collezione privata) di Carol Rama (Torino, 1918 – 2015), artista tra le più significative del Novecento italiano, riscoperta però solo negli Anni Duemila (il Leone d’Oro alla carriera data 2003; il catalogo ragionato della sua opere è stato pubblicato proprio nel 2023 da Skira). L’opera è al centro dell’esposizione allestita nell’ambito del ciclo Esperimenti, fondato sulla presentazione di un solo capolavoro mai esposto prima nella Capitale: nell’allestimento di Raffaele Curi, il dipinto dialoga con l’architettura di Jean Nouvel, in un appartamento – tra quelli progettati dall’architetto francese a Palazzo Rinhoceros – normalmente chiuso al pubblico, con la “colonna sonora” dell’Appassionata di Beethoven (Sonata per pianoforte n. 23).

Carol Rama, Appassionata
Carol Rama, Appassionata

È il Museo Pietro Canonica, dentro Villa Borghese, ad accogliere la riflessione di dieci artisti contemporanei sul potere evocativo di una tecnica pittorica antica, distintiva della figurazione sacra tra Medioevo e Rinascimento, ma ancora attuale nel manifestare lo spirituale nell’arte. Il fondo oro diventa così materia di studio per Paolo Canevari ed Elisa Montessori, Luigi Ontani e Alfredo Pirri, Rä di Martino e Renata Boero; e ancora Valerio D’Angelo, Gianni Dessì, Sabina Mirri. Un invito a recuperare il rapporto fisico con l’arte, intraprendendo un percorso di visita che assume il valore di un pellegrinaggio, tra gli ambienti di una casa-museo densa di memorie e suggestioni. Visitare la mostra, infatti, permette anche di scoprire un luogo ingiustamente trascurato dal circuito culturale mainstream: nel complesso della cosiddetta Fortezzuola, in vista di Piazza di Siena, il museo è allestito in quella che fu residenza e atelier dell’artista Pietro Canonica tra il 1927 e il 1959.

El Dorado, installation view at Museo Pietro Canonica, Roma, 2023. Photo Simon d'Exéa
El Dorado, installation view at Museo Pietro Canonica, Roma, 2023. Photo Simon d’Exéa

Fino al 7 gennaio, le installazioni luminose di Trame di Luce cambiano il volto dell’Orto Botanico, con l’obiettivo di valorizzare un parco storico (alle pendici del Gianicolo, con accesso da Trastevere) grazie a un evento che ha fatto il giro del mondo. Dietro alla mostra immersiva c’è il contributo di LAC – Light Art Collection, il gruppo olandese noto per possedere la più grande collezione di Light Art al mondo. Sette sono le opere che arrivano a Roma per l’occasione, dalle Talking Heads dell’artista ungherese Viktor Vicsek all’installazione Rizhome di Tom e Lien Dekyvere. Il percorso si apre però con Earth, installazione con effetti speciali a cura di Simone Puzzolo che riproduce il pianeta Terra stimolando una riflessione sulla bellezza del pianeta e sulla necessità di prendersene cura; si affiancano i Kappa, le creature mitologiche nipponiche che animano il Giardino Giapponese.

Trame di Luce - Installazione - LAC - On the Wings of Freedom - Aether _ Hemera - Copyright Janus van der Eijnden
Trame di Luce – Installazione – LAC – On the Wings of Freedom – Aether _ Hemera – Copyright Janus van der Eijnden

Anche i giardini di Palazzo Brancaccio, per la prima volta, si trasformano in un mondo luminoso e fantastico, fino al 18 febbraio 2024. È l’obiettivo di Lights in Nature, esperienza immersiva che attraverso la luce rappresenta i quattro elementi naturali (acqua, fuoco, terra, aria): l’evento è stato ideato in Spagna nel 2020, e da allora ha fatto il giro delle principali capitali d’Europa. Tra le installazioni più suggestive, gli alberi del parco trasformati in barriera corallina, una balena lunga 6 metri, proiezioni e musica che fanno spaziare la mente dai fondali marini all’atmosfera. Per una insolita passeggiata notturna all’interno di uno dei giardini segreti più belli di Roma.

https://lightsinnature.eventim-inhouse.it/ 

Lights in Nature Life a Roma5 Le mostre da vedere e le iniziative culturali a Roma a Natale 2023
Lights in Nature – Life a Roma

È già possibile beneficiare del restauro tecnologico che ha perfezionato e integrato l’esperienza di visita alle Domus romane di Palazzo Valentini, percorso archeologico immersivo inaugurato nel 2004 nei sotterranei del palazzo della Provincia. Allora, per definire il progetto scientifico che doveva illustrare l’eccezionalità di un’area di oltre 1.800 metri quadri – tra mosaici, strutture termali e un’antica strada basolata – furono coinvolti Paco Lanciani e Piero Angela (la voce che accompagna i visitatori lungo il percorso). Oggi l’allestimento multimediale si presenta rinnovato senza tradire lo spirito originale: all’avanguardia i nuovi sistemi di video proiezione, come pure il sistema di diffusione audio, che ora consente l’ascolto individuale tramite cuffie multilingua. 

https://www.palazzovalentini.it/

Il nuovo percorso alle Domus Palazzo Valentini. via turismoroma.it
Il nuovo percorso alle Domus Palazzo Valentini. via turismoroma.it
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Escher – Palazzo Bonaparte

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Emotion – Chiostro del Bramante

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Aalto, Kounellis, Jodice e Dalisi – MAXXI

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La Poesia ti guarda. Omaggio al Gruppo 70 – GAM

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La lunga estate calda – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea

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Il tocco di Pigmalione. Rubens e la scultura a Roma – Galleria Borghese

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Carol Rama – Palazzo Rinhoceros

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El Dorado – Museo Pietro Canonica

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Trame di Luce – Orto Botanico

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Lights in Nature – Palazzo Brancaccio

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