La storia della Fondation Custodia, gioiello nascosto a Parigi
Rembrandt, Leonardo da Vinci e Manet sono solo alcuni dei grandi nomi che firmano le opere conservate alla ancora poco conosciuta Fondation Custodia. Ecco la storia di questa preziosa collezione
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Nel cuore vivo di Parigi, a pochi passi da una delle istituzioni d’arte più visitate della capitale, il Museé d’Orsay, sorge un piccolo gioiello nascosto. Si tratta della Fondation Custodia: un affascinante museo che, ospitato all’interno del settecentesco Hôtel Turgot nel VII arrondissement parigino, conserva una ricchissima collezione privata di disegni, incisioni, dipinti e lettere autografe dei più grandi artisti di tutti i tempi, da Rembrandt a Paul Gauguin, fino a Édouard Manet.
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La storia della Fondation Custodia a Parigi
Istituita nel 1947 dal collezionista d’arte olandese Frits Lugt e sua moglie Jacoba Klever, la Fondation custodisce una preziosa raccolta che, arricchita continuamente da nuove donazioni e acquisizioni, conta oggi oltre 100mila opere. Grande appassionato di pittura olandese e di Rembrandt, Lugt condivideva insieme alla moglie un amore incondizionato per l’arte, che li portò entrambi, a partire dal 1910, a costruire negli anni un’importante raccolta di disegni, stampe e libri antichi. Dopo un soggiorno negli Stati Uniti, dove i coniugi olandesi trascorsero gli anni della guerra, rimasero colpiti dalle numerose iniziative intraprese dai vari collezionisti privati: da qui nacque la decisione di dare vita a una nuova fondazione d’arte in Europa. Dopo essersi trasferiti a Parigi, Lugt e Klever iniziarono a radunare, negli spazi dell’elegante Hôtel Turgot sulla rue de Lille, i capolavori che via via acquisivano.
Una collezione a dir poco preziosa
L’atmosfera che si respira negli spazi della fondazione parigina è intima. Ogni angolo del palazzo, tappezzato di capolavori d’arte e impreziosito da antichi arredi e vetrate variopinte del XVI secolo, racconta una storia, testimoniando la profonda dedizione e la premura che – ancora oggi – guidano il team della Fondation. Tra libri, ritratti, miniature e porcellane cinesi, tutto è perfettamente curato nei minimi dettagli e conservato nella sua integrità: a partire dalle stanze del palazzo, in cui l’eleganza degli interni si unisce alla bellezza delle opere esposte. Con 15mila stampe, firmate da Van Dyck, Goya e Parmigianino (solo per citarne alcuni), e 450 dipinti di autori come Francesco Guardi e Jean-Baptiste Camille Corot, la collezione rappresenta il luogo ideale per curatori, ricercatori e amanti delle arti in generale che, in questa piccola gemma parigina, hanno la possibilità di approfondire la conoscenza del patrimonio artistico europeo.
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I disegni della Fondation Custodia
7mila i disegni, realizzati dai più influenti maestri italiani, francesi, fiamminghi e olandesi – da Leonardo da Vinci a Bruegel, fino a Rubens e a Rembrandt – dal Quattrocento fino ai giorni nostri, l’istituzione parigina è considerata la “casa” per eccellenza delle opere su carta in Francia.
Preservati all’interno di una piccola stanza separata dalle sale padronali dell’Hôtel Turgot che, oltre a proteggere le opere dalla luce e dall’umidità, restituisce anche l’atmosfera di un tipico gabinetto delle stampe, i disegni della raccolta di Lugt rappresentano – insieme alla selezione di lettere autografe (anch’esse custodite in uno spazio protetto) – il fiore all’occhiello dell’intera Fondation. Tra i capolavori conservati spiccano alcuni rari schizzi a penna di Rembrandt che, caratterizzati da una particolare alternanza di linee spesse e sottili e da un affascinante studio dei contrasti, costituiscono una testimonianza unica della grande attività preparatoria del pittore: dagli scorci ai paesaggi, fino alle numerose figure umane immortalate nei contesti più disparati, come la coppia di donne che insegna a un bambino a muovere i primi passi, o l’iconica camera da letto con Saskia.
Senza dimenticare un prezioso disegno di Leonardo da Vinci che, risalente al 1475-1482, ritrae una figura umana seduta e avvolta in un mantello drappeggiato: segno di uno studio approfondito delle sfumature e dei tessuti da parte dell’artista toscano. E ancora la bozza, in gesso rosso, di una schiena maschile realizzata negli anni precedenti al 1619 da Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino.
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Le lettere autografe, da Manet a Gauguin
Coprendo un periodo che va dalla fine XV Secolo ai giorni nostri, i manoscritti della collezione Lugt contano invece 55mila pezzi che, firmati da maestri come Michelangelo, Dürer, Poussin e Ingres, rivelano – come un vero e proprio diario privato – le ambizioni, le passioni e l’essenza più profonda di ciascun artista. Ne è un esempio la lettera di Édouard Manet che, decorata con coloratissimi disegni di volatili e crostacei, mette in luce l’anima del pittore francese. Anche le epistole che Paul Gauguin scrisse a un amico svelano dettagli inediti della produzione del maestro parigino: nella prima, datata novembre 1900, l’autore abbozza un disegno descrivendo al destinatario i colori, le forme e il risultato finale della creazione; nella seconda, indirizzata a Daniel de Monfreid, Gauguin realizza un affascinante schizzo della celebre Orana Maria del 1891.
Silvia Donnini
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