A Lecce inaugura (dopo 10 anni!) il Parco delle Cave progettato dall’architetto Alvaro Siza
Esteso su sette ettari, il parco è delimitato dalle pareti rocciose di pietra leccese, sbozzate in passato per realizzare chiese e palazzi barocchi del centro cittadino. Il progetto dell’architetto portoghese ha valorizzato le specificità del luogo, che conserva anche terme cinquecentesche
Il processo di riqualificazione del Parco delle Cave di Lecce è stato, negli ultimi dieci anni, un capitolo della storia cittadina piuttosto articolato. Data al 2009 il concorso internazionale indetto dall’amministrazione locale per individuare un progetto capace di recuperare un’area di grande interesse storico-artistico e paesaggistico – dalle ex cave, abbandonate in passato e sprofondate nel degrado, provengono le pietre utilizzate per dare forma al barocco salentino che caratterizza il centro di Lecce – per offrire alla città un’idea di verde pubblico all’avanguardia.
Il progetto di Alvaro Siza per il Parco delle Cave di Lecce
All’epoca fu l’architetto portoghese Alvaro Siza (capogruppo di un team composto anche da Carlos Castanheira, Luigi Gallo e Pedro Carvalho) a prevalere sugli altri candidati, con l’idea di riutilizzare la scenografia naturale delle pareti rocciose di età miocenica che delimitano l’area sviluppata su sette ettari adiacente alla stazione ferroviaria, che conserva anche preesistenze di epoca rinascimentale (il Ninfeo delle Fate, terme cinquecentesche). E per la realizzazione del piano furono stanziati, con finanziamento ministeriale, 11 milioni di euro; ma terminato nel 2019 il ponte carrabile previsto da Siza, i lavori hanno subito diverse battute d’arresto, compresa l’interdittiva antimafia comminata nel 2020 all’azienda appaltatrice che avrebbe dovuto gestire la chiusura del cantiere, ripartito solo nell’estate 2021, con la concessione affidata all’azienda agricola Agostinello. Così, a maggio 2022, la prima inaugurazione nell’area ha portato all’apertura della Tagghiate Urban Factory (nella porzione di parco cui si accede da via dei Ferrari: le tagghiate sono i caratteristici solchi lasciati dal taglio dei blocchi di tufo nelle cave), adibita all’organizzazione di attività sociali e culturali votate al coinvolgimento diretto del quartiere e della comunità, all’educazione ambientale, alla cultura e alla musica (con orto didattico, una ludoteca, un ciclofficina popolare, un punto ristoro). Al contempo, anche lo storico immobile di Masseria Tagliatelle, sorto all’interno del grande Parco delle Cave nel XVI secolo – testimonianza ben conservata delle antiche ville suburbane della campagna leccese, con tanto di ipogeo termale rinascimentale – è stato coinvolto nelle operazioni di ripristino, individuato per ospitare la cosiddetta Stazione Ninfeo, hub di comunità sostenuto del finanziamento di 500mila euro stanziato da Fondazione Con il Sud.
Il “nuovo” Parco delle Cave di Lecce
Ma solo da qualche settimana, il “nuovo” Parco delle Cave di Lecce ha effettivamente aperto le porte al pubblico nella veste immaginata da Alvaro Siza. Inaugurata ufficialmente il 19 novembre 2023, l’area verde intitolata a Marco Vito si è presentata alla città con una grande festa popolare, rivelando le sue ampie distese “a prato”, percorso da vialetti in terra bianca e muretti a secco mutuati dalla tradizione rurale locale, vegetazione propria della macchia mediterranea e specie vegetali autoctone. Sin dall’inizio, infatti, l’idea dell’architetto portoghese – che tramite la realizzazione del ponte sopraelevato ha garantito il collegamento pedonale tra due porzioni di verde in origine separate dalla carrabile via del Ninfeo – è stata quella di assecondare la topografia del luogo. Oggi si accede al parco, aperto dalle 8 alle 20.30, tramite tre ingressi, per scoprire un contesto paesaggistico ancora in fieri: su due ampi terrazzamenti sono stati piantumati 50 lecci e 50 carrubi, e presto, al limitare ovest del parco sorgerà una caffetteria (a breve il bando per la gestione). Nel parco, dunque, sono presenti complessivamente 700 alberi e oltre 8000 metri di percorsi che si snodano tra i prati, i fronti di cava, i dislivelli caratterizzati da vegetazione naturale. Si incontrano nell’area – arredata con tavoli e panchine in pietra leccese progettati dallo stesso Siza – anche due aree adibite a spettacoli, ricavate nei punti con l’acustica migliore. Proseguono, inoltre, le visite guidate al ninfeo cinquecentesco, organizzate da Masseria Tagliatelle – Stazione Ninfeo, cuore sempre più compiuto del percorso di rigenerazione urbana concretizzato al Parco delle Cave, con attività di portineria di quartiere, laboratori di comunità, concerti e momenti di condivisione all’aria aperta.
Livia Montagnoli
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