Munch, Brassaï, Niki de Saint Phalle, Tim Burton e oltre: tutte le mostre dei Musei Civici di Milano per il 2024-25
Il comune ha presentato il ricco programma per il biennio entrante, da Palazzo Reale al Castello Sforzesco passando per il PAC e la GAM. Con 50 mostre a tutte le latitudini
Densissimo e poliedrico il programma del Comune di Milano per la cultura nel biennio 2024-2025. Arte moderna e contemporanea, italiana e internazionale, più e meno nota, tradizionale e multidisciplinare: non c’è ambito che non venga toccato in questo programma da 50 mostre (qui l’elenco completo).
“La cultura costituisce uno degli asset dell’attrattività turistica di Milano ma anche della sua vivibilità, in primis per i cittadini. I numeri sono più che positivi: il 2023 ha registrato una crescita di pubblico del 40% rispetto all’anno precedente, tra musei e mostre. Questo ci dà fiducia e ci permette di rilanciare convintamente per il 2024”, ha commentato il sindaco Giuseppe Sala. “Intendiamo conservare la storia di Milano, tenendoci però aperti al futuro e stando attenti alle nuove tendenze: a Palazzo Reale, per esempio, abbiamo provato a coniugare mostre di artisti importanti con esperimenti, forse anche azzardi, con un grande successo. Il biennio 2024-25, che sarà dedicato soprattutto al contemporaneo, sarà attraversato anche da due grandi progetti in cantiere: la BEIC e la Magnifica Fabbrica della Scala, che lasceranno un segno tangibile nella città. In una visione che deve essere sempre di più improntata alla collaborazione tra pubblico e privato”. Attendiamo aggiornamenti sul Museo del Novecento, che dovrebbe entrare nella fase di raddoppio.
Un biennio colossale di mostre ai Musei Civici di Milano
“Milano esce da una grande crescita, insolita anche per la stessa città, e di un interesse crescente del pubblico, che si è manifestato anche nell’acquisto delle Card dedicate ai Musei Civici”, spiega l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi. “Il rapporto privilegiato tra Milano e i Musei Civici è confermato dalla mole delle sedi, 11 musei, che restituiscono una costellazione di istituti a gestione diretta anche molto diversi tra loro. È difficile sintetizzare questo mosaico così complesso di attività per il biennio: abbiamo deciso di improntare il nuovo programma alla collaborazione internazionale, guardando soprattutto alla Francia e al Louvre (ma siamo sempre alla ricerca di nuove istituzioni amiche), e vogliamo promuovere l’eredità e la storia delle sedi, ad esempio Palazzo Reale (appena entrato nel circuito di ville europee) e la mostra su Appiani”.
Quindi cosa ci aspetta? “Ci saranno approfondimenti di grandi artisti italiani come De Nittis, Baj, Pignatelli, Casorati, e internazionali, in primis Munch – una mostra di primissimo piano, con cento opere a 80 anni dalla morte, ma anche Soutine, Cézanne, Renoir e Picasso (di cui ricorre l’anniversario dell’arrivo di Guernica a Milano); penseremo a valorizzare le collezioni dei diversi musei, come nel caso di Pellizza da Volpedo ma anche tramite le acquisizioni di archivi come quello dei Ballo; fino ai progetti speciali, che cadono nei grandi anniversari – è il caso di Matteotti al Museo del Risorgimento e i 70 anni della RAI –, e multidisciplinari, come la prima retrospettiva per Tim Burton alla Fabbrica del Vapore, un labirinto che ci aspettiamo abbia molto successo“. Complicatissimo riassumere il tutto: “I progetti sono decine e decine, di tipologie varie: dai grandi autori internazionali, come Parr al MUDEC e Neshat al PAC, al rapporto tra arte e moda (da Dolce e Gabbana a Dalì) fino alla fotografia, con Mulas, sulla scia dello straordinario successo della mostra di Gabriele Basilico; e infine guardando alle artiste, con le surrealiste Leonor Fini e Leonora Carrington, alla sua prima personale a Milano”. Un paio d’anni cruciali, con un programma che si prospetta di primissimo piano.
Giulia Giaume
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